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IL BELLO DELLA LITURGIA

Lucia, la fede che illumina anche i momenti più bui

Santa Lucia fu martirizzata intorno ai vent’anni ma nella splendida tavola di Francesco del Cossa appare come una donna già matura, forse perché l’artista ne voleva evidenziare la forza e profondità della fede. Bellissima anche la pala che Lorenzo Lotto dedicò alla martire siciliana, esaltandone le virtù. E poi il Caravaggio, che ne raffigurò, in modo drammatico, il seppellimento. Interrogando, con il suo sapiente chiaroscuro, la fede di ciascuno di noi.

Cultura 14_12_2019

Francesco del Cossa, Santa Lucia, Washington – National Gallery of Art

Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita (Salmo responsoriale, dal Sal 1)

Quando Lucia venne martirizzata durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano nel 304, la fanciulla siciliana aveva una ventina d’anni circa. Appare come una donna già matura, invece, nella splendida tavola che Francesco del Cossa le dedicò, scomparto superiore destro del Polittico Griffoni commissionato al pittore ferrarese dall’omonima famiglia per una cappella in San Petronio a Bologna. Forse il maestro, dotandola di una fisionomia adulta, intendeva evidenziare la forza e la profondità della sua fede: Lucia fu uccisa perché non volle adorare gli dei pagani dopo essere stata denunciata, come cristiana, dall’uomo che rifiutò per dedicarsi totalmente a Dio.

La figura solida della santa, descritta con preciso naturalismo, si staglia su uno sfondo oro mentre tiene un piede sollevato sul parapetto alla base del pannello. Nella mano destra stringe la palma del martirio e nella sinistra, con gesto delicato, un ramoscello da cui sbocciano, come fossero fiori, i suoi occhi.  Questo simbolo iconografico, che proprio verso la fine del Quattrocento cominciò a sostituire il calice con il quale era solitamente rappresentata, è correlato al nome “Lucia” che rimanda all’idea della luce e di una fede che, quando fiorisce, illumina anche i momenti più bui. Gli occhi, dunque, non hanno a che fare con il suo martirio: morì, infatti, decapitata.

Al giorno della sua nascita al Cielo, il 13 dicembre, la giovane arrivò dimostrando una forza e una fermezza non comuni: Lorenzo Lotto, che per una chiesa di Jesi realizzò, a partire dal 1523, una pala d’altare con tanto di predella, attraverso il racconto degli episodi più salienti della vita, ne tracciò un bellissimo ritratto, evidenziandone le doti morali.

Lorenzo Lotto - Santa Lucia di fronte al giudice - Jesi, Pinacoteca Civica


La devozione, innanzitutto. Il primo scomparto mostra la nobile siciliana che accompagna la madre malata in pellegrinaggio sulla tomba di sant’Agata. È lì che confidò alla madre la sua consacrazione a Dio e la decisione di distribuire le sue ricchezze ai poveri. Ecco perché, nelle scene che si susseguono senza soluzione di continuità, la vediamo condannata dal console che tentò, invano, di punirla facendola trascinare da otto coppie di buoi.

La determinazione, in secondo luogo. È quella che la santa dimostra nella tavola centrale dove compare di fronte al giudice seduto su un alto scranno, immerso in una penombra che contrasta con la luce del nome e della figura di Lucia.  La martire, il dito puntato verso l’alto da cui discende la colomba dello Spirito Santo, resta salda e irremovibile nonostante i tentativi della folla di portarla altrove.

La forza della sua fede, quella che le fece affrontare il martirio, la racconta, infine, il Caravaggio che ricostruì il momento del seppellimento in un dipinto custodito nella chiesa di Siracusa intitolata alla santa.

Caravaggio, Il seppellimento di Santa Lucia, Siracusa - Chiesa di Santa Lucia alla Badia

Per l’artista, non c’è nulla di bello né di glorioso nella sua morte. Lucia è riversa a terra con un evidente taglio all’altezza della gola. Tutto intorno a lei accentua la drammaticità di quanto è appena accaduto: il gesto disperato della donna accovacciata, la presenza del vescovo che ha impartito l’estrema unzione, l’accalcarsi dei popolani dolenti. E i due becchini, figure brutali ed enormi in confronto agli altri personaggi, che, in primo piano, sono già pronti a scavare la fossa.

Tutti sono immersi in un'atmosfera dai toni rossi e bruni, come il sangue versato, acuiti dal sapiente chiaroscuro caravaggesco che sospende i personaggi nello spazio vuoto dello sfondo in cui si sente attratto anche lo spettatore, testimone del tragico avvenimento.

Lucia, per Caravaggio, è una donna qualunque e il suo profondo realismo pone inevitabilmente ciascuno di noi di fronte all’interrogativo su quanto sia forte la nostra, di fede.