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IMMIGRAZIONE

Biden accoglie i clandestini, ancor prima di insediarsi

La nuova amministrazione Dem statunitense non si è ancora insediata ma ha già annunciato di voler regalare permessi di soggiorno a milioni di immigrati illegali ai quali garantire poi la cittadinanza, e quindi il diritto di voto, in pochi anni. Promotrice dell'iniziativa è Kamala Harris, vicepresidente eletta, immigrazionista convinta. Come i Dem italiani.

Esteri 17_01_2021
Carovana di emigranti verso gli Usa

La nuova amministrazione Dem statunitense non si è ancora insediata ma ha già annunciato di voler regalare permessi di soggiorno a milioni di immigrati illegali ai quali garantire poi la cittadinanza, e quindi il diritto di voto, in pochi anni.

Il vicepresidente eletto Kamala Harris martedì ha annunciato che l'Amministrazione Biden adotterà un approccio più "umano" all'immigrazione e prevede di introdurre un disegno di legge di riforma che conceda “carte verdi” (permessi di soggiorno e lavoro) automatiche agli immigrati con status di protezione temporanea (TPS) e ai beneficiari di Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA), cioè migranti che sono stati portati negli Stati Uniti da bambini quando i loro genitori hanno attraversato il confine illegalmente.

La Harris ha detto a Univision che il piano include “un percorso per ottenere la cittadinanza riservato alla maggior parte degli 11 milioni di immigrati privi di documenti che vivono nel paese”. Si tratta di riconoscerli subito come “residenti permanenti legali" per poi attuare un percorso verso l’ottenimento della cittadinanza USA “entro un periodo di otto anni" contro gli attuali 13 necessari per chi è emigrato legalmente. "È un modo più intelligente e molto più umano di affrontare l'immigrazione", ha detto la Harris che ha poi promesso di "espandere le protezioni" per i destinatari del DACA e ha affermato che l'amministrazione assicurerà la vaccinazione contro il coronavirus indipendentemente dallo status di immigrazione. Il piano propone anche di aumentare il numero di giudici assegnati alle cause di immigrazione illegale lungo il confine coil Messico. 

Kamala Harris, figlia di padre giamaicano e madre  indiana, ha da tempo ripudiato la politica delle espulsioni dei migranti illegali da lei stessa attuate quando era vice procuratore nella contea di Alameda (Bay Area di San Francisco) e poi procuratore distrettuale di San Francisco e procuratore generale della California per diventare, da senatore, una convinta immigrazionista opponendosi persino alle espulsioni attuate durante l’amministrazione Obama e poi, ferocemente, alle politiche di Trump. Durante le primarie democratiche, la Harris era subito apparsa più oltranzista di Biden sulle questioni dell'immigrazione, sostenendo che l'ingresso illegale negli Stati Uniti non dovrebbe essere considerato un reato e una riforma globale basata sulla priorità immediata di "annullare l'agenda anti-immigrazione di Trump e costruire un futuro all'altezza dei valori americani". Tra le iniziative tese a rimuovere il “trumpismo” potrebbe esserci anche l’abolizione delle restrizioni all’immigrazione dai paesi islamici.  

L’attenzione della Harris per la regolarizzazione degli immigrati illegali si inserisce nella politica di Biden per gli immigrati legali che prevede una più agevole naturalizzazione dei titolari di “carta verde” e aiuti federali per l’integrazione economica dei “nuovi americani”. L’America di Biden e Harris sarà quindi ancora più multietnica, più abitata da stranieri e da musulmani non autoctoni (oggi gli islamici negli USA sono per lo più afroamericani), riducendo ulteriormente il peso sociale (ed elettorale) dei Wasp (bianchi, anglo-sassoni e protestanti). Sviluppi che certo allargheranno il solco che già divide drammaticamente in due la società americana con il probabile aumento di scontri e tensioni sociali.

Curioso notare come l’ossessione per le porte spalancate all’immigrazione illegale unisca i Dem americani e quelli italiani (PD e sinistra) così come la furia ideologica che la nuova amministrazione Usa vuole imporre per rimuovere le politiche anti-immigrazione di Trump assomiglia a quella con cui la sinistra italiana ha preteso la rimozione dei decreti sicurezza di Matteo Salvini. In termini politici i programmi dei DEM sui due lati dell’Atlantico coincidono nelle modalità (cittadinanza facile, ius soli, permessi per tutti i clandestini….)  e soprattutto nell’obiettivo finale: snaturare la composizione etnica, culturale e sociale delle nazioni dell’Occidente.