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LA RIVISTA

“Aggiornamenti sociali” rilegge il Covid secondo la narrazione dominante

La rivista “Aggiornamenti sociali” inizia un percorso di rilettura dell’esperienza Covid, ma lo fa secondo la versione imposta dal potere politico, dalle istituzioni sanitarie e dai grandi media.

Dottrina sociale 17_10_2023

La rivista “Aggiornamenti sociali” inizia un percorso di rilettura dell’esperienza Covid e affida il compito al proprio Gruppo di studio sulla bioetica. Nel numero in distribuzione la rilettura consta di due articoli, uno del teologo Maurizio Chiodi e l’altro del dottor Alberto Giannini. Una cosa che colpisce è che questa rilettura avviene all’interno della visione (o narrazione che si preferisce dire oggi) principale, quella di fatto assunta dal potere politico, dalle istituzioni sanitarie principali sia nazionali che internazionali e dai grandi media. In altre parole: la versione imposta.

Don Maurizio Chiodi comincia così il suo articolo dal titolo “Quando la malattia rende estranei”: «Secondo i dati ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità dall’inizio della pandemia fino al 6 settembre 2023, le persone contagiate dalla Covid-19 in tutto il mondo sono state 770.437.327 e di esse 6.956.900 sono morte». Ci si chiede: quale seria rilettura critica sarà mai possibile partendo da simili affermazioni? Tutti sappiamo come sono stati raccolti quei dati e conosciamo bene la loro reale attendibilità oltre che la loro significatività per comprendere il fenomeno. Non ci sono dubbi in proposito perché ci sono le prove. Quei dati vengono qui presi come un oracolo della dea OMS, della quale si conoscono i finanziatori, la sua natura politica e l’attitudine congenita a piegare la medicina ad altri interessi.

L’altro articolo ospitato è di Alberto Giannini, direttore dell’Unità operativa di Anestesia e rianimazione pediatrica degli Ospedali civili di Brescia. Di lui viene ricordato in una scheda che «ha contribuito alla redazione del documento di raccomandazioni della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (SIAARTI) in tema di allocazione di risorse sanitarie limitate». Si ricorderà che questo documento ha suscitato un notevole confronto ed è stato molto criticato dal punto di vista etico. Nel suo articolo, Giannini non riconsidera criticamente quelle posizioni e lamenta che in quelle occasioni altri ordini professionali dell’ambito sanitario, diversamente dalla SIAARTI, non abbiano parlato, mancando così ad un dovere. Anche in questo caso, come nel precedente di Chiodi, l’impressione è che non ci sia nessuna “rilettura”, ma solo una sostanziale riproposizione della versione ufficiale. La questione dei posti limitati in terapia intensiva con il conseguente problema etico del loro utilizzo selettivo è dato per “naturale” mentre era conseguenza di politiche sbagliate. Quanto agli ordini professionali della sanità niente si dice sul loro prono impegno ad applicare con il massimo rigore la volontà del potere politico. (Stefano Fontana)