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L'EDITORIALE DI OGGI

Gli indignati strabici

Come mai le tante voci del mondo cattolico che pure difendono la costruzione di moschee non hanno nulla da dire sull'irruzione di antagonisti in una chiesa milanese durante la celebrazione della messa?

Editoriali 07_06_2011

In nome di quale principio tanti nel mondo cattolico, soprattutto tra coloro che si genuflettono alla sinistra, invocano il proliferare delle moschee? In nome della libertà religiosa. Giusto. In nome di quale principio gli stessi non muovono un dito dopo la vergognosa irruzione di un manipolo di squadristi rossi in una chiesa di Milano? Non si sa. Ce lo devono spiegare. E subito. Altrimenti dubiteremmo della loro onestà intellettuale. Non c’è nessuna differenza tra il pretendere che i fedeli di religione islamica abbiano a disposizione un luogo in cui pregare e pretendere che i fedeli di religione cattolica abbiano un luogo in cui pregare in santa pace, senza che la celebrazione del sacrificio eucaristico – culmine della fede cristiana – venga brutalmente interrotta.

Se la sono cercata… Cosa avremmo letto su certa stampa se un gruppo di facinorosi, anziché irrompere in una chiesa accusando il parroco di fare il suo mestiere - in questo caso seguire gli insegnamenti della Chiesa in materia di morale sessuale - avesse fatto irruzione in una moschea inveendo contro il mullah, poniamo per le sue prese di posizione contro i «crociati» e l’Occidente? Apriti cielo! Avremmo dovuto sorbirci fiumi di parole sull’intolleranza, sulla pericolosità di certe frange integraliste, ecc. Ma ad essere profanata è stata una chiesa cattolica.  Quindi va tutto bene. Anzi, se la sono cercata. Che è poi ciò che emerge dal modo con cui è stata data la notizia dai siti gay. Una malcelata soddisfazione. Anzi, quasi l’incoraggiamento ad andare avanti. Una, cento, mille messe da interrompere. Complimenti.

Legami sospetti. La stessa chiesa era già stata oggetto di recente di attacchi analoghi, ma non stupisce che l’ennesimo sacrilego atto squadristico avvenga pochi giorni dopo l’insediamento del novello sindaco di Milano, l’avvocato Giuliano Pisapia. Uomo mite, come lo dipinge una certa agiografia che gli ha già messo l’aureola. Molto meno miti quei giovanotti vicini ai Centri Sociali entrati nella chiesa di San Giuseppe Calasanzio per minacciare, offendere, spintonare. Hanno urlato il loro programma («Chiudete le chiese!») e aggiunto: «Pisapia ha liberato Milano e ora ne vedrete delle belle!». La segreteria del primo cittadino ha smentito ogni legame con l’atto teppistico, ma è un fatto che tra gli eletti nella nuova maggioranza ci sia un rappresentante dei Centri Sociali.

Curia batti un colpo. Non stupisce nemmeno l’assordante silenzio di quegli ambienti che si ergono a paladini, un giorno sì e l’altro pure, di rom, musulmani, gay, emarginati di ogni sorta, in nome del rispetto della dignità umana. Questi cavalieri dell’indignazione ci devono spiegare perché invece i cristiani sono da considerare una specie subumana, che può subire ogni oltraggio nell’indifferenza generale. C’è chi comincia a ipotizzare che, se viene alimentato un clima di caccia alle streghe contro i cattolici (attenzione! i cattolici osservanti, quelli che seguono il Papa), allora si dovrebbe cominciare a pensare a una sorta di servizio d’ordine, di gruppi di difesa delle chiese, come in fondo avviene in tanti Paesi islamici. Siamo davvero a questo punto? Speriamo di no. Non siamo tra coloro che vorrebbero «vederne di belle». Ma un po’ più di solidarietà ai sacerdoti e ai parrocchiani della chiesa profanata, quella sì che vorremmo vederla. Curia di Milano, se ci sei batti un colpo.