Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
DISCORSO ANTIABORTISTA

«Proteggere ogni vita». Trump conferma la vocazione pro life

Il presidente Donald Trump ha parlato all’11° gala annuale “Campagna per la vita”. Quando guardiamo negli occhi un bimbo appena nato vediamo la bellezza dell’anima umana e il mistero della grande creazione di Dio. Sappiamo che ogni vita ha significato e che ogni vita è totalmente degna di essere protetta».

Vita e bioetica 25_05_2018

Il presidente Donald Trump ha parlato martedì all’11° gala annuale “Campagna per la vita” della Susan B. Anthony List. Non è usuale, non è “normale” che un presidente in carica parli al raduno di uno dei più forti gruppi antiabortisti del mondo. 

L’altra sera Trump ha snocciolato tutti gl’impegni per la vita che la sua Amministrazione ha messo in campo. Sul sito della SBA List sono elencati anche perché la stessa SBA List ne è parte in causa, essendo il suo presidente, Marjorie Jones Dannenfelser, nel comitato d’indirizzo della Casa Bianca. L’ultimo in ordine di tempo è la decisione di mettere i bastoni legali fra le ruote del finanziamento pubblico della Planned Parenthood, il più grande abortificio del mondo [link: https://lanuovabq.it/it/combattere-laborto-si-puo-trump-indica-la-strada].

Dietro questa decisione ci stanno ultimamente sempre la SBA List, attraverso una sua “controllata”, il Charlotte Lozier Institute, e Kellyanne Conway, Consigliere del presidente. Trump la saluta dal podio, la ringrazia, la definisce «[...] una vera combattente per la fede e per la famiglia», esclamando: «Che lavoro che svolge!», «Che aiuto!». Della propria Amministrazione è orgoglioso, soprattutto della sue caratteristiche. Lo dice rivendicando una verità storica: per la prima volta gli Stati Uniti hanno un presidente pro-life, un vicepresidente pro-life, la maggioranza della Camera federale pro-life e 21 capitali di Stati dell’Unione pro-life. E «Mike», cioè Pence, il vicepresidente, «è un vero capo».

Non è finita. Con vergogna Trump ricorda che gli Stati Uniti sono uno dei soli sette Paesi che permettono l’aborto dopo la ventesima settimana, quando il bambino nel grembo materno percepisce il dolore. La Camera federale ha approvato la legge per abolire questo orrore, ma il Senato no. Per soli nove voti di senatori Democratici. Ora, il 6 novembre gli americani rinnoveranno tutta la Camera e un terzo del Senato. I Democratici cercano la rielezione in dieci Stati dove nel 2016 Trump ha vinto di grande misura. Fermare la cultura della morte nel Congresso americano non è difficile.

Trump ricorda quindi chi è stata Susan B. Anthony (1820-1906), a cui è intitolata l’assemblea che lo ospita. Fu la madrina del femminismo americano che lottò contro la schiavitù, per le donne e per la dignità di ogni persona. Rigorosamente antiabortista. La SBA List è nata nel 1993 per eleggere quanto più personale possibile, anzitutto donne, nelle istituzioni americane, contro la EMILY’s List, nata nell’1985 con l’obiettivo opposto. Onoriamo la sua memoria, dice Trump, restaurando il primo principio sancito nella Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti: il diritto alla vita.

Dopo avere ricordato gl’importanti successi ottenuti dalla propria Amministrazione, fra cui l’avere creato le condizioni per milioni di posti di lavoro e avere ridotto drasticamente la disoccupazione, il presidente racconta la bellezza di una famiglia. Alla 39a marcia nazionale per la vita svoltasi a Washington nel 2012, c’erano anche Lisa e Bruce Alexander, di Gaithersburg, in Maryland. Quel giorno (è Trump che usa queste parole) Dio mise nel loro cuore il desiderio di adottare. Due anni dopo nasce una bimba, dipendente dagli oppioidi. L’adottano.

Oggi Katherine, guarita, ha quattro anni. Trump la chiama sul palco. Recita poesia a memoria, dice che da grande farà la poliziotta e poi, una volta in pensione, il presidente degli Stati Uniti d’America. «Celebriamo le nostre vite», dice il capo del Paese più importante del mondo, «celebriamo la bellezza di quella scelta d’amore che è l’adozione. Katherine ci ricorda che ogni vita è sacra e che la vita è un dono prezioso di Dio, una cosa verissima». Poi cita il profeta Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato» (Ger 1, 5). E ancora: «Quando guardiamo negli occhi un bimbo appena nato vediamo la bellezza dell’anima umana e il mistero della grande creazione di Dio. Sappiamo che ogni vita ha significato e che ogni vita è totalmente degna di essere protetta».

Dopo trenta minuti, il discorso volge al termine. Se avremo fede in Dio e nella nostra gente non cadremo, dice. «In novembre votate per la famiglia, per l’amore, per la fede, per i valori, per la patria e per la vita». A essere strano è Trump - per il quale alcune donne pregano quotidianamente - o il resto del mondo?