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IL BELLO DELLA LITURGIA

Tre artisti mostrano la forza del martirio del Battista

Il Verrocchio nel Battistero di Firenze fu co-artefice di un capolavoro in cui il boia sta per avventarsi contro il Battista inginocchiato che affronta il martirio come un’ultima preghiera. Donatello, a Siena descrive lo stesso episodio. Oltralpe Roger van der Weyden fece altrettanto nella pala d’altare della chiesa di San Giacomo a Bruges.

Cultura 29_08_2020

“Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.” Mt 5,10

Oltre alla Vergine Maria, il Battista è l’unico santo di cui la Chiesa ricorda e liturgicamente celebra sia la venuta al mondo sia la sua dipartita. Giovanni subì il martirio decapitato da una guardia di Erode Antipa, che già lo aveva fatto prigioniero, durante il banchetto in cui si era esibita, danzando, la bella Salomè: lo raccontano i Vangeli sinottici, soffermandovisi dettagliatamente Marco e Matteo. Sono loro la fonte delle innumerevoli versioni artistiche della decollazione del Precursore, tema che ha sollecitato la creatività di scultori e pittori, lungo tutti i secoli della storia cristiana.

Anche il Verrocchio, co-artefice di quel capolavoro di oreficeria e, soprattutto, di fede che è il paliotto d’argento realizzato per l’altare centrale del Battistero di Firenze, ora ammirabile in tutta la sua ritrovata bellezza presso il Museo dell’Opera del Duomo. Fu commissionato nel 1366 dall’Arte di Calimala, la più potente tra le corporazioni fiorentine, e portato a termine un centinaio di anni più tardi. Durante la lunga gestazione si avvicendarono i più bravi orafi, raccontando ciascuno un brano della vita del patrono cittadino, incastonando le singole formelle in pilastri d’argento e smalti preziosi.

Al Verrocchio fu assegnata l’ultima, la dodicesima, quella, appunto, della Decollazione. Il maestro distribuì diversi personaggi nello spazio definito dalle linee prospettiche del pavimento e dalle arcate cieche dello sfondo. In primo piano le guardie, dai visi poco rassicuranti, appaiono distratte, i servitori sembrano scansarsi da quanto accade sotto i loro sguardi, il boia sta per avventarsi contro il prigioniero con tutta la forza dei suoi muscoli tesi: le variegate reazioni degli astanti - in cui alcuni critici vedono il contributo del giovane allievo di bottega, Leonardo da Vinci - esaltano ancor di più la serena rassegnazione del Battista che, inginocchiato, con il capo abbassato e le mani giunte, affronta il martirio come un’ultima preghiera.

Un altro grande maestro, Donatello, qualche anno prima aveva fatto una scelta diversa, decidendo di ricordare il sacrificio del Battista attraverso la consegna della sua testa a Erode, al cospetto dei commensali. Nel fonte battesimale di Siena, il pannello è disegnato con la tecnica dello stiacciato che, utilizzando rilievi dagli spessori diversi, crea un effetto di profondità. Sui tre piani, il racconto si articola in tre tempi, seguendo da vicino il passo evangelico di Marco. Il risultato è una sequenza particolarmente vivace, che coinvolge l’osservatore, rendendolo partecipe del dramma rappresentato.

E intanto, oltralpe… Nel 1455 Roger van der Weyden fu incaricato di eseguire una pala d’altare per la chiesa di San Giacomo a Bruges. I pannelli del trittico si presentano come tre navate di una chiesa gotica, inquadrando le scene attraverso archi che introducono in uno spazio sacro. All’interno, sviluppati sapientemente in profondità, si succedono gli episodi salienti della vita del Battista: al centro, il mantello rosso che Giovanni indossa mentre battezza Cristo, allude già al suo martirio.

Sulla destra del dipinto, sullo sfondo della fatidica festa del tetrarca Erode, in primo piano si consuma la morte cruenta del santo: la sua testa, che il carnefice posa sul vassoio dorato tra le mani di Salomè si trasforma, così, in simbolo eucaristico. Il sacrificio, ingiusto e crudele del Battista, il cui sangue sgorga dal corpo riverso del pavimento, è monito per i passanti che assistono alla scena e tassello integrante della storia della Salvezza che il pittore ha puntualmente raccontato nei rilievi a grisaille degli archivolti.