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FINANZE VATICANE

Scontro Becciu-Parolin, siamo alla guerra per bande

Il Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha lasciato cadere una frase esplosiva sull'operazione immobiliare londinese: «E' opaca». A stretto giro di posta gli ha replicato il cardinal Becciu, che ha definito le accuse su di lui «infanganti». 

Editoriali 31_10_2019

Sembra proprio una strana storia, quella delle finanze vaticane a Londra che ormai coinvolgono anche il Primo Ministro italiano, Giuseppe Conte, sponsorizzato dal Vaticano, ex allievo e legato ancora oggi a Villa Nazareth, la scuola gestita dai diplomatici della Segreteria di Stato. Una storia strana, e pericolosa, di cui si colgono alcuni elementi, ma in cui è ancora difficile disegnare un paesaggio completo, e di cui è chiara soprattutto una cosa: che in Vaticano, fra gli uomini del regime di papa Bergoglio, si sta sviluppando una guerra per bande di cui è impossibile al momento attuale valutare le conseguenze. Ma che si svolge senza esclusione di colpi.

Gli ultimi, più eclatanti episodi riguardano il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, uno dei candidati alla nomination per la prossima successione, e l’ex Sostituto, il cardinale prefetto dei Santi, Angelo Becciu. Come vi ricordate il nodo del problema è un investimento immobiliare a Londra, un palazzo di grande valore, compiuto dalla Segreteria di Stato, e che ha creato problemi; soprattutto, a quel che si è capito, per uscire dall’affare, che non si era rivelato, di recente affatto lucrativo. Ora sembra che per quella storia siano stati usati i soldi derivanti dall’Obolo di San Pietro. Il che potrebbe anche dare fastidio, ma in fondo non sembra irragionevole: se per fare del bene faccio fruttare le risorse che mi vengono date, che problema c’è?

E il problema sta proprio in questo: che cinque persone sono state sospese – fra cui l’ex segretario di Becciu, di recente nominato responsabile della Sezione Economica della Segreteria di Stato dal nuovo Sostituto, mons. Pena Parra, - in seguito a un’inchiesta aperta dalla magistratura vaticana sull’affare di Sloane Square. Un’indagine, a quanto si sa, partita dalla denuncia dello IOR e dell’APSA, l’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, dubbiose della correttezza dell’operazione. In Vaticano si parla di un incontro tempestoso del nuovo Sostituto con i vertici dello IOR, a cui si è presentato con la richiesta di poter disporre a nome del Pontefice di una cifra altissima necessaria a sciogliere quell’affare diventato ormai oneroso. Un incontro-scontro, perché i vertici dello IOR chiedevano qualche cosa di ufficiale e legale per accedere alla richiesta…

E ieri, dopo settimane di silenzio, è sceso in campo il Segretario di Stato, Parolin. Che ha lasciato cadere una frase esplosiva: "Questa operazione - ha detto Parolin sollecitato a margine di un evento all'ambasciata di Italia presso la Santa sede - era un'operazione piuttosto opaca. Che cosa era opaco? Ora non entriamo nei dettagli, ora si sta cercando di chiarire". A breve giro di dispaccio Ansa è arrivata la replica del card. Becciu: "Perché dovrebbero essere opache? Anzitutto è prassi che la Santa Sede investa nel mattone, l'ha fatto sempre: a Roma, a Parigi, in Svizzera e anche a Londra. Pio XII fu il primo ad acquistare degli immobili a Londra. Ci è stata avanzata la proposta di questo storico ed artistico palazzo e quando fu fatta e realizzata non c'era niente di opaco. L'investimento era regolare e registrato a norma di legge", ha aggiunto. Becciu, che ha definito "infanganti" le accuse mosse nei suoi confronti da più parti, ha detto di non aver "mai manomesso" i soldi dei poveri, e che le "difficoltà" dell'investimento immobiliare londinese sono "nate con il socio di maggioranza".

Cioè con il famoso Mincione, per cui ha lavorato Giuseppe Conte, poco prima di diventare Primo Ministro, e che adesso viene accusato (lo era un anno fa dai suoi attuali alleati del PD…) di palese conflitto di interessi, avendo esercitato al governo il “Golden Power” necessario a bloccare la scalata alla società del suo ex committente Mincione.

Ma lo scontro Parolin- Becciu è destinato ad ampliarsi, anche per la polemica legata all’IDI, e alla richiesta di un finanziamento straordinario (25 milioni di dollari) avanzata alla Papal Foundation, (in cui era importante il ruolo di McCarrick…) dal Pontefice, per coprire il buco dell’IDI. I laici della Papal Foundation si sono ribellati, alcuni hanno dato le dimissioni, e hanno abbandonato. Ma chi ha agito a nome del Pontefice? C’è chi sostiene che fosse l’allora Sostituto, Becciu; che però alla Catholic News Agency ha detto che “nel 2013 il cardinale Parolin ha assunto la carica di Segretario di Stato, e io non mi sono più occupato dell’IDI”.

In questa guerra per bande (Parolin, Becciu, Pena Parra, l’Apsa, lo IOR, l’AIF)…l’unico che ci ha rimesso finora è stato il generale Giani, “dimesso” da capo della Gendarmeria. La fuga di notizie relativa ai cinque sospesi è stata il pretesto per una liquidazione eccellente, e dai motivi tutt’altro che chiari. Tanto che sembra – e questo appare straordinario – che il Pontefice se ne sia pentito. Ma la saga dei soldi è tutt’altro che terminata: anche perché finora non si capisce se e quale reato sia stato commesso, nella turbinosa vicenda di Sloane Square.