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I LAVORI ALLA CAMERA

Stepchild, Cerrelli: "Un codicillo negli affidi sarà il grimaldello"

In attesa dell'audizione del ministro Boschi, che illustrerà le direttrici del futuro disegno di legge, in Commissione giustizia tengono banco gli esperti. La polemica tra il Consiglio forense e Cerrelli (Sì alla famiglia) che denuncia: "Troppe posizioni ideologiche volte a privatizzare il matrimonio. Il grimaldello saranno gli affidi famigliari: un comma nella nuova legge rischia di sdoganare definitivamente le adozioni per le coppie gay. Anche grazie alle ultime sentenze della Cassazione". 

Famiglia 15_06_2016
Il ministro Boschi, sua la delega alle adozioni

Con l’audizione in Commissione Giustizia alla Camera del ministro Maria Elena Boschi, neo titolare della commissione speciale per le adozioni internazionali, si concluderà il primo step parlamentare della riforma delle adozioni. L’intervento della Boschi nella commissione Giustizia presieduta da Donatella Ferranti, è calendarizzato per questo mese di giugno e tutti si aspettano che il Governo tiri le somme delle proposte arrivate da febbraio ad oggi, comprese tre nuove proposte di legge, per incanalarle in un unico disegno di legge promosso dal Governo. Obiettivo dichiarato: snellire le pratiche burocratiche e l’accesso all’adozione internazionale, ma tutti gli indizi lasciano pensare che il futuro provvedimento celi in sé anche l’adottabilità dei bambini da parte delle coppie in Unione civile, anche omosessuali, sdoganando così, come anticipato dalla deputata Monica Cirinnà anche la stepchild adoption.

In attesa di conoscere la posizione del Governo, a parlare in commissione in questi mesi sono stati i ministri della Giustizia Orlando e della Salute Lorenzin, ma soprattutto hanno parlato i tanti attori coinvolti nella partita. E un assaggio di quella che presto sarà la prossima battaglia parlamentare si è avuto proprio lunedì quando sono stati ascoltati i rappresentanti del Consiglio nazionale forense, quelli dell’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori e Giancarlo Cerrelli, Presidente dei Comitati Sì alla famiglia. Quest’ultimo ha vivacemente polemizzato con i colleghi per la natura ideologica di alcune loro posizioni, che hanno messo in evidenza come l’obiettivo dell’adottabilità da parte delle coppie omosessuali non sia affatto nascosto. La Nuova BQ lo ha intervistato.

Presidente, alla luce di quello che ha verificato in commissione, su quali direttrici si sta muovendo l’indagine?

Mi sembra di poter affermare che la revisione dell’adozione sta procedendo dentro il canale della privatizzazione del matrimonio, con esiti che possiamo immaginare disastrosi.

Perché?

Anzitutto mi preme fare un passo indietro: il processo ideologico di ridefinizione della famiglia partito nel ’68 e proseguito attraverso varie tappe, sta arrivando al suo compimento.

Quali sono le ultime tappe?

Anzitutto la riforma della filiazione che ha equiparato figli naturali ai figli illegittimi.

Eppure è un provvedimento di buon senso…

…Infatti. Ma nasconde dietro le buone intenzioni la volontà di non porre più alcuna differenza tra il matrimonio e l’unione di fatto. Dicendo che non esiste più alcuna differenza tra figli illegittimi e figli naturali, di per sé giusta, si contribuisce a depotenziare l’istituto del matrimonio. Questo sta privatizzando l’istituzione matrimoniale attraverso i figli con esiti che comprenderemo solo con la riforma delle adozioni.

In che modo?

Bisogna stare attenti ai passaggi che sembrano insignificanti, ma che celano una volontà recondita di scardinare il principio matrimoniale. Come spesso accade si introducono correttivi innocui, che poi servono come grimaldello per scardinare altri istituti. Nel caso delle adozioni questo avverrà in stretta relazione con la pratica dell’affido.

Ci spieghi.

L’affido famigliare è stato riformato nel 2015 con la legge 173. E’ stata inserita la possibilità nell’articolo 4 comma cinque bis di introdurre il principio della continuità affettiva. Che recita: “Qualora, durante un prolungato periodo di affidamento, il minore sia dichiarato adottabile la famiglia affidataria chieda di poterlo adottare, il tribunale per i minorenni, nel decidere sull'adozione, tiene conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi tra il minore e la famiglia affidataria”.

Anche questo è un provvedimento di buon senso.

E’ vero, ma il pericolo è che questo passaggio serva da grimaldello per introdurre l’adozione per le coppie omosessuali. L’ho messo in evidenza proprio ascoltando l’orientamento del Consiglio nazionale forense e dell’Associazione avvocati familiaristi, che si sono detti a favore dell’adottabilità per coppie same sex. Secondo loro infatti questo nuovo articolo, vede come un limite il fatto che, secondo l’articolo 6 della legge 183 (che disciplina le adozioni ndr.) i genitori debbano essere sposati. L’introduzione della legge sulle Unioni civili e sentenze come quelle di Bologna del 2013 possono così accelerare il passo ed eliminare gli ultimi ostacoli.

A Bologna il Tribunale dei minori aveva affidato un bambino ad una coppia omosessuale perché l’affido è temporaneo. Nel gennaio scorso una sentenza della Cassazione ha affidato a una coppia di lesbiche il figlio di una delle due partner.

In quest’ottica se un bambino dovesse restare per molto tempo all’interno di questa situazione, la coppia potrebbe far valere la continuità affettiva sancita dalla legge sugli affidi. In questo modo, passando dall'affido all'adozione, verrebbe sdoganata l’adozione tout court. E’ evidente che il dato biologico della genitorialità passa in secondo piano rispetto ad altri criteri.

Il pretesto però è sempre l’interesse preminente del bambino.

Oggi si usa questo pretesto per accontentare gli adulti. Infatti in questi casi l’interesse preminente è quello del minore di continuare a mantenere rapporti affettivi instaurati. Quindi il vero interesse non è più quello del diritto del bambino ad avere una famiglia che possa essere il più vicino possibile alla sua famiglia naturale, ma riconoscere un determinato contesto in cui si è consolidata la sua vita.