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IL LIBRO

Propagande, come i mass media plagiano le menti

Negli anni ’70 le truppe pannellate gridavano ai quattro venti delle 20.000 donne morte per aborto clandestino, peccato fosse una bufala enorme, come quella sulle malformazioni da diossina a Seveso. Oggi tanti giornalisti diventano cupi al sentire parlare di “famiglia naturale”. Queste e altre chicche nel libro di Giuliano Guzzo, Propagande. Segreti e peccati dei mass media

Cultura 06_05_2019

Man mano che leggevo Propagande. Segreti e peccati dei mass media di Giuliano Guzzo (La Vela, pp. 204, € 15), che è anche firma della Nuova Bussola, mi veniva in mente, chissà perché, un frame televisivo dei giorni del famigerato Congresso internazionale di Verona sulla famiglia. Che in Italia, e chissà perché solo in Italia, tanto scalpore suscitò. Guardavo il talk su Rete 4, condotto da Barbara Palombelli. Di solito pacata e sempre sorridente, d’improvviso la sua faccia divenne cupa (ed era la prima volta che la vedevo così) quando si collegò coi rappresentanti italiani di quel convegno. Appena il volto del difensore della «famiglia naturale» si affacciò sullo schermo in studio, la ex bonaria e sorridente gli sibilò di brutto: «Siete contro l’autodeterminazione della donna?».

Astuto sistema per costringere l’interlocutore alla difensiva e indirizzare fin da subito il piano dell’intervista sul terreno a lui sfavorevole. Che è quello degli slogan p.c. (politicamente corretti): «interruzione della gravidanza», «autodeterminazione della donna», etc. Si noti la finezza: se a uno domandi se è contrario a pagare l’aborto altrui con le sue tasse cambia tutto, e l’emotività di chi ascolta si sposta subito a suo favore. Ma la conduttrice del talk su Rete 4 è giornalista troppo scafata per non sapere come vanno adoperate le parole.

Una sua collega, come lei d’alto livello, quando il popolo americano elesse Trump si lagnò in diretta da New York: «Ma allora, noi  giornalisti che ci stiamo a fare?». Eggià, la crème dei media di tutto il mondo aveva predicato contro quel burino parvenu, così come oggi spara su Salvini. La scoperta che la gente è meno stupida e istupidita dalle loro chiacchiere di quel che pensavano li aveva gettati nello sconforto. Così che a quel punto la mano dovette essere passata ad altri mezzi. Per esempio, i magistrati, come Trump e Salvini hanno scoperto. Tutte le toghe, allora, sono «rosse»? Naturalmente no. Così come non tutti i musulmani sono jihadisti. Il fatto è che basta un solo jihadista a fare notevole danno.

Tornando all’ivg (interruzione volontaria della gravidanza), Guzzo nel suo libro comincia col ricostruire la «nube tossica» di Seveso, davvero tossica per le menti e le coscienze, tant’è che subito dopo il popolo italiano votò l’introduzione dell’aborto (pardon, ivg). Feti malformati dalla diossina? Nessuno. Ma su questo i riflettori vennero subito spenti. Ho l’età per ricordare, al tempo della campagna sul referendum, le truppe pannellate gridare a tutti i venti delle 20.000 donne morte ogni anno in Italia per aborto clandestino. Come facessero a saperlo, visto che era clandestino, a nessuno venne in mente di chiederlo. In quei giorni preparavo l’esame di demografia all’università e lessi i dati Istat sulle donne morte in Italia, quell’anno: 11.500. Per qualsiasi causa, dall’infarto all’incidente domestico. Ma ero uno studente e non avevo i mezzi per farlo sapere a tutti.

Anche questi fatti Guzzo rammenta. Il suo libro è pieno di chicche di questo tipo, di cui le più gustose sono quelle meno conosciute. Ma restiamo sull’attualità. Le fake news. Ebbene, ci sono sempre state, fin da quando gli egizi scolpirono sulle loro stele la vittoria del faraone sugli hittiti, vittoria che non ci fu mai. Ma eccole diventate un problema planetario da quando è stato eletto Trump. Le «influenze russe» sulle elezioni americane (e magari italiane) sono da allora un «pericolo per la democrazia» perché Trump, in campagna elettorale, aveva detto di considerare chiusa la guerra fredda e di volere andare d’accordo con Putin. Così, una volta eletto, ha dovuto cambiare radicalmente idea, sennò «confermerebbe» che sono state le «influenze russe» a farlo eleggere. Eh, la propaganda politica l’hanno inventata i giacobini. Impossibile batterli nell’arte, maligna, di plagiare le menti.