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Insulta chi è contro le nozze gay, farai carriera

Iowa: tre anni fa insultò pubblicamente un pastore evangelico perché si era espresso contro le nozze gay, ora viene eletto nella Commissione diritti umani della sua città. Si tratta di uno scenario che sta ormai diventando abituale.

Famiglia 29_07_2013
Cary Gordon

«Spero che tu marcisca all’inferno»: questo il commento che uno scalmanato ha lasciato nel 2010 sulla bacheca di Facebook del pastore evangelico Cary Gordon di Sioux City, in Iowa. Lo scalmanato non è uno scalmanato qualsiasi, ma risponde al nome di Scott Raasch, omosessuale che da poco è stato nominato membro della Commissione per i diritti umani della città. Una strana concezione di diritti umani, quella di Raasch, se si pensa che a scatenare quel commento furibondo bastò l’opposizione di Gordon al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso. E’ lo stesso pastore a ricordare che a seguito del suo appoggio all’appello per la rimozione di tre giudici della Corte suprema dell’Iowa che aprirono al matrimonio omosessuale, Raasch lo apostrofò quale «portatore d’odio» e «bigotto».

Di fronte alle misurate risposte del pastore Gordon – «Spero tu ti penta dei tuoi peccati e che tu accetti Gesù Cristo come tuo Signore e Salvatore. Non voglio che tu o chiunque altro andiate all’inferno» – Raasch rincarò la dose: «La differenza tra noi è questa. Io penso che ci siano molti che meritano di bruciare all’inferno, inclusi tu e la tua famiglia. Il più presto possibile, per il bene della nostra comunità». A causa di tali commenti, adesso il pastore evangelico vittima della furia di Raasch chiede l’annullamento della nomina. Con Raasch membro della Commissione, ha affermato il pastore, ci si farebbe beffe di ragione, equità e giustizia. «Un uomo che minaccia di morte un pastore e la sua famiglia», prosegue Gordon in una lettera resa pubblica, contribuisce a creare un clima in cui «il potere della Commissione per i diritti umani di perseguire qualcuno rischia di diventare causa di abusi e minaccioso per le persone di fede». 

Il diretto interessato, adesso, fa marcia indietro. Pur confermando di essere l’autore di quei commenti, Raasch ha chiesto scusa a mezzo stampa, ammettendo di aver usato toni rabbiosi inadeguati. «Se ho causato disagio al pastore o alla sua famiglia, chiedo scusa. Non era mia intenzione». Raasch si è detto convinto di essere in grado di svolgere egregiamente il suo compito nell’ambito della Commissione, ma Gordon ha avanzato dubbi sulla sua effettiva imparzialità. E’ evidente, infatti, che quantomeno si configura un rischio concreto per la libertà religiosa. Va notato inoltre che, proprio poco prima dell’accaduto, tre dei giudici che avevano firmato la decisione circa l’incostituzionalità del matrimonio omosessuale non erano stati confermati come membri della Corte dagli elettori. In Iowa, infatti, ogni giudice alla scadenza rimette il proprio mandato alla decisione dei cittadini. Proprio sul via libera al matrimonio omosessuale ci furono aspre polemiche e la campagna contro la riconferma di Marsha Ternus , Justices David Baker e Michael Streit – questi i nomi dei giudici – fu basata soprattutto su tale argomento.  I tre giudici persero il posto per volontà popolare, ma ricevettero un premio ufficiale da parte della John F. Kennedy Library, «per il loro coraggio politico e la loro indipendenza» dimostrati nel sostenere «le libertà fondamentali e la sicurezza garantita a tutti i cittadini».

Lo scenario che oggi si configura in Iowa non ha nulla di diverso da quello che ci aspetta e che in parte è stato già attuato: il potere politico e giudiziario che riescono a sdoganare il matrimonio omosessuale; poche voci autorevoli che oppongono resistenza e vengono accusate di intolleranza da parte della lobby omosessualista; lobby che ottiene ruoli preminenti nelle stanze dei bottoni dove si gestiscono le questioni legate ai diritti umani e alla discriminazione; il mondo liberal, e – ahinoi – non solo quello, che premia e incoraggia l’impegno per sovvertire l’ordine naturale.  Gli esiti sono ormai chiaramente immaginabili: un’opinione argomentata e basata su convincimenti morali, religiosi e razionali che viene equiparata ad odio e violenza (e per questo messa fuori legge), mentre il vero odio e la vera violenza, conditi di sentimento anticristiano, divengono degni strumenti di civiltà, progresso e difesa dei (presunti) discriminati.