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Testimonianze

Una donna trans contro il «cambio» di sesso

Una donna lesbica che voleva «diventare» un uomo racconta il viaggio nell’incubo che ha dovuto subire per soddisfare quello che lei stessa ammette essere un desiderio folle. 

Gender Watch 15_02_2021

Riportiamo alcuni stralci di un articolo scritto da Scott Newgent (nella foto), donna che voleva «diventare» uomo, apparso su Newsweek e che descrive il calvario che ha dovuto affrontare per inseguire questa utopia, calvario a cui nessun medico l’aveva preparata. In alcune sezioni non qui riportate e in alcuni passaggi invece citati la donna articola riflessioni non sempre condivisibili. Ma veniamo al suo racconto del terrore.

«Sono un uomo transgender di 48 anni. Ero elettrizzato quando sei anni fa la comunità medica mi ha comunicato che potevo transitare da donna a uomo. Sono stato informato di tutte le cose meravigliose che sarebbero accadute grazie alla transizione medica, ma tutti gli aspetti negativi sono stati ignorati. Da allora, ho sofferto moltissimo, inclusi sette interventi chirurgici, un'embolia polmonare, un attacco cardiaco da stress indotto, sepsi, un'infezione ricorrente durata 17 mesi, 16 cicli di antibiotici, tre settimane di antibiotici […], chirurgia ricostruttiva del braccio, danni alla vescica, cuore e polmoni, insonnia, allucinazioni, stress post traumatico, un milione di dollari in spese mediche e perdita della casa, dell'auto, della carriera e del matrimonio. E con ciò non posso nemmeno citare in giudizio il chirurgo responsabile, anche perché non esiste un protocollo testato o ampiamente accettato per l'assistenza sanitaria transgender.

Lo ripeto: non esiste un protocollo testato o ampiamente accettato per l'assistenza sanitaria transgender. Nè per i 42enni, nè per i tanti minori che intraprendono la transizione clinica e che ormai sono arrivati ad essere un numero record. Non è transfobico o discriminatorio discuterne: noi come società dobbiamo comprendere appieno ciò che incoraggiamo i nostri figli a fare con il loro corpo.

[…] Ogni sessione di consulenza e ogni appuntamento dal dottore è stata un'ulteriore spinta a convincermi che potevo essere guarito dal fatto di essere nato nel corpo sbagliato.

Durante i miei 17 mesi dopo l’operazione di pura sopravvivenza, ho scoperto che l'assistenza sanitaria transgender è sperimentale e che ampi settori dell'industria medica incoraggiano i minori alla transizione a causa, almeno in parte, di grossi margini di profitto. Sono rimasto sbalordito. Ogni giorno facevo delle ricerche ed ero sempre più sconvolto. Mentre passavo da un pronto soccorso all'altro in cerca disperata di aiuto, mi sono reso conto che nessuno sapeva cosa fare. Tutti i medici mi dicevano di tornare dal chirurgo che mi aveva operato. Ero intrappolato, come un bambino che vive con un genitore violento.

La mia ricorrente infezione alla vescica non solo ha demolito il mio corpo, ma ha iniziato a devastare anche la mia mente. Ho smesso di essere in grado di far fronte ai problemi e inoltre ho perso la mia assicurazione sanitaria dato che non potevo più lavorare. Ho passato molte notti in bagno con così tanto dolore che non riuscivo più nemmeno ad arrivare in bagno, costretto a urinare sul pavimento, urlando mentre quelle che sembravano lame di rasoio incidevano il mio corpo. Il riposo è arrivato solo con sonnellini di 45 minuti che ho provocato con quattro shot di vodka, sei pillole di Benadryl e una manciata di capsule di melatonina.

[…] Una notte semplicemente non ce l’ho fatta più. Volevo morire. Sono strisciato fino al letto e ho avuto un'altra allucinazione. La vita dei miei figli mi balenò davanti agli occhi e vidi la devastazione che la mia morte avrebbe causato loro. In quel momento, ho fatto un patto con Dio, con l'universo, o in qualsiasi modo tu lo voglia chiamare: se la mia vita fosse stata risparmiata, se mi fosse stato permesso di rimanere qui per i miei figli, avrei aiutato gli altri ragazzi assicurandomi di far sapere alle persone cosa fosse realmente la sperimentazione sui transgender e cosa l'assistenza sanitaria comporti davvero. Ricordo i miei lamenti: "Dio, occhio per occhio, al contrario. Combatterò con la passione di una madre per gli altri se posso rimanere qui per i miei figli".

Ecco di cosa non riuscivo a rendermi conto prima della transizione e a cui onestamente credo che nessun bambino sia in grado di acconsentire:

Diminuzione dell'aspettativa di vita

Aumento del rischio di morte prematura per attacchi di cuore ed embolia polmonare

Danno osseo

Possibile danno al fegato

Aumento delle complicazioni di salute mentale

Maggiori possibilità di sintomi della sindrome dell'umore

Tassi di suicidio più elevati rispetto alla popolazione non trans

Possibilità del 12% in più rispetto alla popolazione non trans di sviluppare sintomi di psicosi

Possibilità di sviluppo cerebrale stentato

Possibilità molto ridotte per tutta la vita di provare piacere sessuale

Maggiore possibilità di sterilità e infertilità

Nessun miglioramento in quanto a risultati per la salute mentale

Condizione non completamente reversibile

Gli attivisti trans promuovono studi che affermano che la transizione medica dei bambini incerti sulla loro identità di genere migliora la salute mentale. Ma quegli studi sono stati spesso ritirati dalla pubblicazione (e questo non è stato raccontato dai media).

Inoltre, non sono stati condotti studi a lungo termine sui bambini che crescono senza aver sperimentato i benefici della pubertà naturale. Non sono stati condotti studi sulla de-transizione (persone che tornano a identificarsi con il sesso della nascita). Quali sono gli effetti psicologici? Nessuno ne ha la più pallida idea e troppo spesso i ricercatori vengono ostracizzati dalla cultura nichilista anche solo per il fatto di aver posto alcune domande. Studi peer-reviewed mostrano una correlazione scioccante tra disforia di genere e autismo ,depressione, ansia, disturbi alimentari e altre comorbilità».