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IMMIGRAZIONE

Neanche gli elettori 5stelle vogliono i "porti aperti"

Un sondaggio commissionato dal Corriere della Sera dimostra come gli italiani non abbiano gradito l'iniziativa del presidente del Consiglio Conte. Neanche i grillini che, sul tema immigrazione, sono in grande sintonia con l'elettorato leghista.

Cronaca 14_01_2019
Il soccorso della Sea Watch

Riaprire i porti italiani ai migranti soccorsi in mare dalle Ong, come sembra chiedere la Ue che pure si era espressa per la lotta all’immigrazione illegale, non riscuoterebbe molti applausi per il Governo e soprattutto tra gli elettori dei Movimento 5 Stelle.

Sul piano del consenso, l’iniziativa del presidente del Consiglio Conte di andare incontro alle richieste Ue di condivisione del carico umano delle navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye avrà forse strappato compiacimento al Quirinale e a Bruxelles, tra le opposizioni e presso le lobbies dell’accoglienza cattoliche e di sinistra, ma non sembra certo essere stato gradito dall’elettorato pentastellato.
Almeno secondo un sondaggio commissionato alla società demoscopica IPSOS PA dal Corriere della Sera che ha sentito un campione di 1.001 italiani di diversa provenienza e opinione politica.

Per il 60% degli intervistati la maggiore responsabilità per il caso dei migranti illegali a bordo delle due navi delle Ong ricade sull’Unione europea, il 13% la attribuisce alle Ong stesse, il 12% al singolo Stato in cui sono giunte le imbarcazioni coi migranti clandestini (cioè Malta) e il 15% non risponde a conferma che una certa quota di opinione pubblica non segue le vicende legate all’immigrazione, ne è stufa o non si è fatta un’opinione.

Tra gli elettori del M5S è più alta la percentuale di chi accusa la Ue (70%); ancor più alta tra quelli del PD (80%), dei quali solo il 6% se la prende con le Ong e l’11% con Malta. Tra gli elettori della Lega il 61% accusa principalmente la Ue e il 17% Malta e una percentuale uguale le Ong. Gli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia puntano il dito sulla Ue per il 42% riservando un 26% di accuse a Malta e altrettanto alle Ong.

La linea intransigente sull’immigrazione tesa a impedire ogni sbarco è condivisa dal 51% degli intervistati che sale all’80 per cento tra gli elettori della Lega e al 70 tra gli elettori di M5S, a conferma che le aperture di Conte sembrano cozzare con l’opinione diffusa tra gli elettori pentastellati. Tra gli elettori di Forza Italia e fratelli d’Italia la linea dura è condivisa dal 61% ma anche da un robusto 20% dei fans del PD.

Lo sbarco dei migranti dalle due navi delle Ong viene accettato solo come caso unico e specifico dal 13% degli intervistati, il 16% tra M5S, appena il 2% tra i leghisti e solo il 19% del campione ritiene che l’Italia dovrebbe riaprire i porti ai migranti illegali soccorsi in mare, percentuale che scende al 5-6% per gli elettori dei partiti di governo e di FI/FdI per salire al 54% tra gli elettori del PD e al 77% tra quelli di altre liste come Leu.

L’aspetto paradossale del sondaggio è che se da un lato le risposte degli elettori di Lega e M5S sul tema immigrazione illegale sembrano convergenti, alla domanda se i due partiti di governo abbiamo posizioni simili sulla gestione dell’immigrazione solo il 25% risponde "sì" mentre per il 55% hanno posizioni differenti e un 20% non sa. Tra gli elettori del M5S il 35% ritiene che i due partiti abbiano posizioni simili (la pensa così anche il 37% dei leghisti) contro il 58% che le considera diverse come il 55% degli elettori della Lega.

L’aspetto paradossale è proprio questo: Il 70% degli elettori M5S e il il 61% dei leghisti accusano la Ue per il caso Sea Watch, il 70% di M5S e l’88% degli elettori della Lega sostengono la linea dura sull’immigrazione, eppure più della metà di loro ritengono che vi siano differenze tra i due partiti nella politica sull’immigrazione.

I risultati del sondaggio sembrano quindi indicare che l’apertura di Conte allo sbarco di altri migranti sarà forse condivisa da quella parte di M5S legata al presidente della Camera Roberto Fico ma non certo dal grosso dell’elettorato che, in caso di nuovi sbarchi favoriti da Palazzo Chigi, potrebbe spostarsi su posizioni leghiste.

Le differenti sensibilità nei due partiti di governo si notano un po’ di più nell’ultima domanda del sondaggio che riguarda i sindaci che si oppongono al Decreto Sicurezza. Per il 41% (44% dei pentastellati e 24% dei leghisti) i sindaci sollevano un problema reale e vanno ascoltati per trovare una soluzione. Per il 33% (40% dei votanti M5S e 63% dei leghisti) sono esponenti della sinistra che vogliono solo mettere in difficoltà il governo senza alcuna motivazione concreta.

Il dato più importante che emerge da quest’ultima domanda sembra però essere lo scarso appeal riscosso in una parte importante degli intervistati dall’iniziativa dei sindaci di Napoli, Palermo, Firenze e altri centri: ben il 26% del campione non ha risposto.