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INTERVISTA A PILLON

"Famiglie senza libertà, basta credere alle bugie del Pd"

"Se il Pd non crede nella famiglia come potrà aiutare fiscalmente i genitori?". Intervista al senatore Pillon dopo la bocciatura delle politiche famigliari nel Def. "L'assegno unico da solo è dannoso: mette le famiglie nella condizione di essere sempre con il cappello in mano. Ci vuole una rivoluzione fiscale e noi con la Flat tax l'avevamo messa in piedi con l'ok della Ragioneria. Certo associazionismo familiare deve smettere di credere alle bugie del Pd". 

Famiglia 13_10_2019

“Basta cappello in mano, è una questione di libertà. Puoi dare alle famiglie tutti gli assegni che vuoi, ma se non riduci l’imposizione fiscale saranno sempre ostaggio del governo di turno”. Il senatore leghista Simone Pillon commenta alla Bussola lo stop, l’ennesimo, al rilancio di una politica familiare strutturale da parte del Governo Conte-Pd-Cinque Stelle. Stavolta sul banco degli imputati c’è il Pd che ha illuso le famiglie, annunciando la rivoluzione dell’assegno unico salvo poi rimangiarsi tutto e rimandare all’anno prossimo. Forse.

Cambiano i governi, ma l’orizzonte familiare è sempre fermo al palo.
La nota al Def è stata una presa in giro perché si reitera lo strumento del bonus di Renzi che è stato più volte smentito dai fatti.

In che senso?
È evidente che con una mano lo Stato dà gli 80 euro e con l’altra te li toglie con la tassazione.

Però ci sono risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione.
Ma neanche per sogno: le coperture della lotta all’evasione andranno a punire gli artigiani e i commercianti senza toccare le grandi multinazionali che sono quelle che evadono il Fisco davvero.

Veniamo alle politiche familiari.
Si reitera lo schema delle detrazioni e si prospetta il miraggio di un assegno unico. Ma così si mettono in fila le famiglie col cappello in mano. Prima vengono tosati i contribuenti, papà e mamma, da un fisco vorace e poi forse – ai figli si restituisce qualcosa sotto forma di contributo. Questo è il modo sbagliato di intendere la fiscalità familiare.

Anche il vostro governo però stava pensando a un assegno unico e non 240 euro a figlio, ma addirittura superiore.
Alt. Qui veniamo al punto. L’assegno va benissimo, perché va nella logica del sussidio a una categoria che ne ha bisogno e che va promossa, i figli. Ma la nostra proposta contemplava parallelamente una rivoluzione fiscale attraverso l’introduzione della Flat tax. L’uno, la contribuzione sussidiaria, non può andare senza l’altra, una fiscalità davvero a misura di famiglia.

Però l’assegno unico sarebbe stato comunque un segnale importante…
Certo, ma mette le famiglie nella condizione di essere sempre con il cappello in mano sperando che il governo di turno confermi per ogni anno un assegno unico. Una rivoluzione fiscale a misura di famiglia invece sarebbe strutturale e non potrebbe essere cambiata tutti gli anni a seconda delle mancette politiche che si vogliono erogare. E darebbe alle famiglie un requisito fondamentale per la loro esistenza: la libertà.

Oggi non sono libere?
No. Sono anni che l’associazionismo familiare propone di passare al sistema delle deduzioni lasciando i soldi nelle tasche delle famiglie, il sistema della Flat tax aveva quello come obiettivo.

Però anche la vostra proposta non era una vera Flat tax: avrebbe lasciato fuori quei redditi medi nei quali rientrano gran parte delle famiglie italiane, soprattutto numerose.
Infatti, la riforma era accompagnata da un sistema di deduzioni fisse crescenti in base al numero dei figli in modo da tassare solo il reddito effettivamente residuo. Questa sarebbe stata la rivoluzione copernicana che avrebbe portato a un Fisco a misura di famiglia.

Ma sulla Flat tax non tutto l’associazionismo familiare era d’accordo…
Allora mi fa sorridere che il presidente del Forum delle famiglie si sia affrettato a esultare per la mossa del Pd, salvo poi incassare l’ennesima fregatura scoprendo che poi quello stesso contributo era sparito dalla nota al Def.

Se si riferisce a Gigi De Palo, bisogna dargli atto di aver cercato un dialogo con tutti i partiti, compreso la Lega e di aver comunque contribuito a imporre l’urgenza delle politiche familiari nel dibattito politico.
Ricordo che negli anni passati quando ero nel direttivo del Forum raccogliemmo più di un milione di firme per avere un fisco a misura di famiglia che permettesse di uscire dallo schema dei contributi e di arrivare a lasciare i soldi.

Appunto, ma non si risolse nulla neanche allora…
La mia critica è relativa a un certo mondo che crede ancora alle bugie della Sinistra. Dobbiamo uscire dall’idea che i valori siano divisivi e che invece dobbiamo discutere di denaro perché troviamo piattaforme comuni.

Però il Forum ha sempre rivendicato che l’importante non è chi fa le politiche familiari, ma che qualcuno le faccia…
Ma se la Sinistra non condivide i valori, a maggior ragione non sosterrà questi interventi attraverso la leva finanziaria. Se il Pd, che ha un ministro preposto che ha inforcato gli occhiali dell’ideologia, non crede nella famiglia come potrà aiutare fiscalmente i genitori dato che neanche sa che cosa sia la famiglia?

Che cosa propone?
All’associazionismo familiare chiedo di smettere di legarsi mani e piedi al Pd, fare uno scatto e rivendicare giustizia sociale.

E sul fronte Fisco? Che cosa farà in Senato?
Abbiamo studiato la Flat tax che era pronta ad andare a regime. La prima tranche, applicata alle partite Iva sotto i 65mila euro è andata bene.

Questo è vero…
Bene. Si tratta di fare il secondo step e di estendere la rivoluzione al soggetto familiare non più considerando il reddito individuale ma quello familiare…

Alt, qua bisogna fermarsi: unendo i redditi di mamma e papà ci perderebbero le famiglie con più figli….
No, la tassa piatta al 15% non è calcolata sull’intero reddito, ma su quello dedotto da tutti carichi familiari.

Ma c’è sempre il problema delle coperture…
Ricordo che il nostro fisco a misura di famiglia è realizzabile perché è già stato bollinato dalla Ragioneria di Stato. Significa che è stato riconosciuto come compatibile con le risorse. Certo, poi bisogna decidere dove mettere i soldi ed è questo è il nodo politico centrale.