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Hollerich apre "a chi potrebbe irritarci". Ma proprio tutti?

Il porporato lussemburghese aprendo la seconda settimana sinodale ha esortato all'apertura. Solo per alcuni? Vediamo qualche esempio...

Borgo Pio 11_10_2023

Alfa e Omega riporta le parole del cardinal Jean-Claude Hollerich, relatore della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, che lunedì ha esortato ad aprire le porte della Chiesa «a gruppi che potrebbero irritarci perché il loro modo di essere potrebbe apparirci come una minaccia alla nostra identità».

Uno slogan ricorrente da anni e che fa intuire la traiettoria del Sinodo: da accogliere le persone, ad accogliere i gruppi per finire con l'accoglierne le istanze, quali che siano. Meglio se progressisti di qualsiasi colore dell'arcobaleno, si direbbe, vista l'aria che tira.

Prendiamo sul serio l'invito allargandolo anche ad altri gruppi, quelli che oggi paiono davvero "irritare" e "minacciare l'identità" di vari uomini di Chiesa. Dunque, sarebbe disposto Hollerich (e non solo) ad aprire le porte a coloro che da circa 10 anni vengono etichettati come "rigidi", "pelagiani", ecc.? Sarebbe disposto a riaprire ai tradizionalisti le porte chiuse da Traditionis Custodes? Sarebbe disposto ad aprire le porte a tanti cattolici che condividono i dubia dei cinque cardinali? Con queste domande speriamo, beninteso, di non aver "irritato" il cardinale.