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a cura di Anna Bono
La rotta migratoria verso lo Yemen

Un Piano dell’Oim per centinaia di migliaia di emigranti diretti in o di ritorno dallo Yemen

Benché lo Yemen sia in guerra, decine di migliaia di africani ogni anno emigrano illegalmente per raggiungerlo incuranti del pericolo. Altrettanti cercano di lasciarlo per tornare a casa

Migrazioni 08_11_2019

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Oim, ha urgente bisogno di fondi per soccorrere circa 113.000 emigranti in transito o bloccati a Gibuti, in Etiopia, Somalia e Yemen in condizioni di estrema difficoltà. Il 5 novembre il direttore regionale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni per l’Africa orientale e il Corno d’Africa, Mohammed Abdiker, ha detto che occorrono 54 milioni di dollari per finanziare il Piano regionale del Corno d’Africa e dello Yemen per gli emigranti e finora ne sono stati offerti solo il 32%. Il Piano ha la missione di assistere gli emigranti del Corno d’Africa diretti in e di ritorno dallo Yemen, spesso dopo aver tentato invano di raggiungere i paesi del Golfo Persico. Per lo più si tratta di giovani, tra i quali sono in aumento i minorenni molti dei quali non accompagnati, inconsapevoli dei pericoli a cui vanno incontro percorrendo la rotta verso lo Yemen: caldo estremo, scontri armati, violenza, trafficanti. Sono tra gli emigranti più vulnerabili, ha spiegato il responsabile dell’Oim: “andare incontro ai loro bisogni deve restare una priorità per la comunità internazionale”. Secondo l’Oim entro la fine del 2019 160.000 emigranti saranno entrati in Yemen via mare arrivando da diverse località del Corno d’Africa. Si stima che nello stesso arco di tempo quasi 130.000 emigranti saranno di ritorno in Africa provenienti dall’Arabia Saudita. L’Oim è impegnata a fornire assistenza agli emigranti bloccati in Yemen e a quelli che tornano a casa. Nel 2018 il Piano ha fornito cibo, acqua, sistemazione provvisoria a 58.000 emigranti nei quattro paesi in cui è attivo; ha provveduto al ritorno volontario di 15.000 emigranti vulnerabili; ha realizzato 14 progetti di sviluppo per altrettante comunità nei territori in cui si concentrano i rimpatri. Servivano 46 milioni di dollari, ma ne ha ricevuto solo il 44%.