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EDITORIALE

La coda di paglia di certi anti-pedofili

Un emendamento-provocazione del senatore Giovanardi ha scatenato la polemica a proposito dell'accostamento omosessualità-pedofilia. Ma è un fatto che dopo la "normalizzazione" dell'omosessualità ora avanza il "partito" dei pedofili.

Editoriali 26_01_2014
pARLAMENTO

Una furiosa polemica ha scatenato l’emendamento presentato dal senatore Carlo Giovanardi sul disegno di legge Scalfarotto, con il quale si chiedeva che le parole “omofobia” e “transofobia” fossero sostituite dalla dicitura «fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l'incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé». La polemica è arrivata al punto da attribuire allo stesso parlamentare l’infamante accusa di difendere i pedofili.  Chi conosce la storia personale e politica di Giovanardi sa quanto una simile accusa possa apparire risibile. 

Ora, appare alquanto chiaro che la ratio dell’emendamento vada nel senso di evidenziare le eventuali conseguenze paradossali del testo di legge in discussione al Senato. Si potrebbe, infatti, arrivare al punto di dover difendere, al pari di omosessuali e transessuali, anche i pedofili, attesa la tendenza a derubricare lo stesso fenomeno della pedofilia da patologia a mero orientamento sessuale.

I segnali inquietanti, da questo punto di vista, non mancano davvero.

1) Non è un caso  che l’American Psychiatric Association (APA) lo scorso 31 novembre 2013 abbia dovuto rettificare ufficialmente (13-67DSM- Correction 103113.pdf) quanto scritto nell’ultima versione del Dsm-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) pubblicata l’anno passato, in cui la pedofilia era stata declassata da «disordine» a semplice «orientamento sessuale» (nel Dsm-4 dieci anni fa era già stata derubricata da «malattia» a «disordine»).

2) Non è casuale neppure la recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione con la quale è stata riconosciuta l’attenuante della «minore gravità» ex art. 609-quater, terzo comma, del Codice Penale, nel caso di rapporti sessuali tra un sessantenne ed una bimba di undici anni, sulla sussistenza di un asserito rapporto sentimentale tra autore del reato e vittima. Tale pronuncia, inaccettabile sotto il profilo giuridico, ammettendo la possibilità di una relazione amorosa tra un uomo di sessant’anni ed una undicenne, rischia di offrire il destro, anche se in modo involontario, a quella preoccupante deriva ideologica che tende a fare riconoscere la pedofilia non quale grave e depravata patologia, ma come semplice orientamento sessuale. I provvedimenti giudiziari in questa delicata materia, del resto,  rischiano di destabilizzare l’opinione pubblica, come accaduto il 2 aprile 2013 con la sentenza della Corte d’Appello olandese di Arnhem-Leeuwarden, la quale, in riforma della decisione di primo grado, ha dichiarato legittimo il gruppo di ispirazione pedofila Stitching Martijn, che propone la liberalizzazione dei contatti sessuali tra adulti e minori, (circostanza che ha determinato una petizione popolare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la stessa sentenza).

3) Non è un caso che in alcuni Paesi europei sia in atto un dibattito sull’abbassamento dell’età minima per il consenso sessuale, come dimostra, ad esempio, il caso discusso nel Regno Unito a seguito della proposta avanzata da Barbara Hewson, avvocato inglese nota per le sue battaglie per i diritti civili, di portare il limite di tale consenso a 13 anni.

4) Non è un caso che recentemente alla trasmissione radiofonica La Zanzara di Radio 24 il registra Pasquale Squitieri si sia dichiarato favorevole ai rapporti sessuali con minorenni dichiarando testualmente che «oggi una ragazzina di 12-13 anni ne sa più di chiunque altro con tutto quello che ha a disposizione dall'informazione», e confessando di aver avuto lui stesso rapporti sessuali con una tredicenne. 

5) Non sono casuali neppure le inequivocabili parole del fondatore del movimento omosessualista italiano Mario Mieli: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica» (da: Elementi di critica omosessuale, pag. 62, 2002).

6) Ancor meno casuale – e assai più inquietante – è la notizia di pochissimi giorni fa relativa all’accreditamento presso le Nazioni Unite del famigerato Kinsey Institute, il potente gruppo che si batte per la depenalizzazione della pedofilia e invoca la parificazione legale di tale fenomeno agli altri orientamenti sessuali.

Alla luce di tutto ciò, non appare, poi, così paradossale l’ipotesi paventata nell’emendamento contestato. Ne riparleremo in un – temiamo imminente – prossimo futuro.