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CROCEFISSO A SCUOLA

L'Austria fa da sé e si tiene il crocefisso

La Corte Costituzionale del Paese mitteleuropeo dice che il crocifisso in classe c'è e ci rimane: l'Europa dica pure quel che vuole.

Attualità 18_03_2011
crocefisso a scuola

 

Anche l’Austria ha avuto il suo caso dei crocefissi contestati nelle aule scolastiche, ma lo ha risolto qualche giorno fa in totale indipendenza. Dicendo che le croci cristiane ai muri delle scuole si possono appendere, che questo non viola la laicità dello Stato e che nessuno se ne deve sentire offeso, anzi.

Il 16 marzo, nell’indifferenza dei media, la Corte Costituzionale austriaca lo ha stabilito con una sentenza che tra l’altro chiarisce due princìpi fondamentali. Anzitutto essa riconosce che, accanto al diritto delle minoranze religiose a non essere discriminate, esiste pure il diritto della maggioranza a vedere tutelati positivamente i propri diritti. La suprema Corte lo afferma nettamente nel totale rispetto della separazione fra Chiesa e Stato vigente in Austria: essendo la maggioranza dei bambini austriaci di religione cristiana - dice -, qualche diritto a vedere non discriminata in pubblico quest’appartenenza il popolo austriaco l’ha.

In secondo luogo la Corte - che ha emesso sentenza due giorni prima dell’atteso responso di oggi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo - ha espressamente preso le distanze dal caso italiano, ovvero dal ricorso presentato dal nostro governo a Strasburgo e dal suo esito (qualunque fosse stato) proprio sostenendo che comunque la sentenza avrebbe riguardato l’Italia, non l’Austria, la quale Austria non ne viene dunque toccata. Peraltro l’Austria non è nemmeno uno di quei Paesi che alla Corte Europea aveva presentato ricorsi analoghi di solidarietà con il caso italiano. Per la Corte Costituzionale di Vienna, insomma, il diritto interno austriaco è pienamente sovrano e precede le decisioni di Strasburgo.

La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche austriache è del resto garantita da una legge del 1949, confermata dal Concordato tra Stato e Chiesa del 1962. Oltre all’eliminazione del crocefisso dalle pareti alcuni asili dell’Austria Meridionale avevano comunque richiesto anche l’espunzione dal calendario scolastico di popolarissime feste religiose, per esempio quella di san Nicola che negli asili viene celebrata con i piccolini nelle classi. Ricordando dunque che - lo afferma già la legge nazionale sugli asili - la partecipazione a tali momenti di festa scolastica è esclusivamente volontaria, la Corte Costituzionale ha respinto al mittente come inammissibile anche questa richiesta.