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ANTICIPAZIONE

Lo spirito del Taekwon-Do

Le arti marziali sono
sia sport
sia strumento militare. Leggiamole
alla paolina..

Cultura 21_01_2012
Lo spirito del Taekwon-Do

 

Anticipiamo la prefazione di Rino Cammilleri al libro di Antonio Atzeni, Lo spirito del Taekwon-Do. Note storiche, filosofia, etica e spiritualità, Edizioni Il Castello, pp. 588.


La vita del cristiano è continuamente paragonata da s. Paolo alla «milizia» e nelle lettere dell’Apostolo i termini sia militari che sportivi abbondano. Le arti marziali sono, appunto, sia uno sport che uno strumento militare. Io stesso ho cercato di praticarle, sia pur per breve tempo. Tornando a s. Paolo, certo buonismo contemporaneo ha finito con l’inquinare anche il modo di pensare dei credenti. Per i cattolici, in particolare (lo dico perché l’autore del libro che vi sto segnalando è un sacerdote cattolico), ciò rasenta l’eresia. Ma ormai l’eresia è così diffusa che, come dice il cardinale Biffi, a far scandalo è l’ortodossia. Nel giro mentale di cui dicevo è presente la convinzione che s. Paolo parlasse di «lotta al peccato». E’ così, certo, ma si dimentica che il «peccato» non esiste, è un’astrazione. Esiste il peccatore, che è l’unica cosa concreta. Il credente deve, sì, combattere con la sua tendenza a peccare. Ma non di rado anche con quella altrui. E don Bosco –uno che all’occorrenza usava le mani- diceva che il male si diffonde per l’inerzia dei buoni.

Qualcuno potrebbe negare che il coraggio sia una virtù prescritta ai cristiani? Osservava C. S. Lewis, tuttavia, che il coraggio morale è impossibile a chi non abbia anche quello fisico. Diceva il manzoniano don Abbondio che, il coraggio, uno non può darselo da sé. Infatti, lui non aveva né il coraggio fisico né quello morale. Diversamente da fra Cristoforo, un ex omicida. E’ vero, certuni nascono fisicamente ardimentosi ma poi si rivelano vili quando c’è da dimostrare fermezza d’animo. Ma la virtù del coraggio si acquista, ed è accessibile a tutti, altrimenti Cristo avrebbe parlato a vanvera. Ebbene, le arti marziali permettono anche ai meno dotati per natura di aver ragione di avversari superiori. La disciplina che richiedono è salutare in tutti i sensi, perché nell’uomo l’anima e il corpo sono un tutt’uno.

Il cristianesimo è sempre stato geniale nel prendere da ogni cultura quanto c’era di meglio e trasfigurarlo. Così dovrebbe essere anche per le arti marziali del lontano Oriente. In fondo, a ben pensarci, il cristianesimo vuole che i suoi seguaci si sforzino di portare a perfezione la loro natura umana, cioè che siano degli eroi. Lo slogan preferito di Giovanni Paolo II era «Non abbiate paura!». E non c’è niente di meglio che la palestra di arti marziali per imparare a vincere la paura. Perciò mi pare doveroso segnalare il libro di Antonio Atzeni (cappellano militare) sul Taekwon-Do, che potrete chiedere all’indirizzo: info@ilcastelloedizioni.it.