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USA

Le femministe criticano il genderismo di Biden

Le femministe contestano l'ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti dove, per parità di genere, si annullano tutte le separazioni, non solo per sesso, ma anche per il genere auto-attribuito.

Gender Watch 07_02_2021

Nello stesso giorno dell'inaugurazione del suo mandato, Joe Biden ha firmato un «Ordine esecutivo sulla prevenzione e la lotta alla discriminazione sulla base dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale» in cui si dichiara che «Ogni persona dovrebbe essere trattata con rispetto e dignità e dovrebbe essere in grado di vivere senza paura, non importa chi sia o chi ami. I bambini dovrebbero essere in grado di apprendere senza preoccuparsi del fatto che potrebbe essere negato loro l'accesso ai bagni, agli spogliatoi o agli sport scolastici». Spieghiamo il passaggio oscuro: Biden vuole permettere che bambini, ragazzi e adulti transessuali possano scegliere in che bagno o spogliatoio della scuola andare - se maschile o femminile - e in quale squadra – maschile o femminile – giocare e allenarsi.

Prosegue così l’Ordine esecutivo: «Gli adulti dovrebbero essere in grado di guadagnarsi da vivere e perseguire la propria vocazione avendo la certezza che non saranno licenziati o che le loro mansioni non verranno ridimensionate o che non saranno maltrattati a causa della persona che li aspetta a casa o perchè il modo in cui si vestono non è conforme agli stereotipi basati sul sesso. Tutte le persone dovrebbero ricevere parità di trattamento ai sensi della legge, indipendentemente dalla loro identità di genere o orientamento sessuale». Poi Biden afferma che i divieti relativi a discriminazioni basate sul sesso di appartenenza, contenute nelle leggi statunitensi, comprendono anche le discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e alla «identità di genere».

Il sito femminista Feminist Current ha pubblicato un articolo dal titolo «Joe Biden ha cancellato le donne? Sì, ma possiamo fermarlo», a firma dell’avvocato Kara Dansky, in cui si legge che questo Ordine esecutivo «è progettato per indurre le donne e le ragazze a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato nel volere spazi divisi per sesso. […] Quello di cui stiamo parlando, qui, è garantire ai ragazzi di accedere ai bagni o agli spogliatoi delle ragazze o agli sport scolastici femminili. […] [L’Ordine] Ci dice che non abbiamo diritto a spazi separati per sesso. Ciò potrebbe significare che le ragazze adolescenti devono spogliarsi negli spogliatoi con uomini e ragazzi con il pene. Potrebbe significare che le detenute saranno ospitate in celle con uomini condannati che hanno violentato donne ma che ora affermano di essere donne». L’articolo continua affermando che questo atto governativo è simile ad «ogni altro tentativo di questa amministrazione di cancellare i diritti delle donne e mascherare tale cancellazione sotto la bandiera dell'antidiscriminazione».

La Dansky, poi, critica la ricostruzione di Biden secondo cui le leggi che combattono la discriminazione sessuale implicitamente combattano anche quella a danno delle persone transessuali. L’avvocato, correttamente, precisa che «una volta che proteggiamo il cosiddetto "status transgender", non siamo più in grado di proteggere il sesso». Questo, aggiungiamo noi, almeno per due motivi. Una tesi a supporto del transessualismo predica che l’appartenenza sessuale è una decisione arbitraria della persona, sganciata da qualsiasi riferimento genetico. Il sesso è quindi una costruzione autonoma della persona. Il sesso, come realtà biologica previa alla determinazione del soggetto, non ha più diritto di essere predicato. Questo è un primo vulnus alle tesi femministe: «donna» non lo sei, ma puoi solo diventarlo. In secondo luogo, ed è l’aspetto che più fa infuriare le femministe, anche gli uomini ora possono diventare «donne». Il sesso femminile, condizione per la quale le femministe si sono battute per decenni, non è quindi più appannaggio delle sole donne biologiche, ma anche degli uomini, proprio loro che per anni sono stati i nemici giurati del femminismo. Una vera beffa. In breve chi difende il transessualismo non può difendere le donne, spiega la Dansky.

Però occorrerebbe ricordare a quest’ultima che chi è causa del suo mal pianga se stesso. Infatti fu ed è tuttora proprio il femminismo che vuole scardinare il ruolo sociale del maschio e della femmina e annullare le differenze psicologiche e caratteriali tra i due sessi. La confusione sessuale che ha portato all’avanzata del transessualismo nasce anche dalla confusione sessuale dei ruoli sociali e della identità personale propugnata dal femminismo. Affermare che non esistono ruoli naturali per l’uomo e la donna in famiglia e nel mondo del lavoro e che non esistono inclinazioni, strutture psicologiche, formae mentis più maschili che femminili e più femminili che femminili (si parla ovviamene di orientamenti generali) ha preparato la strada al transessualismo che ha solo fatto un passo in più e nella stessa direzione indicata dal femminismo: se una donna può sentire, comportarsi, fare lavori propri di un uomo questo vale anche per l’uomo. E quindi un uomo che sente e vive come una donna perché non potrebbe essere considerata una donna a tutti gli effetti? Cancellare, come ha tentato di fare il femminismo, le peculiarità che distinguono uomini e donne sul piano sociale e psicologico è stata la premessa per cancellare la differenza sessuale identitaria e dunque per approdare alla cosiddetta identità di genere. In conclusione l’Ordine esecutivo di Biden, così giustamente vituperato dalle femministe, è solo la logica conclusione di un percorso iniziato da quelle stesse femministe tanti anni fa. Una vera e propria eterogenesi dei fini.