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CONVEGNO 9 GIUGNO

La Brescia di Paolo VI ricorda la profezia di Humanae Vitae

Il cardinale Willem Eijk, monsignor Livio Melina, Massimo Gandolfini, Raffaella Pingitore, Costanza Miriano sono tra i relatori dell'importante convegno che si svolgerà a Brescia sabato 9 giugno su "Humanae Vitae - La verità che risplende".

Ecclesia 05_06_2018
Locandina convegno

“Humanae vitae – La verità che risplende”, a Brescia il 9 giugno, si pone come un convegno importantissimo, sia per il tema (la generazione della vita, la paternità responsabile e l’intimità coniugale continuano a interrogare Chiesa e mondo); sia per i relatori (diversi e internazionali, ecclesiastici e scienziati), e sia per l’ormai imminente canonizzazione di Paolo VI, fissata da Papa Francesco per il prossimo 14 ottobre. A 50 anni esatti dall’osteggiatissima enciclica di Papa Montini sembra essere arrivato il momento di fare luce, anche a costo di aprire vecchie ferite tra le fila di un cattolicesimo progressista, da sempre restìo a contemplare la visione profetica del Papa bresciano in tema di sessualità.

Eppure l’HV si collocherebbe proprio “a sinistra”. Ad affermarlo è monsignor Guido Mazzotta, relatore della causa di canonizzazione di Papa Montini e decano della facoltà di Filosofia alla Pontificia Università Urbaniana. In una recente intervista, ricordando come nel ‘68 fosse studente alla Sapienza, mons. Mazzotta arriva a dire: «Prima che il movimento studentesco venisse egemonizzato dalla sinistra, eravamo anti ogni cosa e avevamo visto nell'appassionata difesa del carattere umano dei riti coniugali quasi un’opposizione alla società che pretendeva di meccanizzare tutto». Per continuare così: «Il rapporto erotico tra uomo e donna trascende e non può ridursi a un caso della meccanica. Fu una visione profetica, e la profezia non viene capita. Il carattere umano del rapporto veniva salvaguardato dalla Humanae Vitae». Un’enciclica – conclude dunque il monsignore che ha lavorato alla "positio" di Montini fin dal 1999 – che «paradossalmente era più a sinistra di ogni sinistra».

Appare questo il paradigma corretto per inquadrare l’enciclica montiniana, mentre altra e combattutissima, purtroppo, in questi 5 decenni è stata la sua “fortuna”. Se infatti per il teologo svizzero Romano Amerio l’Humanae vitae è stato «l’atto più importante del suo pontificato» (così scrive in Iota unum), per l’allora arcivescovo di Torino, card. Michele Pellegrino, l’enciclica di Paolo VI è stata invece «una delle tragedie della storia pontificia». Senza pensare – lo apprendiamo dal documentatissimo Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta (Lindau) dello storico Roberto de Mattei –  a quell’appello del New York Times uscito pochi giorni dopo la pubblicazione dell’HV e firmato da 200 teologi, che invitava i cattolici a disubbidire al Papa e che molto inequivocabilmente portava questo titolo: “Contro l’enciclica di Papa Paolo”.

Ecco perché la prima preoccupazione del Convegno bresciano del 9 giugno (qui il teaser) sarà quella di ribadire il magistero insegnato da Paolo VI. La domanda che si metterà a fuoco può così sintetizzarsi: quell’HV che nel ‘68 fu tanto avversata, alla luce di quanto è accaduto dal punto di vista antropologico all’uomo di oggi, può dirsi finalmente compresa? Può essere unanimemente riconosciuta la profondità profetica di Papa Montini? Con negli occhi le macerie attuali e nel cuore le parole potenti che Paolo VI indirizzava agli sposi («Ad essi il Signore affida il compito di rendere visibile agli uomini la santità e la soavità della legge che unisce l’amore vicendevole degli sposi con la loro cooperazione all’amore di Dio autore della vita umana», Hv 25) c’è ancora nella Chiesa chi rifiuta la promozione di una visione della sessualità alternativa rispetto alla mentalità contraccettiva dominante? Queste domande spiegano perché le molte realtà che hanno promosso il Convegno, raccolte sotto la sigla “Amici di Paolo VI”, abbiano puntato anche sulla presenza dei giovani: è soprattutto a loro che è rivolta la bellezza dell’enciclica, e a loro spetta di toccare con mano la profonda verità in essa contenuta.

Ecco allora che l’ospite più illustre sarà l’arcivescovo di Utrecht, card. Willem Eijk, medico, poi sacerdote, poi professore di filosofia, infine pastore e principe della Chiesa. Se nei giorni passati il mondo ha conosciuto il coraggio del card. Eijk (tra pochi a stigmatizzare la pretesa della Conferenza episcopale tedesca sull’intercomunione cattolici-protestanti), va premesso che le parole chiare che il cardinale spenderà sull’HV non sono soltanto figlie di consolidati studi in campo bioetico, ma anche, e forse soprattutto, della sua lunga esperienza pastorale nella iper-progressista società olandese, da decenni terreno sempre più compromesso dal punto di vista morale. A patrocinare il magistero montiniano sulla vita interverranno anche mons. Livio Melina, già preside dell'Istituto Giovanni Paolo II, esperto di morale familiare e di bioetica, e don Giorgio Comini, responsabile dell'Ufficio diocesano per la Famiglia di Brescia.

Dopo il Magistero, sarà la Scienza il secondo ambito di cui il Convegno si interesserà, e lo farà nella precisa ottica di sottolineare le conferme che la medicina ha fornito alla “profezia” di Paolo VI. Risulta infatti stupefacente quanto gli ultimi 50 anni di ricerche scientifiche confermino una morale che all’epoca sembrò azzardata e medicalmente fragile. Biologia, neurologia, ginecologia: tutto muove a conferma della stessa tesi. Massimo Gandolfini, neurochirurgo e leader pro-family porterà la sua doppia esperienza di dottore e di sostenitore di una nuova cultura della famiglia. Lo farà insieme a Renzo Puccetti, autore de I veleni della contraccezione (ESD-Edizioni Studio Domenicano), libro in cui il bioeticista toscano racconta, dati alla mano, di come la pillola contraccettiva, oltre a rompere l’unità della dottrina cristiana, abbia rivoluzionato la società e sconvolto gli equilibri demografici.

Colei, però, che più di tutti potrebbe indurre il neo-ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana – ufficialmente invitato – ad assistere al Convegno (gli organizzatori sono in attesa di una sua conferma) è Raffaella Pingitore, il medico più esperto di naprotecnologia in Italia. Il nome della tecnica, “cattolicamente corretta”, deriva dall’inglese “natural procreation technology” (tecnologia della procreazione naturale) ed ha un tasso di riuscita – per percentuali di nascite da coppie che seguono i trattamenti – pari addirittura al doppio di quello della fecondazione assistita. Malgrado i successi e i numeri parlino chiaro, e malgrado i costi siano 10 volte minori di quelli della fecondazione assistita, la Pingitore rivelerà come la “napro”, oltre ad essere (comprensibilmente) boicottata dalle milionarie “lobby della provetta”, risulti ancora ignorata dal Servizio sanitario nazionale. Eufemisticamente una stranezza per un paese, l’Italia, in gravissima crisi demografica.

Nel pomeriggio l’ultima tavola rotonda sarà tenuta dai “Testimoni”, perché ciò che è insegnato dalla Chiesa e dimostrato dalla Scienza si riflette con fecondità nel fluire della vita concreta. Costanza Miriano terrà una relazione dal titolo “Il centuplo quaggiù”, seguita poi dal tutor Teen STAR don Marco Begato che relazionerà sulle nuove sfide educative in ambito affettivo-sessuale. Interverranno infine le referenti bresciane INER, della Confederazione italiana dei centri per la regolazione naturale della fertilità, per parlare di un tema quasi sconosciuto eppure ricchissimo a livello sia scientifico che antropologico: l’impatto dei metodi naturali di pianificazione familiare sulla coppia.

Sarà un convegno aperto a studiosi, movimenti, famiglie e giovani; un’occasione per celebrare la memoria del papa bresciano nel suo intervento più coraggioso e urgente. L’evento si svolgerà per tutta la giornata – dalle 9.30 alle 18.00 – nell’auditorium bresciano di San Barnaba, in Corso Magenta 4 (biglietteria aperta dalle 8.30). Per prenotarsi, e quindi essere certi del posto, è necessario registrarsi dal sito del Convegno: www.amicipaoloVI.it.