Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
EDITORIALE

Elezioni, quale è la nostra speranza?

C'è una tendenza a "sperare nella politica", come se la nostra soddisfazione e felicità dipendesse da un partito. La nostra speranza nasce invece dall'incontro con Cristo, che ci fa abbracciare tutta la realtà e perciò valutare con realismo le possibilità politiche che abbiamo davanti.
LA MIA SCELTA PER MILANOdi Peppino Zola

Editoriali 19_05_2016
Elezioni

Tra poco più di due settimane si andrà al voto per le amministrative in 1363 comuni italiani, tra cui alcune grandi città (Roma, Milano, Bologna, Torino, Trieste, Napoli), e l’atmosfera è già surriscaldata, perché lo si voglia o no anche questo verrà letto come un test da giocare in chiave nazionale.

Probabilmente mai come questa volta il quadro politico si presenta frammentato, anche se ci sono situazioni diverse da città a città. In ogni caso noi abbiamo sempre tenuto a privilegiare i criteri con cui affrontare il voto piuttosto che partiti e schieramenti, come abbiamo già scritto nelle scorse settimane. Primo punto di riferimento, anche per le amministrative, sono i princìpi non negoziabili - vita, famiglia, libertà di educazione -, anche se sembrano non più di moda (ma lo dice chi li ha sempre avversati). 

I fondamenti di una società sana non sono soggetti al sistema dello spoil system (ovvero al cambiamento con il cambiare delle maggioranza di governo), e le analisi di questi giorni su famiglia e denatalità (clicca qui e qui) stanno lì a testimoniarlo. Abbiamo già scritto che questi temi sono importanti anche negli enti locali e basta pensare a quanta influenza abbia avuto nella penetrazione dell’ideologia gender la rete costituitasi allo scopo anni fa tra amministrazioni comunali e regionali (Re.A.Dy). Fondamentale, soprattutto in questo tempo di riforme costituzionali, anche il tema della sussidiarietà, uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa.

Ma prima ancora di questi criteri “politici” – ed è qui che mi vorrei soffermare - è decisivo il nostro atteggiamento davanti alla politica. C’è purtroppo una tendenza a “sperare nella politica”, ad attendersi che dalla politica siano risolti tutti i nostri problemi anche oltre quello che è il limite oggettivo del terreno politico. Sintetizzò molto bene questo atteggiamento in occasione di una campagna elettorale in cui si candidava a premier, Romano Prodi, quando in un confronto diretto in tv disse: «Diamo un po’ di felicità agli italiani». Ma la felicità non può venire dalla politica (e se potesse venire da lì non sarebbe certo Prodi la faccia giusta). È questo “sperare nella politica” che porta poi inevitabilmente a rimanere delusi e fa crescere la disaffezione alle elezioni. Tanto più che ad ogni appuntamento si presenta qualche nuova forza politica che si propone come la risposta esauriente a questa speranza al grido di “Mandiamo tutti a casa” e “O noi o il diluvio”. 

Ciò non significa essere indifferenti, al contrario: significa essere realisti, porre la politica e i partiti nella giusta dimensione. Proprio l’esperienza ecclesiale ci insegna che la speranza viene dalla fede, nasce dall’incontro con Cristo e per questo abbraccia ogni aspetto della realtà. Per questo non dobbiamo sperare nei partiti, ma votare in linea con ciò in cui speriamo. Per cui ci impegniamo in politica o votiamo un partito in base alla speranza che ci anima, tenendo conto allo stesso tempo della realtà limitata che abbiamo davanti. Non esiste un partito perfetto, così come difficilmente sapremmo individuare un politico ideale. Oggi, in Italia, non esiste neanche più un partito di riferimento per i cattolici, per cui si è chiamati a fare lo sforzo di orientarsi tra le diverse offerte politiche. Da questo punto di vista è meritorio il lavoro di chi - anche in questa occasione – ha steso un programma pro-family e pro-life su cui chiedere l’impegno di candidati di diversi partiti.

È poi nella realtà dei fatti che tali candidati si trovano nelle varie formazioni di centro-destra oltre che nel Popolo della Famiglia: se non proprio schierati per la vita e la famiglia i partiti di centro-destra sono comunque aperti al contributo di una componente che difenda la famiglia naturale. Al contrario Pd e Grillini hanno nel loro programma l’impegno a distruggere ciò che resta della famiglia. E vista l’opera del governo Renzi è difficile avere dubbi al riguardo.

Non è dunque importante soltanto il pedigree dell’aspirante sindaco, quanto l’orientamento di partiti e candidati che si auspica entrino a far parte del consiglio comunale e che condizioneranno il primo cittadino.

A partire da questo approccio, la Nuova BQ apre al contributo di chi voglia motivare le proprie scelte elettorali. Cominciamo dalla lettera di un nostro collaboratore, ex pro-sindaco di Milano, Peppino Zola, che trovate linkata a questo editoriale e che riguarda ovviamente il capoluogo lombardo.

- LA MIA SCELTA PER MILANO, di Peppino Zola