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IL CASO

"Il Papa mi ha detto...". Si fa largo il magistero privato

Una suora dall'Argentina sdogana i preservativi: "Me l'ha detto il Papa...". Silenzio dalla sala stampa vaticana. Intanto però si fa largo un magistero privato di Francesco esposto sempre da terzi, ma in contraddizione con quello pubblico che rende ormai urgente un intervento chiarificatore. Perché quando le opinioni sono imposte da chi ha potere, il passo verso l'ideologia è molto breve.

Editoriali 05_04_2018
Martha Pelloni

A forza di dichiarazioni choc finirà che la sala stampa della Santa Sede verrà ribattezzata Ufficio smentite & conferme. Non si è ancora sopito il can can mediatico dopo le parole attribuite al Papa da Eugenio Scalfari sull’inesistenza dell’inferno, che sul tavolo del portavoce vaticano ieri è piombato come un macigno un nuovo faldone: quello dello sdoganamento dei preservativi. Contraccettivi per evitare l’aborto. Il tutto attribuito a Papa Francesco da una suora argentina. Possibile? Il metodo è quello ormai della dichiarazione choc fatta da un interlocutore che sostiene di averne parlato con il Papa.

In Argentina si è nel mezzo del dibattito sulla depenalizzazione dell’aborto e una radio locale, Fm la Patriada ha intervistato una suora molto conosciuta nel Paese, Martha Pelloni, che si occupa di bambini da strappare alla droga e di donne in difficoltà.  Ebbene, nel corso dell’intervista, la Pelloni, dopo aver detto di essere a favore del dibattito, come il presidente Macri, ha sostenuto che una donna non debba aver bisogno di abortire perché se è ben informata, se lavora e se non subisce violenza non ha bisogno di ricorrere all’interruzione di gravidanza. Ma andando sul tema della paternità responsabile dice: “Papa Francesco parlando su questo argomento mi ha detto tre parole: preservativo, transitorio e reversibile. Un diaframma e, nell'ultimo caso, che è ciò che consigliamo alle donne sul campo ... la legatura delle tube”.

Non si capisce per quale motivo la legatura delle tube debba rientrare tra le procedure reversibili, data la sostanziale irreversibilità della sterilizzazione tubarica. In ogni caso, la battuta, riportata senza particolari dettagli, ha provocato il necessario clamore: “Il papa sdogana i contraccettivi”. Ovviamente si ignora il contesto, quando sarebbe stata detta questa frase e soprattutto si ignora se la frase sia stata realmente pronunciata da Papa Francesco o dall’allora vescovo Bergoglio. La sala stampa ieri non ha fornito nessun chiarimento. Intanto però la macchina mediatica macina e assimila il concetto, quello dei contraccettivi da liberare dal laccio dottrinale che già sono interessati da una vasta operazione di rilettura critica dell’Humanae vitae di Paolo VI.

Sarà vero? L’avrà detto o no? La confusione regna sovrana. In fondo, basterebbe poco da parte della Santa Sede: un comunicato secco per dire che non è vero o che ciò che emerge negli incontri privati del Papa non è materia di Magistero perché rientra appunto nel privato. Ma forse è proprio questo il punto, la sovrapposizione tra il piano privato e quello pubblico per portare avanti spinte rivoluzionarie in tema di dottrina e di morale utilizzando materia teologica che è già da tempo dibattuta e spinge per essere approvata.

Come dimostra infatti la vicenda Scalfari, ultimamente ciò che esce nel privato di Bergoglio, in un modo o nell’altro, diventa anche di dominio pubblico e viene rielaborato come se si trattasse di una dichiarazione pronunciata in cathedra Petri assistita dall’infallibilità pontificia. Delle due l’una: o c’è un complotto internazionale che vuole far passare il Papa per quello che non è o il Papa in privato fa affermazioni che non sono in conformità con la dottrina. In ogni caso è sempre più necessario spiegare e se il caso chiarire questo pericoloso corto circuito che ha ricadute anche immediate. Pensiamo solo a come possa uscire depotenziata la contrarietà dei vescovi argentini nella battaglia contro l’approvazione di una legge che depenalizzi l’aborto se si fa uscire la notizia che il Papa sdogana i contraccettivi.

Adesso qualcuno si prenderà la briga di riportare tutti gli interventi pubblici nel corso dei quali il Papa ha detto no ai contraccettivi, un po’ per placare le ansie, un po’ per normalizzare il tutto, ma nel frattempo lavorerà anche quel magistero parallelo che si nutre di dichiarazioni private o parziali di Bergoglio per sostenere il contrario, in uno scontro all’ultimo sangue dove ad uscire sconfitto è il principio di non contraddizione.

E questo modus operandi non sembra trovare ostacoli da parte dello stesso pontefice e dei suoi collaboratori più stretti. Con questo pontificato è stato inaugurato un nuovo tipo di comunicazione: “Il Papa mi ha detto che…”. Lo si vede ora con i casi Pelloni e Scalfari, ma lo si è visto anche in passato con tanti altri interpreti delle confidenze del Papa. Basti solo ricordare il caso del vescovo Bruno Forte su come accomodare le risultanze del Sinodo dei vescovi in materia di comunione ai divorziati risposati. 

In questo modo si crea così un Magistero privato da contrapporre a quello ufficiale. Un Magistero personale che viaggia parallelamente e con il favore mediatico sul quale però sarebbe il momento che sia lo stesso Bergoglio a intervenire per dire se sia quello da tenere in considerazione o no perché la coabitazione tra una verità e il suo contrario sta gettando nello sconcerto sempre più fedeli.

Il passo è breve. Si va dal Magistero del dubbio, sostenuto da vescovi e cardinali, in cui la dottrina non viene più in aiuto per confermare la fede, ma per ampliare il raggio delle possibilità e delle soluzioni, al magistero privato, in cui ognuno, smettendo di insegnare non fa altro che esporre le sue opinioni. E quando le opinioni acquisiscono autorevolezza in forza non della loro verità, ma del grado gerarchico del potente di turno che le espone, il passo verso l’ideologia è davvero breve.