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VENERDI' SANTO

Oggi lo si teme, ma l'Alleanza Nuova nasce dal sacrificio

L’alleanza del Nuovo Testamento è nel Sangue di Cristo, infatti la Chiesa incoronata dalla Gloria del Risorto solleva il calice per raccogliere il nettare del Nuovo Patto. In una miniatura tutta la teologia cristiana della Salvezza. Ma cosa intendiamo oggi per alleanza quando la parola Sacrificio ci spaventa e rimanda a un Dio vendicatore?

- LA PASSIONE DI ALFIE COME QUELLA DI GESU'  di Benedetta Frigerio
- APPELLO AI SACERDOTI PER ALFIE -

Ecclesia 30_03_2018

Si chiamava Herrad von Landsberg e fu un’abadessa francese del XII secolo; la prima donna a scrivere un’enciclopedia tra le più famose nel medioevo dal titolo Hortus Deliciarum.
Il testo era riservato alle monache e raccoglieva, con bellissime illustrazioni, tutto il sapere umano e religioso del tempo. Una delle miniature contenute nell’opera presenta la scena della crocifissione densa di particolari.

Cristo è al centro, adagiato sulla croce con una maestà e una grazia particolari. Dalle ferite sgorga sangue: un fiume che lava i peccati del mondo. Attorno ci sono i testimoni: La Madonna e san Giovanni, unici con l’aureola, rappresentano la Chiesa nascente. Il centurione Longino, a mano levata sotto la croce, è il primo battezzato della storia cristiana, mentre il soldato che porta a Cristo la spugna, compie la profezia secondo la quale Cristo non avrebbe più bevuto se non nel regno del Padre suo. A sinistra, il buon ladrone guarda verso Gesù, riconosce l’Innocente e accetta la sua Potestà, a destra il cattivo ladrone, invece, gli volge le spalle.

In alto le cortine stanno a simboleggiare il velo del tempio squarciato in due. L’antica Shekinà riconosce in Cristo la Presenza e, come accadeva di fronte a una bestemmia, strappa le sue vesti. Anche la Creazione è testimone dell’evento: il sole piangente è simbolo del Nuovo Testamento, il quale, pur avendo in sé il Sol Invictus, ne piange la sorte. La luna, pensierosa, è l’Antica economia che, pur brillando già della luce del Messia, resta in attesa della piena rivelazione.

Nuovo e antico Testamento sono anche in primo piano e cavalcano due destrieri. La Sinagoga siede sopra un asino, cavalcatura dei re in tempo di pace. È lo stesso asino dell’ingresso trionfale di Cristo in Gerusalemme. Il libro e l’agnello tenuti in mano sono la legge e i sacrifici antichi annuncianti già una legge perfetta e un sacrificio perenne. L’asino perde la cavezza, simbolo, da un lato di ribellione, ma dall’altro di liberazione. Il popolo di Abramo è liberato dalla legge antica, ma ancora non lo vede, per questo ha il velo sugli occhi. Il vessillo a forma di stola è ammainato, cioè sono finiti i sacrifici antichi, costituiti da animali e da sacerdoti che ogni giorno chiedevano perdono, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; ora è sorta un’altra economia, (il vessillo tenuto in mano dalla Chiesa) che annuncia un sacerdozio nuovo, secondo l’Ordine di Melchisedec, dove il Sacerdote è uno - il Cristo - e il Sacrificio è perfetto perché compiuto nel Sangue del Redentore, vero Agnello pasquale.

La Chiesa cavalca un animale tetramorfo, annunciato da Ezechiele (Ez 1,10) e ripreso dall’Apocalisse. Per lo più le quattro teste (e le quattro zampe) di uomo, di toro, di leone, di aquila rappresentano i quattro evangelisti, ma non solo. Secondo san Girolamo esse narrano la totalità del Mistero cristiano: Incarnazione (l'uomo alato), Passione (il toro), Resurrezione (il leone) e Ascensione (l'aquila) e quindi le 4 fasi della vita di Cristo: fuit homo nascendo, vitulus moriendo, leo resurgendo, aquila ascendendo. Egli, nato come uomo, morì come un vitello sacrificale, fu leone nel risorgere e aquila nell'ascendere. Ciò spiega le tombe aperte alla base della miniatura: i morti risorgono già, secondo il Vangelo, nel momento stesso in cui Cristo emette lo spirito e li vediamo nelle tombe scoperchiate di sinistra. Adamo invece, di cui si vedono le sole ossa al centro, sotto la croce, resta in attesa del Salvatore che, discendendo negli Inferi, lo libererà per condurlo nella gloria.

L’alleanza proclamata dal Nuovo Testamento è nel Sangue di Cristo, infatti, a parte il vessillo sacerdotale che svetta nel cielo, la Chiesa incoronata dalla Gloria del Risorto solleva il calice per raccogliere il nettare del Nuovo Patto. In una miniatura, dunque, tutta la teologia cristiana della Salvezza: citazioni bibliche e commenti patristici, come noi non sapremmo più fare. C’è da domandarsi cosa intendiamo noi oggi per alleanza nel suo Sangue, quando solo la parola Sacrificio ci spaventa e ci rimanda a un Dio vendicatore. Certo, molto è stato precisato nei secoli: il legame fra giustizia e misericordia, il connubio fra verità e perdono, il rapporto con il popolo ebraico, cose tutte che non potevano essere raffigurate da una donna del XII secolo e che non vanno dimenticate, purtuttavia resta vero il fatto che la Nuova Alleanza è scritta nel Sangue di Cristo.

Questo sangue è «dato per tutti» (o per la moltitudine che in ebraico conserva il significato della totalità) sottolineando così la portata universale del Sacrificio di Cristo. Nella formula consacratoria sul pane, invece, il «per tutti» non compare. Il pane, resta inteso, è dato ai soli discepoli, ai cum-panis, a coloro che mangiano lo stesso pane, a quelli cioè che per mezzo del battesimo sono inseriti nel Corpo mistico del Salvatore.