Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

Mimose arcobaleno

Festa della donna gay e trans

Il Comune di Verona festeggia l'8 marzo anche con iniziative LGBT, tra cui la presentazione di una Bibbia queer. 

Gender Watch 08_03_2024

Il Comune di Verona, a guida Dem, per festeggiare la donna l’8 marzo ha pensato bene di festeggiare gay e trans. Si chiama La città delle donne e si tratta di una serie di iniziative dal 27 febbraio al 5 maggio. Oltre ad iniziative femministe quali «un laboratorio per far prendere consapevolezza ai bambini e alle bambine della predominanza maschile nella toponomastica delle scuole della città», ve ne sono altre smaccatamente arcobaleno.

Ad esempio il 6 marzo ci sarà un serata organizzata da Arcygay e Pianeta Milk dedicata a Michela Murgia. Ingresso riservato ai soci. La Murgia verrà celebrata anche il 22 marzo in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico.

Inoltre l’assessore Jacopo Buffolo, titolare alle Pari opportunità, annuncia che ci sarà la presentazione della Bibbia Queer in cui c’è un «Dio queer […] strambo, poliamoroso, scandaloso nel senso etimologico del termine, perché pone inciampi al nostro cammino troppo lineare e rettilineo» e dove «[la Trinità] è il modello della famiglia patriarcale». Ovvio c’è un Dio Padre e non una dea madre. Però c’è un rimedio. Tratto dalla prefazione: «Dio viene narrato come un padre che però è anche madre, che ama un figlio tramite un “terzo incomodo” che tra l’altro è femminile in ebraico, neutro in greco e maschile in latino. Le raffigurazioni della Trinità la fanno apparire una drag queen, ritratta con tre volti femminei ma barbuti». E più avanti: «Il primo testimone del coming out di Dio in Cristo è Giovanni Battista. Per la nostra comunità queer Giovanni Battista è un “orso peloso vestito di pelle” nel senso gay del termine». Nella Bibbia troviamo «un Gesù queer testimone di un Dio queer» (681-2). Insomma un bibbia eretica e blasfema.

L’ossessione arcobaleno è così pervasiva che occupa spazi esclusivamente dedicati alle donne. Tutto deve diventare un’occasione per parlare di inclusione LGBT, anche la festa della donna.