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CONGRESSO FAMIGLIE

Su Verona anche la menzogna clericale

Non bastava l'odio laicista, sul Congresso mondiale delle Famiglie svoltosi a Verona si è abbattuta la menzogna clericale con due narrazioni: la storia delle piazze contrapposte che danneggiano le famiglie vere e il complotto conservator-tradizionalista che unisce Usa ed Europa.

Editoriali 02_04_2019
Un momento della marcia di domenica

Della marea di odio e menzogna che i media laicisti e i vari partiti e organizzazioni progressiste hanno volentieri rovesciato sul Congresso mondiale delle Famiglie di Verona si è già detto: un’operazione violenta e scorretta con pochi precedenti. Ma in questi giorni ciò che ha colpito forse ancor di più è la menzogna clericale: di quei giornali e di quei personaggi che, ritenendosi gli unici titolati a parlare in nome del mondo cattolico, non hanno esitato a sparare ad alzo zero sul Congresso di Verona. Non parliamo qui di legittime critiche o di appunti che si possono tranquillamente fare a questo o a quell’aspetto dell’organizzazione. Parlo proprio della menzogna scientemente diffusa per infangare un’iniziativa autonoma del laicato. Lo avevano già fatto con i Family Day, lo hanno ripetuto in dosi massicce per una iniziativa che non intendeva neanche avere la portata e l’ambizione di quei grandi raduni romani.

Impossibile qui elencare tutti i tweet e i commenti al veleno di tanti personaggi, da padre Spadaro a don Ciotti. Mi limiterò ad evidenziare i due filoni principali di menzogna. Il primo segue il sentiero tracciato già dalle lobby Lgbt e femministe: una narrazione inventata per poter demonizzare e delegittimare l’evento veronese, descritto come un raduno di estremisti provocatori che alla voglia dello scontro hanno sacrificato il vero interesse delle famiglie. È la linea data dalla Conferenza Episcopale Italiana, sostenuta dal quotidiano Avvenire e testimoniata dal Forum delle Associazioni Familiari.

Dopo settimane di silenzio davanti alle incredibili accuse che arrivavano da sinistra, e non solo, sulla battuta del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, in risposta a un giornalista che gli chiedeva un parere («Siamo d’accordo sulla sostanza, c’è qualche differenza sulle modalità»), si è costruita la strategia. Intanto quella «qualche differenza» è diventata per Avvenire un perentorio «non siamo d’accordo sul metodo», poi ecco la tesi precostituita: a Verona si è radunata una piazza che vuole la guerra, e che quindi ha provocato la risposta di un’altra piazza, un muro contro muro sterile che danneggia le vere famiglie, che sono in mezzo – ovviamente rappresentate da Cei, Avvenire e Forum Famiglie – e cercano invece il dialogo per il bene vero.

Si potrebbe dire quel dialogo grazie al quale hanno ottenuto la legge Cirinnà sulle unioni civili, che si sarebbe probabilmente potuta evitare se la Cei non avesse sponsorizzato il Partito Democratico. Ma non infieriamo. Limitiamoci a constatare che questa lettura di quanto avvenuto a Verona è pregiudiziale, menzognera e politicamente interessata.

Dispiace rilevare che a teorizzare questa linea sia stato il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, con una intervista a Il Giornale lo scorso 22 marzo: la famiglia «non è terreno di scontro, deve vederci uniti», diceva Bassetti. E poi denunciava: «Da una parte chi la usa per legittimare le discriminazioni e le divisioni, dall’altra chi la considera ormai superata e retrograda… Ma in mezzo ci sono le famiglie vere, quelle che chiedono risposte…». Con tutto il rispetto per il cardinale Bassetti, tale definizione dei partecipanti al Congresso di Verona è menzognera e gravemente offensiva.

Quali «discriminazioni e divisioni» si sarebbero volute legittimare? Piuttosto certe irresponsabili dichiarazioni davano ancora più forza a quanti in quei giorni stavano facendo opera di intimidazione per impedire lo svolgimento del Congresso. E il tutto per voler promuovere il Forum delle Famiglie come unico interlocutore delle istituzioni; certo, perché è totalmente controllato dalla Cei e piegato alle politiche di una certa gerarchia ecclesiastica.

Non è neanche bastata quella splendida marcia di domenica a cui hanno partecipato festosamente oltre ventimila persone: non sono «famiglie vere» queste? Evidentemente no, per il cardinale Bassetti, che ieri nel discorso di apertura del Consiglio permanente della Cei ha riproposto la narrazione delle due piazze contrapposte e delle istanze familiari che sarebbero rappresentate soltanto dal Forum delle Famiglie. Del resto chi fa ideologia, quando decide una linea va avanti fino in fondo, e tanto peggio per la realtà. Come fa, fedele alla linea, Avvenire, soprattutto preoccupato della presenza a Verona di certi leader politici, che da mesi vengono descritti quotidianamente come l’incarnazione del demonio.

Esemplificativo l’editoriale di domenica del direttore Marco Tarquinio, sul copione già scritto: si è concesso solo un tocco di creatività parlando di «tenaglia» che avrebbe preso in mezzo la «povera, povera famiglia», ma il tema è lo stesso: il Congresso ha «alla fine trasmesso un messaggio polemicamente inutile», le idee sono state secretate nei gruppi di lavoro, all’esterno sono stati comunicati «solo comizi di partito e gadget». Se davvero ha visto solo comizi di partito, Tarquinio ne chieda conto al suo inviato a Verona Luciano Moia; c’è stato molto altro e bastava volerlo vedere. Sicuramente non c’erano quei gadget di cui parla Tarquinio, su cui tanto hanno polemizzato – e inventato - altri giornali. Ridicolo anche il tentativo di minimizzare la marcia di domenica per non dover ammettere che le famiglie vere erano lì, in numero comunque superiore ai lettori veri di Avvenire.

C’è stato poi un secondo filone di menzogne, quello secondo cui il Congresso di Verona aveva in effetti soltanto un obiettivo da colpire: papa Francesco. Ci spiegava Vatican Insider il 30 marzo che si tratta di una “crociata” dell’ala conservatrice che «utilizza i temi “famiglia” e “vita” per indebolire Bergoglio». In questo senso sarebbe stata importata in Italia «una tensione politico-culturale-religiosa che nasce e si è amplificata negli Stati Uniti». Insomma una storiella che gira da un po’ di tempo secondo cui ci sarebbe un complotto conservator-tradizionalista anti-Francesco che unisce ricchi cattolici americani alle frange estreme del cattolicesimo in Europa e soprattutto in Italia. Dunque, se capiamo bene, il Congresso mondiale delle famiglie è stato fondato nel 1997 e si è svolto già in dodici paesi, per colpire papa Francesco che è stato eletto nel 2013. Complimenti agli organizzatori per la straordinaria preveggenza.

La lettura del complotto è molto gettonata nel circolo dei collaboratori più stretti del Papa, secondo i quali è evidentemente Francesco e non Cristo il criterio di giudizio del mondo. E infatti ieri non poteva mancare la parola definitiva di Alberto Melloni su Repubblica, che ribadisce: «Il bersaglio non era questa o quella legge. Era papa Francesco come espressione della fede cristiana». Ma poi entra nel dettaglio, ed ecco un esempio della sua inconfutabile ricostruzione del complotto: «Il mondo reazionario che occupa e cannibalizza i conservatori europei deve infatti espugnare il papato per poter consolidare l’Amalgama Nera che per questo obiettivo salda la componente clerico-fascista del tradizionalismo cattolico, l’evangelicalismo suprematista antisemita e le correnti dell’ortodossia contaminate dall’autoritarismo. Una Amalgama Nera trans-confessionale il cui odio investe tutte le ossessioni dell’integrismo: donne ed ebrei, istituzioni democratiche e antropologie, libertà». Giuro che ha scritto proprio così. E non c’è altro da aggiungere.