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Campagna pubblicitaria

«Io sono le donne»

Il brand Chitè di Milano lancia una campagna pubblicitaria contro la violenza sulle donne in cui sotto volti maschili campeggia lo slogan «Io sono le donne». Le femministe insorgono perchè si sentono scippate della loro identità femminile.

Gender Watch 09_02_2021

Il brand Chitè di Milano lancia una campagna pubblicitaria contro la violenza sulle donne in cui sotto volti maschili campeggia lo slogan «Io sono le donne». Come strambo gesto di solidarietà ha prodotto anche dei boxer unisex. Le femministe di Radfem insorgono e in un comunicato scrivono: «E’ il loro sogno invidioso di sempre, da Aristotele in avanti. Prendere il posto delle donne. Saper dare la vita al posto loro. Renderle l’abietto. Rinchiuderle. Nasconderle. Velarle. Cancellarle. Sostituirle. Loro sono le donne. Noi, al massimo, “mestruatori” o “gente con la cervice”.

Diranno, potrei giurarlo, che è una campagna “solidale”. Che stiamo prendendo un enorme granchio! Che loro stanno “dalla parte” delle donne. Che quello che viene fatto alle donne viene fatto anche a loro. Ma il medium è il messaggio. E questa immagine è molto violenta per NOI DONNE. Ci arriva come un pugno nello stomaco.

Questa immagine usa consapevolmente la lingua mainstream dell’identità di genere, dell’ideologia queer, del genderfluid, del no-binary, dell’essere donne per scelta e non per nascita […], dell’inner feeling, dell’autodeterminazione e autocertificazione. La comunicazione della moda ammicca molto a questa roba, al codice transumano che oggi ci impedisce di nominarci come donne e che ci sanziona come transfobiche e violente quando lo facciamo. Che fa quindi del semplice nominarsi donne un vero e proprio atto politico.

No, voi non siete le donne. Voi vorreste esserlo, da sempre. Ma le donne siamo NOI. E noi non siamo uomini. Non possiamo essere costrette a essere scimmie di uomini per vivere e agire liberamente nel mondo».

Curioso che chi è contro la violenza sulle donne usi un linguaggio violento a danno degli uomini, vilipesi e odiati in queste poche righe, e se il medium è il messaggio… Inoltre bene indignarsi a motivo del fatto che il mainstream corrente vuole confondere le acque e far credere che anche gli uomini possano «diventare» donne, ma siamo arrivati a questo punto anche a causa dello stesso movimento femminista che ha voluto confondere i ruoli sociali e la struttura psicologica connaturati all’uomo e alla donna.