Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
EDITORIALE

Vatican Sniper, come ti abbatto i nemici della "rivoluzione"

Un nostro editoriale ha provocato la reazione scomposta di Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider, che mi ha accusato di scrivere il falso a proposito di un suo tentativo di estorcere una intervista al cardinale Brandmuller. Ma ecco le prove del "cecchinaggio" in corso....

Editoriali 12_01_2017
Vatican Sniper

 

Vatican Sniper

 

Quando si sceglie il mestiere di cecchino (“sniper” in inglese) si deve essere consapevoli che si tratta di un lavoro pericoloso: basta un attimo di distrazione e si viene individuati, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider e principe dei vaticanisti (lo dico senza ironia), già da tempo ha scelto questo mestiere mettendo nel mirino di volta in volta tutti coloro che sono considerati una minaccia per la “rivoluzione” in corso nella Chiesa. Non è ovviamente l’unico, anzi in Italia pare essere diventato un lavoro molto redditizio. Liberissimo di farlo, ovviamente, ma visto che a un mio rilievo contenuto in un editoriale dedicato alle dichiarazioni del cardinale Muller, ha perso le staffe accusandomi pesantemente di avere affermato il falso (clicca qui per l'articolo-invettiva), mi trovo costretto a replicare anche citando fatti e documenti su cui intendevo sorvolare.

Tralascio ovviamente di rispondere alla valanga di “complimenti” a me e alla Nuova Bussola Quotidiana con cui Tornielli ha pensato bene di condire le sue ragioni (dicono molto più di chi le ha scritte che non delle persone nel mirino), e passo subito agli argomenti:

1. Tornielli afferma che nel mio articolo si dice che Vatican Insider non ha dato prontamente notizia della pubblicazione dei “dubia” dei quattro cardinali. Falso, non ho scritto questo: ho scritto invece che la strategia dei “guardiani della rivoluzione” in un primo tempo è stato il silenzio, senza fare nomi perché l’elenco è lungo. Tornielli non è l’unico a potersi fregiare di questo appellativo: è un fatto che le principali testate laiciste e clericali italiane (Corriere, Repubblica, Stampa, Avvenire, ecc.) per giorni hanno taciuto la notizia o l’hanno fortemente minimizzata quando – come si vede a distanza di mesi – è invece uno dei fatti più importanti accaduti nella Chiesa in questi ultimi mesi. È soltanto quando è apparso evidente che, data l’eco in tutto il mondo, non si poteva fare finta di nulla, che i “guardiani della rivoluzione” sono passati alla seconda fase: attacchi personali ai quattro cardinali e minacce.

2. La cosa che più ha fatto imbestialire Tornielli è il mio riferimento al fatto che egli «ha tentato di estorcere dichiarazioni al cardinale Brandmuller contro Burke». E così ha spiegato ai suoi lettori come sarebbero andati veramente i fatti e di come è stato corretto nel riportare il pensiero di Brandmuller senza sue forzature. 
Diciamo però che la ricostruzione di Tornielli tralascia alcuni passaggi che sono invece molto utili per capire la strategia dei “guardiani della rivoluzione” o “turiferari” che dir si voglia. 

Dunque le cose sono andate così: il 22 dicembre, dopo il discorso del Papa alla Curia romana, Tornielli ha preso spunto da un riferimento di papa Francesco al cardinale Brandmuller per contattarlo e chiedergli una intervista. Il cardinale era titubante – non si fidava troppo - ma alla fine ha accettato a condizione di poter controllare il testo dell’intervista prima della pubblicazione. Cosa che Tornielli ha fatto, ma è qui che manca il tassello decisivo: è interessante infatti leggere la versione originale dell’articolo di Tornielli, in seguito alla quale il cardinale Brandmuller ha inviato la mail (pubblicata da Tornielli a sua presunta discolpa) che in effetti smentisce totalmente la lettura che il nostro voleva dare.

Facciamo un rapido confronto: qui trovate l’intervista a Brandmuller così come è stata pubblicata da Vatican Insider; qui invece trovate la versione originale che Tornielli avrebbe voluto pubblicare.

Un breve confronto, partendo dal titolo. Ecco quello pubblicato effettivamente: L'eventuale correzione fraterna al Papa deve avvenire in camera caritatis. Sottotitolo: Il cardinale Brandmuller firmatario dei ‘dubia’: Burke ha espresso in piena autonomia la sua opinione e sarebbe comunque convinto di non fare un passo pubblico.

Ben diverso il tenore nella versione originale: Quei ‘dubia’ sulla ‘correzione formale’ al Papa. E sottotitolo: Il cardinale Burke l'ha preannunciata per dopo le festività natalizie. Ma non tutti i firmatari dei quesiti su "Amoris laetitia" sono d'accordo. Brandmüller: «Le correzioni fraterne non si fanno in pubblico»

Basterebbe questo per capire il giochino: nel titolo originale era chiara la volontà di mettere Brandmuller contro Burke e far capire che i quattro cardinali erano divisi. E il testo dell’articolo conferma questo taglio: il cardinale tedesco prende chiaramente le distanze dal suo confratello. Un abile uso delle dichiarazioni di Brandmuller per “cecchinare” il cardinale Burke. Così i quattro cardinali diventerebbero tre e magari potrebbero litigare tra loro. Ma il cardinale Brandmuller, con la sua mail, sventa il disegno: non solo non accetta di mettersi contro Burke ma corregge anche l’interpretazione che Tornielli aveva dato delle dichiarazioni originali del cardinale americano. Dato il tono della mail di Brandmuller, Tornielli è costretto a correggere e pubblicare un testo “depotenziato”. Con una piccola ritorsione: notare la perfidia della foto pubblicata a corredo dell'intervista, l'immagine che si vuole dare del cardinale Brandmuller (sono i trucchi del mestiere).

Ciò semplicemente conferma quanto il sottoscritto ha sostenuto nell’editoriale: in questa fase 3 la strategia dei “guardiani della rivoluzione” è cercare di mettere i quattro cardinali uno contro l’altro. Detto per inciso, la vicenda con Tornielli e il clima che si è creato ha consigliato il cardinale Brandmuller a rifiutare altre interviste, che pure nel frattempo gli sono state richieste. Sta diventando complicato distinguere degli onesti cronisti dai cecchini.

3. Mi sia consentita una nota finale, un fatterello che spiega il modus operandi di questo gruppo di “guardiani della rivoluzione”. Tralascio il grande movimento di tweet con cui i vari giornalisti e teologi della nuova Chiesa hanno rilanciato le invettive di Tornielli contro la Bussola, aggiungendo insulti a insulti e lasciandosi andare ad abbondanti pratiche di onanismo intellettuale. In qualche modo era scontato. Vorrei invece raccontare un’altra cosa: esiste un sito vaticano semi-ufficioso, Il Sismografo, che pubblica una rassegna stampa continuamente aggiornata in diverse lingue e riguardante argomenti che hanno a che fare con la Chiesa. 

In questa rassegna entrano grandi testate ma anche piccoli o piccolissimi siti, anche di tendenze diverse. Un servizio sicuramente utile. Ebbene, Il Sismografo da quattro anni ignora completamente l’esistenza della Nuova Bussola Quotidiana: è così attento ad evitare la citazione di nostri articoli che, anche quando siamo stati noi a dare per primi alcune notizie di interesse ecclesiale, la redazione ha aspettato che qualcun altro le riprendesse per poterle pubblicare. È una scelta editoriale ben precisa su cui non ho nulla da obiettare: il proprietario del sito ha diritto a pubblicare chi vuole e quando vuole. Noi ne prendiamo solo atto. Però guarda caso, la tirata di Tornielli contro la Nuova Bussola Quotidiana è stata pubblicata dal Sismografo quasi in tempo reale, garantendogli ovviamente la massima diffusione. Che dire? Certe miserie fanno sorridere, però è bene che tutti sappiano come funziona l’informazione religiosa al tempo della misericordia, e di quanti cecchini ci siano in giro.