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IL PASSAGGIO DELLA CHRISTUS VIVIT

Scuola cattolica, bunker o focolare?

Il Papa mette in guardia dalle scuole cattoliche bunker che si chiudono di fronte agli errori di fuori e viene subito interpretato come critico verso le paritarie. Ma oggi il loro rischio è quello di aprirsi fin troppo al mondo, mentre la loro specificità è quella di proteggere l'adolescente perché sia custodito al bene e possa dare frutto. 

Editoriali 08_04_2019

Nella esortazione “Christus vivit al capitolo settimo si parla di scuola e, in particolare, c'è un attacco a certa scuola cattolica che secondo Papa Francesco si trasforma in bunker della dottrina: “La scuola ha bisogno di una urgente autocritica, se si considerano i risultati della pastorale di molte istituzioni educative…. Inoltre, ci sono alcune scuole cattoliche che sembrano essere organizzate solo per conservare l’esistente. La fobia del cambiamento le rende incapaci di sopportare l’incertezza e le spinge a chiudersi di fronte ai pericoli, reali o immaginari, che ogni cambiamento porta con sé. La scuola trasformata in un “bunker” che protegge dagli errori “di fuori” è l’espressione caricaturale di questa tendenza…”.

E’ un passaggio che è stato immediatamente strumentalizzato. Non a caso ripreso solo da una testata specializzata che l’ha subito preso presentando quella di Bergoglio come un’autocritica indistinta alle scuole cattoliche. Dal silenzio da parte delle testate cattoliche, è legittimo chiedersi se le affermazioni del pontefice non abbiano prodotto un qualche mal di pancia in chi è impegnato nella difesa delle scuole private cattoliche, che già devono lamentare lo scarso riconoscimento sussidiario dello Stato e ora si trovano a dover ricevere le bacchettate sulle dita dal Papa senza sapere bene perché.

Chi lavora dietro la cattedra e si occupa da molti anni anche di scuola paritaria, letto quel passaggio si è chiesto a che cosa si riferisse il Pontefice. Di questi bunker, di scuole, cioè, organizzate solo per conservare l’esistente, non se ne incontrano molti. Le scuole paritarie infatti, sono spesso, viceversa, attentissime all’innovazione didattica ed educativa e all’avanguardia per le dotazioni tecnologiche tanto che vengono scelte anche da genitori non cattolici, ma convinti dalla bontà del progetto educativo. Forse pure troppo all’avanguardia tanto che oggi il rischio è quello che le scuole private finiscano per essere fin troppo "aperte" e annacquate, tanto da lasciar perdere la propria vocazione cristiana per allettare sempre più “clienti” con offerte formative che cedono persino su derive gender. Dove sono dunque questi bunker? A chi si riferisce?

Certo, non è da escludere che qualche scuola cattolica nel mondo possa tentare di essere un bunker in senso negativo. Ma quante sarebbero? Il più delle volte si tratta non di un bunker, ma di quello che gli spagnoli chiamano un hogar, vale a dire un “focolare” in grado di proteggere non tanto dalle brutture di questo mondo, ma da un’impostazione che induce ad andare incontro ad esse senza protezioni né “armi” di difesa. Anche perché questo lo richiedono le famiglie stesse, preoccupatissime per la montante marea di cattiva educazione che travolge il nostro mondo, ma allora questo è visto con un risvolto “positivo”. Non un bunker, ma un luogo che protegge dal mondo promuovendo un’attenzione all’adolescente o al bambino in grado di farlo fiorire con maggiore sicurezza.

Chi sta facendo l’esperienza dell’istruzione parentale, sa a che cosa ci si riferisce quando si parla, specie per bambini delle elementari o delle medie, di luoghi protettivi dal punto di vista educativo. E’ provato che in un ambiente che custodisce, il bambino e il pre adolescente sviluppino una maggior autostima, sicurezza di sé e capacità relazionali e siano aiutati meglio se manifestano ritardi di apprendimento o di socializzazione.

Il timore per queste affermazioni, è quello che possano offrire un assist ai nemici della scuola cattolica e paritaria, nonché della libertà di scelta educativa per la famiglia. Assist che qualcuno infatti ha immediatamente sfruttato a proprio vantaggio, amplificando ovviamente una certa parte del discorso ed estendendola all’intero settore in una generica quanto smodata critica sindacale.

Oggi semmai è la scuola statale a fare danni molti più grandi, oltre a sfornare in moltissimi casi emeriti ignoranti. E le famiglie hanno il sacrosanto diritto di scegliere il modello educativo che ritengono migliore per i propri figli. Perché dovrebbero mandarli nelle statali per farli devastare dalla cultura dominante senza alcuna protezione? In realtà, la discrepanza rispetto al mondo da parte dei giovani, che escono da questi "bunker" (“l’insormontabile discrepanza tra ciò che hanno loro insegnato e il mondo in cui si trovano a vivere”), ammesso che una cosa del genere possa avvenire, può essere in realtà un segnale positivo, dato quello che il mondo propone.

Compito della scuola infatti non deve essere quello di educare cittadini perfettamente integrati e appiattiti sulla cultura del tempo, ma educare il cuore dell'uomo così come Dio l'ha fatto.

Insomma, da questo passaggio dell’esortazione si ricava un po’ l'impressione di una Chiesa che si diluisce nel mondo, anziché formare personalità in grado anche di andare “contro” di esso per essere fattore di rinnovamento spirituale e sociale. Il punto semmai non è rinchiudersi nel bunker difendendosi con la dottrina, ma scegliere un luogo libero e non condizionato dall’ideologia dove la dottrina possa esprimersi e portare frutti educativi.