Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giorgio a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Una storia

In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. (Mt 1,1-17)

Schegge di vangelo 17_12_2014
Vangelo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. (Mt 1,1-17)

Guai a dimenticare questa genealogia: non tanto nella successione dei singoli nomi - come massi che segnano un tracciato nel deserto dell’umanità - quanto piuttosto nel suo contenuto. Noi siamo stati generati da una storia, veniamo da un passato segnato dalla iniziativa di Dio, dalla sua orma e dalla sua presenza. Non siamo atomi isolati, né soli e indipendenti. Apparteniamo: siamo figli, siamo fratelli. Non abbiamo tutto da inventare né siamo costretti a immaginare l’utopia di un progetto fantasioso. Siamo in una strada con un principio e un compimento, camminiamo dentro un popolo amato e desiderato. Da tante generazioni. Per tante generazioni.