Aiutarli a casa loro? La brutta lezione somala
Se c’è un caso che purtroppo smentisce l’efficacia della formula “aiutiamoli a casa loro” per fermare l’immigrazione irregolare verso l’Europa, quello è la Somalia. Il governo somalo alla fine del 2015 ha approvato la finanziaria 2016 annunciando che quasi il 40% dei capitali verrà fornito dai donatori internazionali. Dalla caduta del dittatore Siad Barre nel 1991, la comunità internazionale finanzia la Somalia con fondi miliardari. Con pessimi risultati.
Il Regno Unito vuole ancora uscire dall'Ue
David Cameron ottiene una vittoria a tutto campo a Bruxelles, escludendo il Regno Unito dal programma di una "Unione sempre più stretta" e contribuendo, così, a cambiare il volto dell'Ue. Ma i suoi stessi compagni di partito non gli sono grati. Anche il popolare sindaco di Londra si schiera con chi vuole l'uscita dall'Ue.
Siria, tregua in vista dopo l'ultima ecatombe
Dopo le stragi compiute dall'Isis a Homs e a Damasco (180 morti, soprattutto musulmani alawiti e sciiti), la data per una tregua in Siria è stata fissata alla mezzanotte del 27 febbraio. Contrariamente ai tentativi precedenti, non sembra solo una scadenza simbolica. E' dettata dalla necessità di combattere i gruppi più estremisti: Isis e Al Nusrah.
Evo Morales vuole diventare il dittatore della Bolivia
Il Presidente della Bolivia Evo Morales tenta di diventare presidente a vita. Dopo aver compiuto dieci anni al potere, lo scorso 22 gennaio, e aver vinto tre elezioni consecutive, i boliviani tornano al voto per decidere, tramite referendum, la ricandidatura “infinita” del leader. Ma non sarà facile.
La Turchia è il nuovo crocevia dei conflitti
Un nuovo attentato ha colpito la capitale della Turchia. Quasi trenta i morti, tutti militari, a poca distanza dal Parlamento. L'attentato è attribuito all'Ypg, l'esercito curdo siriano, che però nega. Il problema è che la Turchia si trova al centro di tutti i conflitti internazionali. E per questo sta perdendo anche la sua libertà.
ADESSO APPOGGIAMO AL QAEDA? di G. Gaiani
Adesso appoggiamo Al Qaeda?
I turchi sembrano intenzionati a combattere più contro i curdi che non contro l'Isis. Per combatterli, la Turchia non disdegna neppure il favoreggiamento di milizie legate ad Al Qaeda. Considerando che la Turchia è membro della Nato, come noi, questo vuol dire che adesso appoggiamo Al Qaeda? Servono chiarimenti urgenti.
Tra Russia e Ucraina niente pace, ma solo piccole guerre
A un anno dagli accordi di "Minsk 2" tra Russia e Ucraina, sotto il controllo di Francia e Germania, appaiano ancora incerti gli esiti e il rispetto di quelle intese. A più riprese, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha accusato Mosca di continuare a inviare uomini e armi ai ribelli filo-russi nelle regioni sud-orientali.
Nessuno vuole rispettare la tregua in Siria
In teoria, da giovedì, tutte le armi dovranno tacere in Siria. Ma nessuno ha intenzione di rispettare la promessa. Perché, proprio gli ultimi sviluppi sul terreno, fanno sì che ognuno degli eserciti sul campo ritenga di essere sul punto di vincere (come nel caso dei regolari) o costretto a resistere (ribelli) o a reagire (curdi).
Morto il giudice Scalia, Obama ha davvero campo libero
Il giudice Antonin G. Scalia è morto a 79 anni: cattolico e giurista di fama internazionale, era l’emblema del conservatorismo più intransigente nella Corte Suprema federale. La sua scomparsa offre a Obama l’occasione per lasciare la Casa Bianca con un ultimo colpo basso, forse il peggiore di tutti.
La tregua non reggerà ma è già un passo avanti
Le diplomazie di Washington e Mosca lo interpretano in due modi diversi. E il presidente siriano Assad dichiara che la guerra continua. Ma l'accordo di Monaco per una tregua è già un passo avanti. Perché gli eserciti impegnati in Siria stanno realizzando che nessuno possa realmente vincere.
I belati di un ex rivoluzionario: il caso Tsipras
La Grecia è paralizzata. Oltre che dalla crisi economica, il Paese è da dieci giorni bloccato da una lunga sfilza di scioperi. Una protesta trasversale: incrociano le braccia gli agricoltori e gli allevatori (settore che in Grecia dà il 12% del Pil), i commercianti, i pescatori, gli autisti e perfino i giornalisti.
Turchi e sauditi sono pronti a invadere la Siria
Dopo la pausa forzata nei negoziati di Ginevra, la guerra in Siria può assistere a svolte improvvise. La Turchia chiede da due anni di occupare una zona cuscinetto, nella Siria settentrionale. Ora si preparerebbe a occuparla unilateralmente. L'Arabia Saudita, dal canto suo, ventila l'ipotesi di inviare truppe di terra, più contro Damasco che contro l'Isis. Russia, Siria e Iran protestano e preparano contromisure.