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India

Nell’Assam nasce il primo centro di detenzione per immigrati illegali

Secondo un recente censimento 1,9 milioni di persone risiedono illegalmente nello stato indiano dell’Assam. Il loro futuro è incerto. Per loro sono in costruzione dei campi di detenzione

Migrazioni 18_09_2019

È a buon punto in India nello stato dell’Assam la costruzione del primo centro di detenzione per cittadini illegali, quelli cioè esclusi dal registro nazionale dei cittadini in base a un censimento effettuato nei mesi scorsi il cui esito è stato reso noto il 31 agosto. Si tratta di 1,9 milioni di persone alle quali il governo ha tuttavia concesso 120 giorni per presentare nuovi documenti. A vedersi negata la cittadinanza sono i bengalesi arrivati a milioni in India nel periodo successivo alla guerra di indipendenza del Pakistan orientale conclusasi nel 1971con la nascita dello stato del Bangladesh. L’India sta conducendo una campagna contro l’immigrazione illegale che è stata uno dei temi centrali della campagna elettorale del primo ministro Narendra Modi, rieletto a maggio. Si ritiene che l’obiettivo del governo dell’Assam sia riequilibrare la composizione etnico religiosa dello stato. Gli immigrati dal Bangladesh sono infatti in maggioranza musulmani e nell’Assam un terzo della popolazione è di fede islamica a differenza del resto del paese in cui prevalgono gli indù. Il centro in costruzione comprende 15 edifici di quattro piani, delle scuole, un ospedale, un auditorium e 180 bagni. È costato 5,8 milioni di euro. Sorge su una superficie di 2,5 ettari e si trova a 150 chilometri dalla capitale dello stato, Guwahati. Ospiterà circa 3.000 persone. Nei prossimi mesi è previsto che inizino i lavori per la costruzione di altri nove centri. Le autorità governative assicurano che i centri non saranno delle carceri. Il ministro dell’Unione per gli affari interni degli stati, G Kishan Reddy inoltre ha garantito che “sarà data attenzione speciale alle donne con bambini e alle gestanti. I bambini alloggiati nei centri di detenzione avranno delle strutture educative”.