Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giuseppe a cura di Ermes Dovico
MISTERO SUI CONTRATTI

Vaccino sicuro? Boh, intanto i danni li pagheremo noi

Il caso dei 23 anziani deceduti in Norvegia dopo la somministrazione del vaccino ha portato in evidenza l'insufficiente sperimentazione clinica causata dalla troppa fretta nella produzione del vaccino. Ma dai contratti che la Ue ha stipulato con le case farmaceutiche emerge che per eventuali danni, le case avranno il rimborso dei risarcimenti. 

Attualità 22_01_2021

I vaccini anti Covid attualmente circolanti? Assolutamente sicuri ed efficaci. Parola delle ditte produttrici e dei governi europei che li stanno adottando. E chi dice il contrario si rende colpevole di “negazionismo sucida”, come ha affermato nei giorni scorsi papa Bergoglio in veste di testimonial televisivo della campagna vaccinale.

Negazionismo? Vediamo un po’. Negli scorsi giorni è stato lanciato un allarme dalla Norvegia: nel Paese scandinavo sono morti 23 anziani ospiti di case di riposo che avevano ricevuto nei giorni precedenti il vaccino Pfizer-BioNTech. Una delle spiegazioni per questi decessi offerte dalla Norwegian Medicines Agency è il basso numero di soggetti over 85 coinvolti nei trials. Durante i test pare non siano stati fatti studi su pazienti over e fragili, instabili e con malattie in fase acuta. Insomma: insufficiente sperimentazione clinica.

Troppa fretta nel mettere in produzione il vaccino, così che non esistono sufficienti prove della sicurezza del vaccino rispetto ad una popolazione anziana e fragile. Per pazienti con più grave fragilità, anche gli effetti collaterali relativamente lievi dei vaccini possono avere gravi conseguenze. Questa conclusione è arrivata dopo l'autopsia di 13 dei 23 pazienti deceduti per cause "associate alla vaccinazione anti-Covid". L'esame ha evidenziato proprio l'incidenza letale dei comuni effetti collaterali nei pazienti in età molto avanzata, che presentavano gravi fragilità connesse proprio all'anagrafica. Non è solo il vaccino Pfeizer a presentare effetti collaterali preoccupanti.

In California, il secondo vaccino anti-Covid americano, della azienda Moderna rischia di subire uno stop dopo che si sono verificate gravi reazioni allergiche in vaccinati con uno specifico lotto. Gli esperti spiegano che esiste il rischio di anafilassi e di gravi reazioni allergiche al vaccino Covid-19 della Moderna, anche se ritengono che si tratti di un evento “estremamente raro”.

Tuttavia il rischio di eventi avversi c’è, e le case farmaceutiche che producono i vaccini contro il Covid ne sono perfettamente consapevoli, e per non correre il rischio di dover pagare ingenti risarcimenti alle persone eventualmente danneggiate o morte in seguito alla vaccinazione,  hanno stipulato contratti assolutamente blindati con l’Unione europea che possono farle stare tranquille. Nel caso di danni e contenziosi a causa dei vaccini, infatti, a pagare i rimborsi saranno gli Stati membri.

Per la precisione: i danni li pagheranno le aziende farmaceutiche, in carico alle quali restano le responsabilità oggettive, ma che successivamente  verranno rimborsate dai governi con i soldi dei cittadini, compresi quelli italiani. La liberatoria è messa nero su bianco nel contratto stipulato dalla Commissione Ue con Curevac. Questo vaccino non è ancora stato autorizzato dall’Ema. L’Italia ne ha ordinate 30,2 milioni di dosi. Curevac è l’unica azienda ad aver reso pubblico il contratto. Gli altri produttori, come Pfizer/Biontech e Moderna, preferiscono ancora tenere tutto segreto. Non si sa, quindi, se le clausole inserite siano uguali. Ma la stessa Commissione ha spiegato che tutte le case farmaceutiche hanno richiesto determinate garanzie, senza specificare, però, cosa prevedano.

Per quale motivo l’Unione Europea ha deciso di garantire ai produttori questa protezione in caso di contenziosi legali con le persone danneggiate dai vaccini o i loro familiari? Il contratto, letto attentamente, può darci qualche rivelazione molto interessante. Si dice, infatti, che «le tempistiche di sviluppo accelerate per fornire la sperimentazione clinica e il programma di follow-up concordato con l’Ema comportano che il contraente (la casa farmaceutica) in nessuna circostanza può garantire, o assumersi alcuna responsabilità, al momento dell’entrata in vigore dell’accordo.

Quindi, si riconosce apertamente che ci sono state delle tempistiche eufemisticamente definite “accelerate”. Questa rapidità di esecuzione non è affatto rassicurante rispetto all'efficacia necessaria per prevenire un’infezione da Covid-19. Non per nulla nei giorni scorsi un articolo del British medical Journal evidenziava che l’efficacia reale dei vaccini Moderna e Pfeizer dovrebbe arrivare al massimo al 30%. Per non parlare degli effetti collaterali, che come si sta constatando stanno diventando un problema non più eludibile. Ma tutto procede secondo i piani prestabiliti, e gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno condividere questi rischi e saranno obbligati a pagare gli indennizzi. Una sorta di contratto capestro ipergarantista nei confronti delle case farmaceutiche. Un dono generoso e inspiegabile da parte dell’oligarchia europea.