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INTERVISTA

Miriano: scelta della scuola, opportunità per la famiglia

«L'ideale è una educazione cristiana, cioè che sappia comunicare il desiderio di conoscere la realtà così come essa è; ma anche se si è costretti a una scuola statale, i limiti dell'insegnamento possono essere occasione di dialogo e crescita». Parla Costanza Miriano

Educazione 11_12_2017
Costanza Miriano

Siamo in periodo di orientamento scolastico e tanti genitori si interrogano sulla scelta della scuola per i propri figli. Ne parliamo con Costanza Miriano, giornalista della Rai, autrice di molti libri di successo in cui ci presenta una visione controcorrente della famiglia e della donna. 

La vostra famiglia è molta attenta all’educazione dei figli, che importanza ha per voi la scelta della scuola?
Con quattro figli in età scolare, dalle medie alle superiori, il problema ce lo siamo posti più volte in questi anni. Ed è una questione che è sicuramente importante per noi che cerchiamo, pur con tutti in nostri limiti, di essere attenti all'educazione dei nostri figli.            

E come vi siete mossi in questi anni?
Potendo, ci saremmo orientati ogni volta su una buona scuola paritaria. Ne conosciamo diverse che sono davvero valide, ma nella zona in cui abitiamo non ce ne sono e, come è  noto, muoversi a Roma non è una cosa semplice…

Perché proprio una paritaria, non ci sono buone scuole statali?
Perché volevamo una scuola che fosse in linea con le nostre convinzioni, capace di offrire una educazione cristiana, che rispecchi quello in cui noi crediamo e che riteniamo importante per i nostri figli. La scuola di Stato, da questo punto di vista, non ci soddisfa per nulla.

Cosa intendi con "educazione cristiana"?
Semplicemente una educazione attenta e aperta al reale, che sappia comunicare il desiderio di conoscere la realtà così come essa è, certamente non una scuola dove si insegnano le preghiere o si fa catechismo, che semmai sono compiti della famiglia. Una scuola rigorosa nel metodo ed esigente nell'impegno, ma nello stesso tempo umana, attenta alla persona in tutte le sue dimensioni.

E quindi avete cercato una buona scuola paritaria...
Sì, perché nelle paritarie è ancora possibile trovare una impostazione così, mentre le scuole statali purtroppo sono molto scadute.

In che senso?
Beh, a parte il fatto che si è molto abbassato il livello generale dell'impegno, spesso dietro la facciata della scuola pluralista si cela una scuola che in realtà vuole indottrinare i ragazzi, facendo passare per vere e incontestabili teorie e insegnamenti – il più delle volte anticristiani - che non sono affatto veri o tuttalpiù sono solo ipotesi.

Però poi avete optato proprio per le scuole statali....
Eh sì, perché come dicevo le paritarie che avremmo scelto noi sono troppo distanti e altre private, che invece sono più vicine, oltre ad essere molto costose e quindi fuori dalla nostra portata, sono solo delle scuole di elite per i rampolli delle famiglie ricche, poco rigorose e pensate soprattutto per offrire un ambiente protetto dal mondo.

E come è andata finora?
Devo dire che tutto sommato siamo contenti. Non perché non ci siano problemi, ma perché abbiamo verificato che se si dedica tempo a seguire i figli nello studio, stando attenti a quello che a scuola gli insegnano, è  possibile che persino i tentativi di indottrinamento possano diventare occasioni di dialogo e di crescita...

Puoi fare un esempio?
Proprio in questi ultimi giorni hanno spiegato a mia figlia Livia la teoria della evoluzione secondo Darwin, presentandola come una verità incontrovertibile. Questa è stata per noi l'occasione per parlarne in famiglia, mostrando come sia tuttalpiù una ipotesi e sicuramente non l'unica esistente. Qualche tempo fa avevamo invitato una nostro amico scienziato, Enzo Pennetta, che se ne intende davvero, e con lui abbiamo intavolato un dialogo davvero utile e interessante. Ho promesso a Livia che lo avremmo invitato di nuovo.

Capisco, però questo che dici non è alla portata di tutti. Oggi, poi, le famiglie hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli e ai loro compiti…
E’ vero, non tutti hanno la fortuna che abbiamo noi di avere amici così e anche il tempo per stare coi figli, che io però ritaglio con molta decisione dal mio lavoro. Faccio un'attività che indubbiamente mi permette una certa flessibilità, posso arrivare presto e uscire relativamente presto, però questo significa che per stare accanto ai figli finisco per lavorare anche durante la notte.

Non so se vi sia mai capitato, ma quando è ora di passare dalle medie alle superiori può succedere che genitori e figli non si trovino d'accordo sulla scelta dell'indirizzo. In questi casi, come è bene regolarsi secondo te?
Premesso che io manderei tutti al liceo classico, credo che sia compito dei genitori cercare di orientare i figli verso un tipo di scuola che apra la mente e offra una formazione culturale ampia e approfondita, permettendo così di proseguire in un'ampia varietà di campi. Secondo me in uscita dalle medie sono troppo giovani per intraprendere percorsi con un indirizzo molto specifico.

E quindi tutti al liceo classico...?
Tre su quattro sicuri (due già ci sono, una non vede l'ora, la quarta sta tentando di resistere, ma vedremo): secondo me è la scuola che forma maggiormente la mente e dà la possibilità di spaziare in una molteplicità di campi. Io stessa ne ho fatto esperienza (anche se poi ho proseguito in un settore umanistico), e insieme a me tanti miei compagni di scuola che oggi lavorano con successo in campi molto diversi fra loro, anche in ambito tecnico. La preparazione tecnica si può recuperare anche dopo, ma la capacità di studio, di applicazione, l'apertura mentale che offre una scuola come il liceo classico, se non si formano durante quegli anni poi non le recuperi più...

E se un figlio non ne vuole sapere?
Mia figlia Lavinia, la quarta, come dicevo, ha già detto che lei - a differenza degli altri - non ha alcuna intenzione di andare al classico. Ne parleremo, cercheremo di capire insieme quale percorso può essere più adatto a lei, senza però rinunciare ad un impegno serio.  Del resto, quando diciamo che l'educazione cristiana significa attenzione e apertura alla realtà così come essa è, questo vale anche per noi: i figli sono una grandissima occasione di educazione per i genitori...

Insomma, anche la scelta della scuola può essere una occasione di crescita per tutti, se vissuta in famiglia in un certo modo. E per aiutare davvero i figli occorre prima di tutto che i genitori siano disposti a fare un lavoro su di sè...
Sì, è proprio così. Parlare delle scelte significa chiedersi tutti insieme: come vorrei vivere, cosa mi fa vivere, cosa voglio davvero. In fondo, quale senso ha essere qui.