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EDITORIALE

Famiglia naturale, non è invenzione dei cattolici

A proposito del ddl Cirinnà e della manifestazione del 30 gennaio pubblichiamo l'Angelus pronunciato da Giovanni Paolo II il 19 giugno 1994, che va al cuore delle discussioni, delle polemiche e delle obiezioni che tengono banco in questi giorni. Ecco perché la famiglia è una risorsa che interessa tutti, anche i non cattolici.

Editoriali 16_01_2016
Giovanni Paolo II

A proposito del ddl Cirinnà e della manifestazione del 30 gennaio pubblichiamo l'Angelus pronunciato da Giovanni Paolo II il 19 giugno 1994. In quell'anno il Papa, in previsione della Conferenza ONU su popolazione e sviluppo che si sarebbe svolta in settembre al Cairo, che si prefigurava come un mortale attacco alla famiglia, dedicò molti Angelus all'approfondimento di alcuni aspetti  riguardanti la centralità e il senso della famiglia naturale. Quello che pubblichiamo oggi va al cuore delle discussioni, delle polemiche e delle obiezioni che tengono banco in questi giorni.

(...) La famiglia è la cellula primaria della società. Essa poggia sulla solida base di quel diritto naturale che accomuna tutti gli uomini e tutte le culture. È urgente prendere coscienza di questo aspetto (...).

Non di rado, infatti, l'insistenza della Chiesa sull'etica del matrimonio e della famiglia viene equivocata, come se la comunità cristiana volesse imporre a tutta la società una prospettiva di fede valida solo per i credenti. Lo si è visto, ad esempio, in alcune reazioni al dissenso che ho apertamente manifestato, quando il Parlamento europeo ha inteso legittimare un tipo nuovo di famiglia, caratterizzata dall'unione di persone omosessuali.

In realtà il matrimonio, quale unione stabile di un uomo e una donna che si impegnano al dono reciproco di sé e si aprono alla generazione della vita, non è soltanto un valore cristiano, ma un valore originario della creazione. Smarrire tale verità non è un problema per i soli credenti, ma un pericolo per l'intera umanità.

Oggi purtroppo serpeggia un relativismo, che spinge a dubitare dell'esistenza stessa di una verità oggettiva. Riecheggia la ben nota domanda posta da Pilato a Gesù: "Che cosa è la verità?" (Gv 18, 38). A partire da tale scetticismo, si giunge a una falsa concezione della libertà, che pretende di sottrarsi ad ogni limite etico e di riformulare a proprio arbitrio i dati più evidenti della natura.

Certo, l'uomo scopre la verità sempre in modo limitato, e può dirsi un pellegrino della verità. Ma ciò è ben diverso dal relativismo e dallo scetticismo. L'esperienza attesta infatti che la nostra mente, pur offuscata o indebolita da molteplici condizionamenti, è in grado di cogliere la verità delle cose, almeno quando si tratta di quei valori fondamentali che rendono possibile l'esistenza dei singoli e della società. Essi si impongono alla coscienza di ciascuno e sono un patrimonio comune dell'umanità. Non è forse ad esso che s'appella la coscienza comune quando condanna i crimini contro l'umanità, anche se avallati da qualche legislatore? In realtà la legge naturale, proprio perché scolpita da Dio nel cuore, precede ogni legge fatta dagli uomini e ne misura la validità.

La Vergine Santa guidi tutte le famiglie del mondo a una profonda coscienza del disegno di Dio. L'anno della famiglia diventi per esse un tempo di riflessione e rinnovamento. Possano trarne vantaggio soprattutto i piccoli, che hanno diritto ad avere - e ne hanno più che mai bisogno! - il calore di famiglie degne di questo nome.