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SANATORIA E SBARCHI

La resa dell'Italia al traffico dei migranti

Come era facile prevedere la sanatoria decisa del governo italiano che regolarizzerà un numero di immigrati clandestini previsto in 200mila unità dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sta facendo impennare gli sbarchi e i tentativi di raggiungere l’Italia dalle coste di Libia, Tunisia e Algeria.

Politica 26_05_2020
In attesa di sbarco

Come era facile prevedere la sanatoria decisa del governo italiano che regolarizzerà un numero di immigrati clandestini previsto in 200mila unità dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sta facendo impennare gli sbarchi e i tentativi di raggiungere l’Italia dalle coste di Libia, Tunisia e Algeria.

Un “fattore d’attrazione” che nessuno a Roma può definire imprevisto, specie in concomitanza con la bella stagione che favorisce i traffici di esseri umani sul mare, al punto che è lecito chiedersi se l’iniziativa di regolarizzare un numero così ampio di clandestini non abbia anche l’obiettivo secondario di attirare nuovi flussi per riprendere a finanziare su vasta scala le lobby clientelari del soccorso e dell’accoglienza, tutte legate con diverse sfumature alla Sinistra. Meglio non dimenticare, infatti, che i partiti che sostengono il governo Conte sono tutti i immigrazionisti, anche se in misura diversa. M5S che pure prese voti nelle elezioni del marzo 2018 con un programma anti-sbarchi, ha rivelato il suo vero volto su questo tema già nelle fasi finali del precedente governo, ostacolando la Lega e Matteo Salvini proprio sul fronte del contrasto all’immigrazione illegale.

Per tutta la giornata di domenica si sono succeduti gli arrivi di centinaia di clandestini: nello sbarco più numeroso avvenuto quest'anno, sulla spiaggia di Vincinzella a Palma di Montechiaro nell'Agrigentino, sono sbarcati più di 300 migranti illegali, quasi tutti tunisini, da due barche, una al traino dell'altra, giunte fino a pochi metri dalla battigia. Mentre giungeva la notizia di questo maxi sbarco, i carabinieri trovavano nell'abitato di Linosa, nelle isole Pelagie, altri 52 migranti provenienti dall' Africa subsahariana. Tutti trasferiti a Lampedusa, dove l'hotspot è vuoto dopo il trasferimento a Porto Empedocle dei clandestini che avevano terminato la quarantena e il trasbordo sulla nave Moby Zaza, che ci costa un milione di euro al mese, e da dove, nei giorni scorsi, una ventina di tunisini hanno inscenato una rivolta chiedendo e ottenendo di terminare la quarantena a terra.

La resa totale dell’Italia all’immigrazione clandestina, che il nostro stesso governo sta alimentando incoraggiando lo sporco business dei trafficanti, è ben dimostrata anche da altri dati inoppugnabili. Sono ripresi gli sbarchi in Sardegna dall’Algeria con l’arrivo nel cagliaritano in 24 ore di due barche con una ventina di algerini a bordo, mentre da Algeri hanno comunicato che 3 gommoni sono stati bloccati dalle loro motovedette. Anche la Guardia costiera tunisina ha sventato negli ultimi tre giorni quattro operazioni di emigrazione illegale verso le coste italiane in partenza da Sfax, Nabeul, Biserta e Tunisi fermando 144 persone. La scorsa settimana altre 10 imbarcazioni vennero fermate dai guardiacoste tunisini mentre nel weekend appena trascorso le motovedette libiche hanno soccorso e riportato in Libia 317 clandestini diretti in Italia, oltre 3.200 dall'inizio dell'anno. Dal primo gennaio al 24 maggio sono sbarcati in Italia dall’Africa 4.737 clandestini, più del triplo dei 1.490 sbarcati l’anno scorso nello stesso periodo.

Oltre agli sbarchi vanno segnalati i flussi in aumento di immigrati illegali asiatici che dalla Bosnia si infiltrano in Croazia e Slovenia senza di fatto trovare ostacoli fino all’ingresso in Italia, dove l’accoglienza continua ad essere garantita a tutti. Così, in assenza di respingimenti, i flussi vengono incoraggiati dalle stesse politiche italiane. Inoltre la Caritas ha segnalato una ripresa dei transiti di migranti al confine con la Francia, che starebbe attuando i respingimenti verso l'Italia graditi a quanto pare anche ai clandestini che sperano di regolarizzarsi con la sanatoria voluta dal ministro Bellanova e rivolta a chiunque dichiari da essere entrato in Italia prima dell’ottobre scorso.

Il ministro dell’Interno è invece impegnato a chiedere chiarimenti a Malta che ancora una volta avrebbe rifornito imbarcazioni cariche di migranti aiutandole a dirigersi verso l’Italia. Atteggiamento non nuovo, ma, del resto, condiviso dai clandestini che non si sono certo imbarcati pagando i trafficanti per raggiungere l’Europa a Malta. "Ho visto il video" che mostra, secondo Alarm Phone, un'imbarcazione delle forze armate maltesi mentre respinge migranti su un gommone verso l'Italia fornendo loro anche carburante e "l'ho girato con whatsapp al ministro dell'Interno maltese” ha dichiarato il ministro. “Mi pare assurdo che questo Paese sia coinvolto in una situazione del genere. Il ministro mi ha detto che le cose non stavano esattamente come risultavano dal video. Io comunque ho segnalato il fatto alla Commissione europea" ha detto Lamorgese.

Malta è finita da tempo nel mirino della Ue perché accusata di aver attrezzato alcune imbarcazioni per respingere i clandestini in mare consegnandoli alle motovedette libiche. I respingimenti, deplorati dalle agenzie dell’Onu, sono condannati anche dalla Ue che ha ribadito domenica che le operazioni di salvataggio e soccorso in mare sono un dovere di diritto internazionale chiedendo ai Paesi membri di lavorare per trovare soluzioni anche in questo momento difficile. Malta però tiene duro e ha minacciato di porre il veto alla missione navale europea Irini che dovrebbe monitorare i traffici di armi verso la Libia se i partner europei non si faranno carico dei clandestini accolti sull’isola.

Invece di alimentare vecchie polemiche, la posizione maltese offrirebbe all’Italia l’opportunità per “fare squadra” e coordinare insieme alle forze navali di Tripoli (addestrate, sostenute e coordinate dall’Italia e in misura minore dalla Ue) i respingimenti di tutti i clandestini in arrivo dalla Libia. Se le autorità italiane rimorchiassero in acque tunisine e algerine anche i barconi provenienti da quei paesi in pochi giorni verrebbero scoraggiati tutti i traffici illegali di migranti e i trafficanti non incasserebbero più un soldo. Un approccio che suonerebbe serio e credibile a tutela degli interessi nazionali e dei cittadini italiani (specie in questo momento difficile) ma che è del tutto anacronistico attendersi dall’attuale governo.