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Emigranti

In Arabia Saudita le “tasse di soggiorno” fanno diminuire gli immigrati

Dal 2017 a causa delle crescenti tasse imposte sui lavoratori stranieri e sui loro famigliari quasi due milioni di immigrati hanno lasciato il paese, spontaneamente o perché hanno perso il lavoro

Migrazioni 20_09_2019

 

In meno di tre anni gli immigrati in Arabia Saudita per lavoro sono diminuiti del 22%. Complessivamente

hanno lasciato il paese 1,9 milioni di lavoratori. Il calo è dovuto alla riduzione dei lavoratori nel settore pubblico e nelle imprese private, passati da 8,55 a 6,66 milioni, mentre si è registrato un aumento del 33% degli impiegati come assistenti domiciliari, domestici e autisti privati che attualmente sono 3,1 milioni. In parte il calo nei settori produttivi dipende dal calo del Pil dovuto ai minori introiti derivanti dalla vendita di petrolio da quando nel 2014 il suo prezzo è diminuito. Molte piccole aziende sono state costrette a chiudere e le grandi aziende hanno licenziato migliaia di lavoratori. Soprattutto però ha pesato l’imposizione di nuove tasse. Dal luglio del 2017 il governo ha imposto agli immigrati una tassa mensile di 100 riyal (pari a 27 dollari) per ogni familiare al seguito, una sorta di “tassa di soggiorno” in aumento progressivo fino a quadruplicare nel 2010. Nel 2018 è stata introdotta una tassa analoga sui lavoratori stranieri impiegati in aziende il cui numero è inferiore a quello dei lavoratori sauditi: da 300 riyal per dipendente nel 2018 è salita a 500 nel 2019 e sarà di 700 riyal nel 2020. Per i lavorati stranieri in aziende, il cui numero è superiore a quello dei lavoratori autoctoni, l’imposta è partita da 200 riyal nel 2017 per aumentare progressivamente fino ai previsti 800 riyal del 2020. Le tasse sui famigliari sono pagate dai lavoratori, quelle sui dipendenti dalle aziende saudite responsabili del permesso di soggiorno. Vanno versate in anticipo, al momento del rilascio o del rinnovo del permesso, per tutto il periodo di permanenza previsto.