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LETTERA IN REDAZIONE

Scuola parentale e homeschooling, ci sono differenze da capire

Nella scuola parentale sono i genitori a "fare" la scuola, ma la realizzano facendo una scelta di comunità, ricreando lo schema tradizionale della scuola. È il ritorno alla grande tradizione dell'educazione cattolica.
La scuola Hobbit di Costanza Signorelli

La scuola Hobbit

Egregio direttore,

sono la coordinatrice della Alleanza Parentale, la scuola parentale nata a Staggia Senese, ma che presto si diffonderà anche in altre città d'Italia. Nel ringraziarla per il risalto e lo spazio che ha voluto dare alla nostra iniziativa, mi permetto di fare una precisazione.

Sia nel titolo che nell'accostamento con altre esperienze (clicca qui e quipotrebbe sembrare che scuola parentale e homeschooling siano la stessa cosa. In realtà, non lo sono. Entrambe sono comprese in quella che, in ambito giuridico, è definita educazione parentale: sono cioè i genitori che si assumono la piena e diretta responsabilità dell'istruzione dei propri figli.

Diverso è, per così dire, lo stile didattico in cui questa istruzione si realizza: l'homeschooling viene fatta nell'ambiente familiare con la guida dei genitori, in genere la mamma casalinga. L'homeschooling può avere la più svariata ispirazione: metodo Montessori, l'unschooling, o qualsivoglia altro metodo.

Noi invece, pur condividendo alcuni aspetti di questa impostazione, abbiamo fatto una scelta diversa. I nostri genitori scelgono di avvalersi della educazione parentale, ma la realizzano facendo una scelta di comunità, ricreando lo schema tradizionale della scuola, con un'aula, una maestra, degli orari, ma in un contesto di amore per il bambino e per la realtà che si rifanno direttamente alla grande tradizione educativa cattolica: Sant'Agostino, don Bosco, don Giussani. Con la maestra unica (per le elementari, mentre alle medie abbiamo i vari professori) e con classi piccole fino ad un massimo di dieci allievi, possiamo realizzare un'educazione a misura di bambino e quindi di altissima qualità. Come i gesuiti nel medioevo, sentiamo nel nostro cuore la sfida di formare la futura classe dirigente di questa decadente società.

Pare strano, ma per fare vera innovazione siamo dovuti tornare indietro, riscoprendo le nostre radici.

Giulia Pieragnoli