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VERSO LA LEGGE

Aborto, "le pressioni" della Banca Mondiale sull'Argentina

Al via a Buenos Aires il dibattito parlamentare per depenalizzare l'aborto con il via libera del presidente Macri, cristiano, ma sottomesso a certi poteri. Quali? Chi lo ha obbligato a presentare il progetto di legge è stata la Banca Mondiale in occasione del vertice del G20 che si è svolto nella capitale argentina, la cui posizione pro aborto è ben conosciuta.

Vita e bioetica 25_04_2018
Mauricio MAcri

BUENOS AIRES (ARG) - Da otto giorni è iniziata in Parlamento una parvenza di dibattito sul progetto di legge di depenalizzazione dell’aborto, inviato dal presidente Mauricio Macri per il suo iter legislativo.

Sebbene il premier argentino si sia dichiarato personalmente contro la depenalizzazione, ha motivato la sua decisione dicendo che “non vuole imporre la sua volontà a nessuno” e che “rispetterà ciò che deciderà il legislatore”, a favore o contro, rinunciando anticipatamente a porre il veto sulla legge se dovesse essere approvata.

Ciò che però non ha detto Mauricio Macri è che, in realtà, chi lo ha obbligato a presentare il progetto di legge per il suo iter legislativo, è stata la Banca Mondiale attraverso la sua funzionaria Margo Thomas, in occasione del vertice del G20 che si è svolto non più di due settimane fa a Buenos Aires. E’ ben conosciuta la posizione ufficiale pro aborto della Banca Mondiale e le forme di pressioni e imposizioni che esercita nei confronti di governi come quello argentino, che dipendono in forma assoluta dai prestiti che questa istituzione ha elargito in favore dell’Argentina dal marzo 2011 per finanziare i piani sociali che costituiscono l’unico sostentamento su cui possono contare oggi 11 milioni di persone.

Sebbene il presidente argentino si professi cattolico e si sia laureato all’Università cattolica Argentina, il suo cattolicesimo lascia molto a desiderare, come mostra molto bene la sua attitudine tipica da Ponzio Pilato. Infatti, ha sacrificato le sue convinzioni per sottomettersi al ricatto dell’imperialismo finanziario e demografico che esercita il controllo delle finanze internazionali. Un potere a sua volta dell’economia mondiale e che concentra le ricchezze a più non posso, incrementando un genocidio planetario per godere in pace e impedendo, ora e in futuro, che la maggior parte della popolazione del mondo consumi quei beni e quelle ricchezze che presumibilmente appartengono a questa elite parassitaria e predatrice.

L’Arcivescovo di La Plata, monsignor Hèctor Aguer, ha definito giustamente il presidente argentino “un cattolico che non sa farsi il segno della croce”. Un cattolico che quando deve testimoniare la sua fede retrocede e si inchina alla volontà dei poteri forti, in questo caso la Banca Mondiale, per dare seguito all’assassinio legale nel seno materno di migliaia di bambini.

Un primo problema che ha questo progetto di depenalizzazione è che si basa su una serie di aberrazioni giuridiche, a cominciare dal carattere anticostituzionale dell’iniziativa, la cosificazione e la nullificazione del bambino nel ventre materno, disconoscendo la sua dignità di persona umana. E una semplice dichiarazione come unica ed esclusiva base e giustificazione per l'omicidio del bambino, la semplice volontà di negare l'esistenza del bambino generato.

La Costituzione nazionale argentina e il nuovo codice civile e commerciale unificato riconoscono che l’esistenza dell’essere umano come persona, inizia con il concepimento. Lo stesso riconosce la Convenzione Americana dei diritti umani (Costa Rica, 1996), incorporata nella Costituzione nazionale, così come il divieto di applicare la pena di morte in paesi come l'Argentina, dove non era e non è in vigore.

Per poter legalizzare l’aborto, bisognerebbe modificare o cambiare prima la Carta, ripudiare l’adesione alla Convenzione Americana e eliminare l’articolo 19 del codice civile.

Perché, in assenza di questo, per quanto si possano utilizzare tutti gli eufemismi possibili – come ad esempio l’interruzione di gravidanza – l’aborto è l’assassinio di un essere umano assolutamente innocente e totalmente indifeso nel seno della madre.

E’ per questo che affermiamo che tutto il dibattito nato attorno al provvedimento legislativo del progetto di depenalizzazione è un esercizio inutile e una perdita di tempo, perché viziato di incostituzionalità all’origine.

Però, perché si pretende di portare avanti a tutti i costi in forma aberrante questa iniziativa che vìola la Carta Argentina? Rispondere a questa domanda ci porta al secondo problema: perché si tratta di un’iniziativa promossa da alcuni decenni dal potere economico, finanziario e politico più rapace della storia umana, un potere rappresentato dal clan Rockefeller.

Che l’aborto “sia il diritto della donna di determinare la propria fertilità”; che “debbano essere partoriti nel mondo solo i bambini che sono desiderati”; che “si possa essere in grado di determinare quando termina la vita potenziale e quando comincia quella realmente umana”, mettendo in dubbio il carattere di persona del feto; che l’aborto “va incontro alla libertà della donna” e che “pregiudica la giustizia sociale” (perché le donne ricche possono uccidere i loro figli in condizioni di sicurezza mentre quelle povere rischiano di più, dovendolo fare in clandestinità) etc… sono dogmi formulati e resi pubblici da John Davison Rockefeller III nell’informativa che presentò al presidente Richard Nixon nel 1972 per porre il fondamento della politica del controllo delle nascite negli Stati Uniti. (Commissione Rockefeller, report popolazione e futuro americano, 1972).

Questo vademecum antinatalista è stato il documento che è servito da base per l’elaborazione del famoso memorandum 200/74, ufficialmente chiamato Memorandum di studio sulla sicurezza nazionale.

Questo piano Rockefeller per gli Stati Uniti è stato poi applicato su scala planetaria appena due anni dopo dall’attività di Henry Kissinger, nel suo ruolo di segretario di Stato americano.

Con l’effetto di promuovere e legalizzare di fatto l’aborto come diritto, persino nei trattati internazionali, le Costituzioni e le leggi e in definitiva, trasformare in realtà i deliri criminali della plutocrazia finanziaria internazionale.

Il paradossale, tendente alla schizofrenia politica, è che questa agenda dell’imperialismo internazionale del potere economico è stata promossa pubblicamente dalle forze politiche che dicevano di opporsi al neoliberismo e al capitalismo rapace, come sono i partiti della sinistra e progressisti e le organizzazioni non governative finanziate dallo stesso potere attraverso le proprie fondazioni pro aborto (Ford Foundation, International Planned Parenthood Federation, Human Rights Watch, Amnesty International, etc.).

In altre parole: l’agenda antinatalista e criminale del potere capitalista rapace è stata promossa pubblicamente da coloro che in teoria criticano questo capitalismo, in uno strano e inesplicabile accoppiamento politico.

Che cos’è che unisce questi nemici presumibilmente incompatibili nella loro ideologia? L’anima umanista e cristiana dei popoli latino americani, fonte della resistenza che oggi incontra in Argentina questo nuovo tentativo di introdurre la pena di morte, travestita con l’eufemismo della “interruzione di gravidanza”.

Ma Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera, anche sopra tutto il fronte dei mercanti e mercenari della morte.