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UN ANNO DOPO

Quanto rompono gli "interpreti" di Papa Francesco

Dopo un anno di pontificato, si attribuiscono a Papa Francesco rivoluzioni che non ha fatto, contrapposizioni con il predecessore che non ci sono. E gli si attribuiscono intenzioni di cambiare la dottrina.

Editoriali 13_03_2014
Papa Francesco

Il Papa è il Papa, come tutti gli altri pontefici un dono dello Spirito Santo per la Chiesa e per il mondo. Mi amareggiano molto gli strattonatori, da sempre. Nella mia breve vita ho potuto apprezzare e seguire quattro pontefici, ahimè sempre ho dovuto sentire parole ipocrite di taluni che hanno tentato di giustificare le proprie opinioni espandendo smisuratamente o riducendo asfitticamente l'insegnamento dei pontefici.

Ci sono stati quelli che..."Paolo VI era di sinistra" e quelli che..."Albino Luciani è stato ucciso perché voleva cambiare tutto", quelli "amici di Wojtyla, ma la Curia non la gestisce" e quelli per i quali Ratzinger era "troppo conservatore e Bertone...". Pensano di saperne sempre una più del Diavolo, il che potrebbe pure essere, ma dimostrerebbe solo di avere una visione distorta della Chiesa. Ora abbiamo la nuova stirpe, anche se per lo più i soggetti sono gli stessi, di "saltimbanchi" che adorano a tal punto la propria interpretazione delle parole di Papa Francesco da sezionarne con il taglierino i propositi.

Leggo in queste ore una opinione sul pontificato attuale che mi lascia esterrefatto, Francesco sarebbe il primo pontefice delle globalizzazione per la capacità di usare social media e la semplicità del linguaggio. Non capisco dove siano finite la memoria storica e la capacità di giudizio, da dove provenga la fretta, quasi la foga di contrapporre questo pontefice ai suoi predecessori. Il tentativo di recidere le radici del pontificato, di ogni pontificato non può e non sarà possibile. Dove mettiamo la sorpresa enorme che colpì tutti i possessori di apparecchi radiofonici nell'ascoltare i radiomessaggi di Papa Pio XII? Dove le immagini televisive di Papa Montini e i messaggio in mondovisione di Luciani, dove il pellegrinaggio terreno "paolino" del "buon seminatore" Karol Wojtyla, dove la presenza costante di Benedetto XVI su tutti i mass media del mondo?

Eppure, pur facendo torto alla propria intelligenza, oggi la bramosia del potere porta taluni seri osservatori a cavalcare gli errori del passato. Nello stesso modo, a causa del medesimo atteggiamento, ci sono taluni "Principi della Chiesa" che nell'affermare la propria incapacità e i propri errori, non riflettono sulle cause e spingono avanti invece l'idea di considerare l'errore una virtù. Mi spiego. Ammettiamo che tutto ciò che in questi giorni si attribuisce a un noto Cardinale Relatore del Sinodo sia veritiero. Ovviamente prendiamo tutto con la massima buona fede, ma anche così dobbiamo considerare che la prima questione sorgente dalla triste e sofferente vicenda dei divorziati è quella delle cause del divorzio e della frequente incoscienza della definitiva bellezza del vincolo matrimoniale.

Se si partisse da qui, si partirebbe dall'origine del problema e si potrebbe riflettere ben più utilmente sui "corsi prematrimoniali", sui tanti chierici che sostengono la bontà della "convivenza pre-matrimoniale", sui silenzi imbarazzanti in merito alla castità, alla verginità dei fidanzati e via di seguito sino al "menefreghismo" diffuso per una qualunque pastorale post-matrimoniale. Più giù, cosa insegnano le scuole cattoliche ai nostri giovani e come insegnano la bellezza e la gioia delle virtù pre-matrimoniali?

Certo esistono casi limite nei divorzi; di questi, pochissimi è bene si occupino i parroci locali, magari coadiuvati dal proprio vescovo. Essi sono gli unici che sanno, perché condividono, quella situazione di triste difficoltà. Invece no, si parte dall'auto-ribaltamento della realtà ma evitando di "autodenunciare" i propri errori, le proprie difficoltà, in una parola di affrontare serenamente e seriamente la sfida della proposta cristiana del matrimonio nella società di oggi. Un mio caro amico inglese, vissuto il secolo scorso, avrebbe detto che a furia di inseguire i divorziati si è divorziato sia dalla dottrina che dalla pastorale per gli sposati. Mi permetto, senza voler turbare né offendere nessuno, di segnalare quanto questo punto di partenza "inverso" e "irreale", sarebbe fautore solo di danni ancor più gravi, priverebbe ancor più la società della gioia e della forza del benessere famigliare e i giovani del loro desiderio di vita famigliare.

Suggerisco anche un'altra pista, molto concreta: preso atto della enormità di immobili vuoti in moltissime diocesi nel mondo, perché non dare concreto aiuto alle giovani e meno giovani coppie nella loro difficile ricerca di una casa e lanciare un piano concreto di affitti solidali? Una prova di solidarietà famigliare e di lungimiranza volta al benessere dell'intera società. Ebbene anche in questi casi e su questi temi sensibili su cui stanno riflettendo i pastori della Chiesa, esistono coloro che giustificano le proprie opinioni e accusano i "contrari" di volere "frenare il Papa". No comment, certamente una delle grandi virtù e dei doni di Papa Francesco è la sua misericordia, il suo silenzio a riguardo di queste affermazioni è un grande insegnamento per tutti noi.

Il Papa Francesco è il Papa, un pastore che vuole capire, riflettere e pregare prima di esprimersi anche sul perchè della privazione dei sacramenti che le coppie gay impongono ai loro figli. L'ideologia Gender, infatti è totalitaria e si oppone radicalmente ad ogni briciola di proposta cristiana, i suoi magnati e sponsor finanziariamente potentissimi, vogliono la distruzione di ogni radice antropologica cristiana e di ogni sua permanente presenza nel mondo di oggi. Perciò le coppie gay a cui vengono, nel migliore dei casi, affidati figli non possono permettere i sacramenti e una educazione cristiana ai "propri" figli. Ci sarebbe molto da dire, fermiamoci qui. All'ombra di Pietro accadevano miracoli, toccando la veste di Gesù c'erano guarigioni, non si è mai sentito dire invece che a Pietro o al Signore fosse accaduto di cambiare la propria opinione o la propria fede per essere stati strattonati. Il più bel regalo per questo primo anno di pontificato è la preghiera per il Papa.