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#SALVIAMOLECHIESE

Sepe non sfratta i Radicali dalla chiesa. Il don resiste

L'arcivescovo Sepe non annulla il Congresso dei Radicali nella basilica di San Giovanni a Napoli e chiede al parroco di sedersi al tavolo con la Fondazione che gestisce la chiesa. Ma don Salvatore non arretra: “Vado solo se la chiesa torna del tutto al culto. Basta profanazioni in basilica”. #salviamolechiese: scrivete alla Nuova BQ per sostenere il sacerdote.
- I LETTORI: "NOI STIAMO CON DON SALVATORE. LA CHIESA TORNI A DIO"

Ecclesia 11_09_2019

La notizia data ieri dalla Nuova BQ sul Congresso del Partito Radicale nella chiesa di San Giovanni Maggiore a Napoli ha interessato - com’era prevedibile - i principali giornali locali e alcuni nazionali. Ad un interessamento della stampa però non sembra corrispondere al momento una presa di posizione ufficiale da parte dell’Arcivescovo partenopeo Crescenzio Sepe. 

Dagli uffici di Largo Donnaregina ieri non sono usciti comunicati stampa ufficiali su una vicenda che rischia di creare non pochi imbarazzi all’entourage del cardinale che sta chiudendo il mandato ormai ventennale nella diocesi alle pendici del Vesuvio. 

Ciò che desta stupore, infatti, è che a fronte della vasta eco che ha avuto la notizia della Bussola, non si sia provveduto a intervenire subito spegnendo sul nascere ogni tipo di polemica. Ad esempio, suggerendo alla fondazione degli ingegneri di Napoli di annullare l’affitto dell’antica basilica in vista del Congresso nazionale del partito che fu di Marco Pannella. 

Invece sembra che il cardinale Sepe stia procedendo a passi felpati per accomodare tutto. Ieri non sono usciti comunicati stampa né prese di posizione, ma Sepe qualcosa l’ha comunque fatta. Ha chiamato ad esempio il sacerdote che ha la cura canonica della basilica di San Giovanni Maggiore e che dalle colonne della Bussola ha espresso tutta la sua amarezza per la condizione di ostaggio in una chiesa dove non è neppure libero di dire Messa. 

Sepe ha cercato don Salvatore Giuliano per invitarlo a sedersi attorno a un tavolo assieme ai vertici della Fondazione degli ingegneri di Napoli che ha in comodato l’utilizzo della chiesa per eventi culturali e, è il caso di dirlo, anche di partito. 

Si profila dunque una riunione a tre, tra il parroco, che ora celebra la domenica, la Fondazione, che occupa la chiesa negli altri giorni e il vescovo a fare da mediatore. 

Nessuna cancellazione del congresso radicale, nessuno stralcio del concordato tra Chiesa e Fondazione. La strategia di Sepe sembra essere quella del “mettiamoci d’accordo”. Una soluzione che però non è quella che vuole il sacerdote che alla Nuova BQ dice: «Ho risposto a sua eccellenza che mi siederò al tavolo solo per sancire l’annullamento del concordato con la Fondazione, non per concordare un nuovo calendario di utilizzo della chiesa». Quella chiesa - fa sapere il sacerdote - deve tornare al culto e devono terminare gli utilizzi impropri a cui abbiamo assistito in questi anni e che con il Congresso del Partito Radicale che si svolgerà durante la Festività di tutti i Santi e dei defunti, hanno raggiunto il loro apice. 

La Nuova BQ, che ha seguito per prima questa vicenda, sta dalla parte di don Salvatore e mette a disposizione la fortunata campagna #salviamolechiese per la causa. Scrivete a redazione@lanuovabq.it per sostenere don Salvatore, chiedere al vescovo Sepe di annullare immediatamente il congresso dei Radicali in chiesa e stralciare il concordato con la Fondazione che, come abbiamo visto, porta soltanto a un business che umilia il sacro.