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L'ANTIDOTO

Questioni di tempo

L'attacco
al Calendario
cristiano voluto
da Gregorio XIII
e tuttora
in auge in tutto
il mondo.

L'antidoto 18_02_2012
Gregorio XIII Quelli che vorrebbero cancellare anche il ricordo delle «radici cristiane» hanno dei problemi pure col calendario (non a caso tutti i regimi, dai giacobini in poi, hanno cercato di imporne uno diverso). Infatti, quello che tutto il pianeta usa (e la globalizzazione costringe i riottosi a uniformarsi) è il Gregoriano, così chiamato dal papa Gregorio XIII. Il quale lo riformò per motivi esclusivamente religiosi. Infatti, esso si basa sulla Pasqua, cioè sulla ricorrenza della Resurrezione di Cristo. Lo ha lodevolmente ricordato lo scienziato Antonino Zichichi su «Il Giornale» del 24 aprile 2011. Il Natale cade il 25 dicembre ma la Pasqua, che è ben più importante, è «mobile», perché Cristo risorse la prima domenica dopo il plenilunio che segue l’equinozio di primavera.

Il calendario «giuliano» non era più sincronizzato per via di quella che Ipparco aveva chiamato «precessione degli equinozi», un movimento della Terra che nel XVI secolo aveva accumulato ben dieci giorni di ritardo. Fu il calabrese Luigi Giglio (Aloysius Lilius) a suggerire al papa la manovra esatta, cioè togliere dieci giorni dal calendario. E Gregorio XIII «ebbe il coraggio» di farlo con la bolla Inter gravissimas del 24 febbraio 1582, emanata a Mondragone (Frascati). Dice Zichichi: «Il Calendario Gregoriano aveva una precisione incredibile per quei tempi».