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TRADIZIONE VS IDEOLOGIA

Una guida per evitare libri dannosi per i piccoli

Pochi raccontano storie ai bambini, dimenticando la grande funzione dei racconti della tradizione, ma i nemici del Logos continuano a sfornare favole per i piccoli. Come comprendere quale libro abbiamo fra le mani? Ecco alcune domande: Chi è il nemico? Come si batte il nemico? Ci sono crescita e cambiamento? Come finisce la storia? Le risposte vi aiuteranno ad orientarvi.

Famiglia 08_04_2021 English Español

Alcuni genitori mi hanno chiesto come riconoscere, da quali indizi, i libri che veicolano ideologie sospette.

Personalmente, prima di occuparmi dei libri, mi preoccuperei della televisione. A dire il vero, io suggerirei proprio di buttarla, la televisione... ma non vorrei passare per talebano. Occupiamoci, dunque, dei libri per bambini e ragazzi.

Le ideologie rivoluzionarie hanno come fine la distruzione della filosofia aristotelico-tomista, ossia quella filosofia che si fonda sul finalismo e sulla legge naturale, che noi conosciamo sottoforma di legge morale e religiosa.

Secondo questa filosofia, gli enti non sono davvero come sono, ma come dovrebbero essere. Ogni ente ha un proprio progetto (una «natura») che guida il suo sviluppo, la sua realizzazione. Questo vale, ovviamente, per l’essere umano: ogni uomo ha un progetto; una vocazione, per dirla in termini religiosi. Esiste quindi un «dover essere», superiore a ciò che è attualmente. La ragione è la facoltà umana più elevata; essa ha il compito di discernere il bene (ciò che è secondo natura) dal male (ciò che è contro natura) e guidare la persona verso la propria realizzazione.

Le ideologie più recenti, ovviamente, negano tutto ciò. Non esiste nessuna natura umana, nessun progetto, nessun dover essere. Noi siamo chi vogliamo essere. Non essendoci un fine, salta anche la morale, il bene e il male. La ragione, detronizzata, è sostituita dalle passioni, dai moti del corpo. Tutto questo si riflette, ovviamente, sulla letteratura per bambini e ragazzi.

La letteratura e il racconto sono stati lo strumento fondamentale per la costruzione della civiltà europea, fondata sul Logos; basti pensare ai poemi omerici, ai racconti biblici, alla letteratura cavalleresca, alla Divina Commedia... Ora l’Europa sembra aver dimenticato l’importanza di questo strumento: pochi raccontano storie ai bambini prima di addormentarsi, il cantastorie sembra una figura che si perde nella nebbia del tempo, la televisione ha sostituito il caminetto e lo speaker il nonno. Ma i nemici del Logos, no: essi continuano a sfornare racconti e narrazioni, soprattutto per i piccoli. Dai racconti del marchese de Sade a Piccolo uovo e Il segreto di papà, la letteratura rivoluzionaria ha cambiato target e linguaggio.

Ecco, dunque, qualche suggerimento per distinguere la letteratura «tradizionale» per bambini da quella ideologizzata.

1) Chi è il nemico? Nella letteratura tradizionale, il nemico è una persona. Il male non è astratto, ma agisce con le sembianze di un essere personale. Qualcuno ha scelto il male, ha deciso di stare dalla sua parte e di agire di conseguenza. Nella letteratura ideologica, invece, il nemico è impersonale: è la tradizione, il pregiudizio, le aspettative. Non esistono «buoni» né «cattivi».

2) Come si batte il nemico? Nella letteratura tradizionale il nemico si batte attraverso una vera e propria lotta, combattendo anche fisicamente; rischiando, cioè, la propria incolumità e persino la vita. Nella letteratura rivoluzionaria il nemico si vince convincendo gli altri, mostrando loro che si sbagliano, grazie a buoni argomenti.

3) Ci sono crescita e cambiamento? Nella letteratura tradizionale, affrontando il nemico, il protaonista cambia, cresce, diventa ciò che dovrebbe essere. La lotta è una circostanza che permette la propria realizzazione. Nella letteratura ideologica il protagonista non cambia: esso va benissimo così come è, con le sue stranezze e particolarità (che gli altri considerano difetti). Cambiano tutti gli altri. È il ribaltamento della faccenda della pagliuzza e della trave (Lc 6, 41).

4) Come finisce la storia? Nella letteratura tradizionale, il protagonista trionfa e gioisce. Ha pagato un prezzo per la sua vittoria, ma affrontare il nemico l’ha aiutato a raggiungere la propria realizzazione. Il nemico è vinto: se non è morto, è esiliato e si rode per la sconfitta. Nella letteratura ideologica, di solito, tutti sono felici e in armonia. Nessuno ha perso, nessuno è stato sconfitto.

Il modello della letteratura ideologica è, per semplificare, Il brutto anatroccolo di Andersen (1805-1875). È la storia di un anatroccolo che si sente diverso: brutto, al confronto degli altri anatroccoli. Allora fugge e, dopo varie peripezie, viene accolto da uno stormo di cigni. Scopre così il suo disagio era dovuto al fatto di costringersi ad un ruolo che non gli apparteneva. Cambiato il contesto sociale, ora è libero di essere ciò che desiderava: un bellissimo cigno. Un esempio più recente di racconto ideologico è, sempre per esempio, Shark tale (Dreamworks 2004).

Ovviamente sono solo alcuni punti esemplificativi; non è detto che in ogni racconto ideologico ci siano tutti e solo questi. Però mi sembrano un buon punto di partenza per valutare se il libro che gli zii hanno regalato al nostro cucciolo è adatto o, piuttosto, un subdolo veicolo di propaganda.