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NOMINE EPISCOPALI

Papa Francesco alla conquista degli Stati Uniti

Sostituito monsignor Chaput a Philadelphia allo scoccare dei 75 anni, quest'anno saranno ben 13 i vescovi americani da sostituire e otto sedi ancora vacanti. È la grande occasione per papa Francesco di rimodellare la Chiesa americana a sua immagine. Intanto Schomborn a Vienna viene prorogato.

Ecclesia 26_01_2020
Papa Francesco con il vescovo Chaput

L'epilogo temuto dai tanti fedeli della diocesi di Philadelphia che avevano fatto partire una raccolta firme di protesta alla fine non c'è stato: non sarà padre James Martin a prendere il posto di monsignor Charles Chaput. Papa Francesco ha infatti scelto monsignor Nelson J. Perez come decimo arcivescovo di Philadelphia. Secondo un rumor insistente trapelato nei mesi scorsi, il gesuita autore di “Lgbt, un ponte da costruire” sarebbe stato uno dei possibili candidati a guidare la diocesi americana. Bergoglio, però, ha messo a tacere i brusii, nominando Nelson J. Perez, fino ad oggi a Cleveland.

Si tratta di un profilo piuttosto simile a quello di Josè H. Gomez, il neopresidente della Conferenza Episcopale Usa: origini ispaniche, critico con le politiche sull'immigrazione dell'amministrazione Trump, ma al tempo stesso impegnato nelle cause pro-life e pro-family. Una soluzione 'moderata', dunque, probabilmente meno sgradita alla Conferenza Episcopale statunitense rispetto a come lo sarebbe stata quella rappresentata da James Martin. Il gesuita, intanto, ha accolto con entusiasmo la notizia dell'arrivo del 'suo' nuovo arcivescovo, non dimenticando di ringraziare anche il predecessore Chaput – con cui ebbe un vivace scambio di opinioni – per il “dialogo pubblico” intessuto.

Come prevedibile, il papa non ha concesso alcuna proroga all'incarico di monsignor Chaput, accettando le dimissioni presentate al compimento dei 75 anni. L'arcivescovo uscente, d'altronde, non aveva fatto mancare rilievi su alcune delle decisioni più care al pontefice regnante: basta pensare alla richiesta di annullare il Sinodo dei giovani del 2018 motivata anche dalla presenza della formula “Lgbt” nell'Instrumentum Laboris. Un mancato feeling reciproco dal momento che Francesco in questi anni gli ha sempre 'negato' la porpora, pur essendo Philadelphia una delle diocesi americane considerate cardinalizie.

Monsignor Chaput era uno degli esponenti più autorevoli di quella Chiesa americana che viene vista con sospetto da chi teme complotti contro l'attuale pontificato. Lo stesso Bergoglio, definendo “una bomba” il libro di Nicolas Seneze che sostiene questa tesi (dal titolo “Come l'America vuole cambiare papa”) e dicendosi onorato di ricevere critiche da Oltreoceano, parrebbe essere della stessa linea di pensiero.

Alla luce di ciò, il 2020 potrebbe essere l'anno giusto per intervenire sulla 'geografia' dell'episcopato a stelle e strisce, ancora frutto della stagione di nomine benedettine: oltre a Chaput, sono tredici i vescovi destinati ad andare in pensione. Un numero che si aggiunge alle otto diocesi ancora vacanti. Francesco coglierà l'occasione per ridisegnare il volto alla Chiesa Usa, indicata come baricentro di una presunta resistenza alle sue riforme? Staremo a vedere.

Intanto, non solo negli States le conferme e le 'rimozioni' dei vescovi danno l'idea di un papa determinato a blindare il pontificato con scelte più vicine alla sua sensibilità ecclesiale. La scorsa settimana, infatti, decisioni piuttosto indicative sono state prese anche per quel che riguarda l'Europa: Francesco ha deciso di prorogare l'incarico a Vienna del cardinale Christoph Schönborn, 75 anni appena compiuti e reduce da un brutto infarto. L'arcivescovo austriaco è uno dei prelati più apprezzati da Francesco che, rimandando a lui per la corretta interpretazione di “Amoris Laetitia”, ebbe a definirlo un “grande teologo”.

Sorte diversa, invece, dovrebbe toccare al cardinale bosniaco Vinko Puljic. L'arcivescovo di Sarajevo, che San Giovanni Paolo II volle nel Collegio cardinalizio a soli 49 anni, raggiungerà quest'anno l'età pensionabile. Francesco, già prima del compimento dei 75 anni, ha deciso di affiancargli un Coadiutore, soluzione che anticipa il probabile accoglimento delle dimissioni. Espressione della “stagione wojtyliana”, in questi anni il porporato bosniaco si è distinto per il grido d'allarme lanciato all'Occidente relativamente alla situazione dei cattolici nel Paese balcanico che a partire dalla fine del conflitto starebbe conoscendo, grazie al sostegno economico delle potenze arabe, un processo inesauribile di islamizzazione.

Ma il 2020 sarà l'anno del raggiungimento del tetto dei 75 anni anche per altri due porporati particolarmente legati a pontificati precedenti: il cardinal Antonio Canizares Llovera, arcivescovo di Valencia e il cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino. Verranno prorogati come Schönborn o sostituiti con uomini più indicati nel dare l'immagine della “Chiesa in uscita” che ha in mente Francesco?