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Le pievi della Valdarno

Citata da Dante nella Divina Commedia, Gaville (in Valdarno) custodisce una delle pievi più antiche e celebri della Toscana. Sempre nella Valdarno troviamo altre pievi degne di nota fra cui San Pietro a Gropina, costruita nell'VIII Secolo su resti di chiese paleocristiane.

Cultura 09_11_2013
San Romolo

Come tutte le pievi che si rispettino anche S. Romolo, in quel di Gaville, nella Valdarno fiorentina, sorge dove un tempo esisteva un pagus, un villaggio romano, abitato, appunto, da pagani. L’appellativo di San Romolo a Cortule, riferito all’intero complesso rurale circostante la pieve, dove si amministrava la giustizia, è ricordato in un documento dell’XI secolo: la sua costruzione, infatti, venne avviata subito dopo l’anno Mille e fu sicuramente completata intorno a metà secolo.

La chiesa, intitolata al primo vescovo di Fiesole, nacque addossata ad una torre preesistente romana, forse di avvistamento, poi inglobata con funzione di campanile. La facciata è caratterizzata da un’estrema semplicità: su di essa si aprono solo una piccola bifora ed il portale, un tempo sormontato da un affresco con la Madonna e il Bambino tra i Santi Pietro e Romolo, ora restaurato e ricoverato in Canonica, opera di scuola senese del XV secolo. Di questa decorazione resta testimonianza anche all’interno dove si conserva la sinopia. L’aula basilicale è divisa in tre navate da pilastri e colonne sormontate da capitelli scolpiti con immagini naturalistiche e mitologiche, come gli ippogrifi, i famosi cavalli alati, o altri animali mostruosi. Nella navata sinistra, recentemente restaurata, si può ammirare una bellissima Annunciazione attribuita alla scuola del Ghirlandaio.

Citata da Dante nel XXV canto dell’Inferno Gaville custodisce, dunque, una delle pievi più celebri dell’intera Valdarno ma senz’altro non l’unica. Sono diversi gli edifici religiosi rurali medievali disseminati sul territorio, aretino e fiorentino, sorti in corrispondenza di primitivi agglomerati urbani attraversati dall’antica strada romana. Tra questi la pieve di San Pietro a Gropina rappresenta un bellissimo esempio di romanico toscano. Siamo in provincia di Arezzo dove questa pieve, testimoniata già dall’anno 774, fu costruita sui resti di chiese addirittura preesistenti. La nuda pietra dell’esterno si contrappone alla decorazione scultorea interna: i capitelli presentano una ricchissima varietà di rilievi con episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento oltre che immagini simboliche dell’eterna lotta tra Bene e Male, rappresentando un vero e proprio strumento didascalico prima ancora che estetico. Su una colonna della navata centrale si appoggia un meraviglioso pulpito, sorretto nella parte anteriore da due colonnine intrecciate che rimandano alla Trinità. Vi sono scolpite figure bizzarre, serpenti dal potere scaramantico, sirene bifide che evocano culti legati alla fertilità, soggetti antropomorfi e zoomorfi che completano la variegata simbologia dell’intero programma iconografico.