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ALLEANZA CATTOLICA

Devozione per i martiri, garantire la sicurezza per i fedeli

La giusta devozione per i martiri non deve far dimenticare la necessità di assicurare la sicurezza per tutti i fedeli. È il senso del documento pubblicato ieri da Alleanza Cattolica.

Ecclesia 29_07_2016

La giusta devozione per i martiri non deve far dimenticare la necessità di assicurare la sicurezza per tutti i fedeli. È il senso del documento pubblicato ieri da Alleanza Cattolica. Ricordando e pregando per padre Jacques Hamel, Alleanza Cattolica ricorda che se la persecuzione è «oggi è arrivata senza ostacoli nel cuore dell'Europa con modalità così simbolicamente crudeli è anche perché ha potuto agire nella quasi totale indifferenza dell'Europa e dell'Occidente quando si è scatenata in Siria, in Iraq, in Nigeria, in Pakistan, in Cina...».  Dunque, «ogni cristiano privato della casa e dei beni, ferito o ucciso nel più remoto angolo del mondo» deve avere «la medesima attenzione giustamente avuta verso p. Jacques».

Il documento ricorda quindi che è «fuorviante» parlare di «guerra fra religioni» soprattutto perché significherebbe «assecondare una propaganda», quella dello Stato Islamico, che «attrae e aggrega» proprio usando la falsa contrapposizione «tra fedeli dell’islam e “crociati”»

Ma se il martirio per la fede, che non si sceglie, «si affronta affidandosi al Signore», c’è anche il dovere di difendere se stessi e la comunità «di fronte all'aggressione ingiusta, soprattutto quando si manifesta in modo così deciso, mirato e coordinato. Doverosa, come ricorda - col costante Magistero pontificio - il Catechismo della Chiesa cattolica allorché, a proposito della legittima difesa, parla del "grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri, del bene comune della famiglia o della comunità civile", e della esigenza "che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere", anche attraverso il legittimo uso delle armi (§§ 2265-2266). Garantire condizioni di sicurezza e di ordine pubblico è parte del lavoro per il bene comune, al quale esorta da sempre la Dottrina sociale cristiana».

Le dichiarazioni di guerra dei leader dello Stato Islamico rendono ancora più urgente, dice Alleanza cattolica, l’impegno delle autorità a «garantire alla fede le condizioni per essere praticata senza aggressioni». Allo stesso modo si deve «esigere in concreto dai responsabili delle comunità islamiche presenti in Europa e in Italia lealtà e trasparenza, insieme con la più fattiva collaborazione». «Se va rifiutata la categoria della guerra fra religioni – conclude il comunicato - è impossibile negare che gli attacchi terroristici muovono da richiami e proclami dell'ultrafondamentalismo islamico: è interesse di tutti - in primis delle comunità musulmane - isolarli e renderli marginali. Ed è dovere dello Stato fare in modo che sia così».