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GENDER A SCUOLA

L'indottrinamento prosegue col matrimonio dello zio

Roma, Non si tocca la famiglia denuncia le lettura in classe di un libro a sfondo Arcobaleno. Intanto il Consiglio comunale approva un testo a difesa della Festa della mamma e del papà. Schizofrenia della giunta Raggi che lo vota, ma sostiene l'iscrizione in anagrafe delle due "mamme".

Educazione 04_05_2018

Una bambina di nome Giulia racconta ad una sua amica il viaggio a New York, fatto con la sua famiglia e molti altri parenti, per partecipare al matrimonio gay dello zio con il suo compagno. L’esperienza viene presentata come un evento fantastico e l’amica rimane affascinata da questo racconto che le apre un mondo sconosciuto, “figo non lo sapevo che si poteva” esclama infatti Marialba, amica del cuore di Giulia. La storia si conclude con la mamma di Giulia che regala a Marialba la bomboniera del matrimonio con scritto "love is love".

Quella appena descritta è la trama del libricino illustrato – che non si fa mancare nemmeno la pagina con lo sfondo arcobaleno - “Il matrimonio dello zio”, edito da Lo Stampatello, recentemente letto durante l’orario scolastico a bambini di 9 e 10 anni, alunni delle elementari dell'Istituto Comprensivo Motta Camastra, nella Borgata Finocchio di Roma.

Il caso ci viene segnalato dall’associazione Non si tocca la famiglia, aderente al Family day, che ha raccolto le proteste di alcuni genitori, che lamentano di non aver ricevuto alcuna informazione dalla scuola circa il fatto che ai loro figli sarebbe stato presentato un tema sensibile, come quello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, e di non aver avuto la possibilità di esprimere un consenso informato.

Così riferisce una nota di Non si tocca la famiglia: “Qualche genitore perplesso ha contattato la nostra associazione per chiedere se fosse normale in orario di lezione, leggere libri del genere a bambini così piccoli e perché non si è espressamente chiesto ad ogni genitore l'autorizzazione, spiegando esattamente quale fosse l'obiettivo di tale progetto e prevedendo l'esonero per quei bambini i cui genitori avessero espresso dissenso”. 

Perplessità che sono state rivolte al vicepreside il quale, in un incontro con un genitore, avrebbe difeso la scelta della lettura, poiché presa a livello collegiale, ed affermato che la scuola non ha ritenuto che ci fosse bisogno del consenso dei genitori.

Dopo mesi braccio di ferro con il Miur per inserire nelle linee guida della riforma della Scuola lo strumento del consenso informato, la posizione espressa dall’Istituto alla periferia Est della Capitale suona come una beffa per le associazioni pro-family impegnate a far rispettare il primato educativo dei genitori. Giusy D’Amico, presidente di Non si tocca la famiglia, ha scritto alla scuola mettendo nero su bianco il disappunto delle mamme e dei papà coinvolti: “Rammentiamo al vice preside della scuola che proprio in ordine al comma 16 della L.107, le recenti Linee Guida da poco emanate dal Miur hanno esaltato il pieno e attivo coinvolgimento delle famiglie nell'educazione dei propri figli proprio citando espressamente il cap. 29 della nostra Costituzione sul dovere dei genitori di istruire i propri figli e l'Art. 26 della Dichiarazione dei Diritti dell' Uomo che ne afferma la priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire loro”.

“Va inoltre specificato – si legge ancora nella nota dell’associazione - che i progetti relativi a qualsiasi tematica possono essere realizzati, in orario curricolare, sia nell’ambito del curricolo obbligatorio sia nell’ambito della quota parte facoltativa, ma pur sempre previsti dal Piano dell’Offerta Formativa. La partecipazione a tutte le attività extracurricolari, anch’esse inserite nel P.O.F., è per sua natura facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni”.

Sul fronte educativo sono settimane molto calde a Roma. Il caso della Borgata Finocchio arriva pochi giorno dopo l’abolizione della festa della mamma decisa da un asilo del quartiere Ardeatino a seguito delle proteste di una coppia omogenitoriale che ha avuto un bambino tramite utero in affitto. Il caso, sollevato dall'Associazione Articolo 26, ha avuto una risonanza nazionale, Fratelli d’Italia e la Lega hanno protestato in piazza del Campidoglio.

Ma sul caso sembra esserci stata una sana riflessione di tutti i gruppi politici: proprio ieri l’Assemblea capitolina ha approvato una mozione presentata dal gruppo di Fdi che impegna il Sindaco Raggi e la giunta “a sostenere tutte le azioni utili a garantire il benessere dei bambini anche attraverso iniziative come la festa del papà e della mamma e percorsi educativi che li accompagnino nell’acquisizione di principi universalmente riconosciuti”.

Per la maggioranza grillina che regge la giunta Raggi si tratta di una atteggiamento  schizofrenico, visto che non hanno battuto un colpo quando pochi giorni fa il Comune, per la prima volta, ha registrato una bambina come figlia di due papà senza l’intervento dei giudici. Sarà difficile celebrare le feste che il consiglio comunale ora afferma di voler tutelare, se allo stesso tempo si avallano pratiche illegali che negano fin dal concepimento la presenza della madre o del padre nella vita di un bambino che è oggetto di mercimonio.