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FINTE Libertà

Spagna e Austria salgono sul carro dell'eutanasia

Avanza l'eutanasia in Europa: in Spagna la Camera ha approvato la legge che per la prima volta in Europa legalizza anche il suicidio assistito. La legge dovrebbe già essere approvata in Senato questa settimana e diventare operativa dal 1° gennaio. E in Austria ci pensa la Corte Costituzionale.

Attualità 21_12_2020

La peste nera della eutanasia sta contagiando l’Europa, sia per la ferrea volontà di governi social-comunisti e liberali, sia attraverso decisioni delle Corti Supreme dei singoli paesi:  passo passo ci ritroveremo a diventare il primo continente con la maggioranza di cittadini in pericolo di vita a causa della loro veneranda età, dei loro disagi o delle loro malattie. In questi giorni in Spagna ed Austria si sono rotti gli argini e l’eutanasia è legge.

Sin da inizio dicembre il Governo spagnolo, su pressione dei populisti marxisti di Podemos, decideva di avviare la discussione per legalizzare l’eutanasia nel paese. Una legge fotocopia di quelle dei Paesi Bassi. Ebbene, il Congresso dei Deputati in Spagna nel pomeriggio di giovedì 17 dicembre ha votato a favore della eutanasia, la liberalizzazione dell’omicidio è stata sostenuta da 198 deputati Socialisti, Izquierda, Podemos, Ciudadanos (opposizione liberale) e vari esponenti dei partiti autonomi; 138 i voti dell’opposizione (Popolari, Vox e gli autonomisti della Navarra). Applausi a scena aperta dai banchi della maggioranza, pianto di gioia della relatrice socialista María Luisa Carcedo. Una vergogna totale. Il testo andrà al Senato, il Governo pretende che sia approvato ed entri in vigore dal 1 Gennaio 2021.

A nulla sono valsi i documenti unanimi approvati dal Comitato di Bioetica Nazionale (CBE), né i richiami al ‘dovere di cura e al rafforzamento delle palliative’ del Consiglio Generale dell’Ordine dei Medici Spagnoli (CGCOM). I partiti di governo, con la complicità di una parte della opposizione, sono stati sordi e hanno impresso una velocità luciferina al provvedimento. Eppure, anche lo scorso weekend la Conferenza episcopale spagnola non ha solo alzato le proprie grida contro questa legge che nega la dignità della vita ma anche promosso una vera e propria campagna di informazione e mobilitazione popolare contro questa iniziativa del Governo Sanchez. Lo scopo è ben chiaro, con questa ulteriore iniziativa il Governo vuole imporre un ‘nuovo inizio’ alla civiltà spagnola che prescinda totalmente dalla tradizione cristiana e dalla idea antropologica che ne deriva.

Nel loro messaggio al paese dell’11 dicembre, letto  la  domenica 13 dicembre in ogni parrocchia ed in ogni celebrazione religiosa, i fedeli hanno potuto ascoltare il grido di allarme: «II Congresso dei deputati sta per completare l'approvazione della legge organica sulla regolamentazione dell'eutanasia…un testo che stabilisce una rottura morale; un cambiamento nelle finalità dello Stato: dalla difesa della vita alla responsabilità della morte inflitta…È una proposta che corrisponde alla visione antropologica e culturale dei sistemi di potere dominanti nel mondo…incita alla morte nei più deboli. Concedendo questo presunto diritto, la persona si sente condizionata a chiedere la morte quando una legge la spinge in quella direzione…Pertanto, chiamiamo i cattolici spagnoli a una Giornata di digiuno e preghiera mercoledì prossimo, 16 dicembre».

Il voto del Congresso spagnolo fissato il giorno 16 dicembre, forse per timore degli effetti celesti di digiuno e preghiera, è stato posticipato al giorno seguente. Un voto determinante perché il Senato spagnolo potrà solo modificare ma non bocciare in toto la proposta che il Governo pretende entri in vigore dal 1° Gennaio 2021. Popolari Spagnoli, Vox e pochi altri sono da sempre apertamente contrari e minacciano già un ricorso alla Corte Costituzionale in caso di approvazione anche da parte del Senato. La Chiesa e i fedeli sono pubblicamente in campo, con gli strumenti più propri: impegno, preghiera e digiuno.

La Spagna diventerà, da inizio gennaio 2021, il primo Paese dell’Unione Europea a consentire non solo l’eutanasia ma anche il suicidio assistito. Nemmeno in Belgio e Olanda, dove pure l’eutanasia è legale, ci sono norme che regolamentano l’aiuto a morire, ammesso solo in Svizzera, Canada e nello stato di Victoria, in Australia.

Sono questi i giorni terribili della rottura totale con l’antropologia cristiana e con la cultura civile europea anche in Austria dove, la Corte Costituzionale lo scorso 11 dicembre ha dato il via libera alla eutanasia. La Corte Costituzionale ha ribaltato una disposizione di diritto penale vigente che proibisce ogni forma di assistenza a chi si suicida. L’ordine della Corte al Governo è quello di togliere questo divieto entro il 2021, tuttavia la sentenza che apre alla eutanasia e all’aiuto al suicidio, ribadisce il divieto all’omicidio senza specificare come sia possibile provare che la persona che chiede di essere aiutata a morire ‘dignitosamente’ possa, una volta morta, testimoniare di aver chiesto veramente e consapevolmente un aiuto ad essere uccisa e non sia invece stata uccisa contro la sua volontà.

Anche in Austria la Conferenza episcopale non ha perso tempo e, con un comunicato immediato diffuso in ogni dove, ha stigmatizzato la decisione della Corte come una rottura culturale verso la precedente protezione incondizionata delle persone…Ogni persona in Austria ha potuto finora presumere che la sua vita fosse considerata incondizionatamente preziosa - fino alla sua morte naturale. Il Presidente della Conferenza episcopale mons. Lackner ha parlato di "rottura della diga" e ha avvertito che con il permesso di suicidio assistito, la pressione sui malati e sugli anziani per farne uso sarebbe aumentata. "Non dobbiamo rinunciare alle persone, anche se loro hanno rinunciato a se stesse.

Certo i vescovi non si tireranno indietro e c’è da credere in uno scontro lungo ma determinato. Il Governo di Popolari (contrari) e Verdi (favorevoli) è chiamato nel prossimo anno a legiferare, i Socialisti e le sinistre austriache sono favorevoli alla liberalizzazione, la destra vedremo che posizione prenderà. Non è ancora chiaro cosa accadrà in Parlamento, è invece cristallina e pubblica la veemente protesta e preoccupazione della Chiesa.