Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Fedele da Sigmaringen a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Nel mare della vita

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Lc 5,1-11

Schegge di vangelo 10_02_2013

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Lc 5,1-11

Qui c’è tutto: la folla, l’annuncio, il lavoro, la delusione, lo slancio, il buon esito, lo stupore, la chiamata, la sequela… Forse per questo si arriva a dire – secondo il vezzo di qualche interprete – che si tratta di un episodio simbolico e non reale. Ma chi non ha sotto gli occhi la spiaggia sassosa del lago di Gennezaret-Tiberiade o di altre rive, le barche accostate, le reti, i volti che si alzano dal lavoro per guardare Gesù, e poi le reti gettate, la pesca abbondante, e l’entusiasmo di Pietro! Da dove comincia e ricomincia la vita, da dove riprende l’energia del cuore e delle membra, da dove nasce una nuova decisione? A volte siamo così spenti e delusi che non ci rialziamo da soli, e solo la voce di un amico, la chiamata di un maestro, la compagnia dei fratelli giungono a ridestarci. Questa è la grazia di Cristo contemporaneo, che vince la solitudine e spezza il giogo dell’abbattimento. Nel mare della vita, questa storia è accaduta innumerevoli volte, e accade in questa giornata, perché nella nostra barca è entrato il Signore. Si può prendere il largo ogni volta, insieme con familiari e amici e colleghi, insieme con gli altri cristiani e con tutti gli uomini che sanno guardare.