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triade

Il Papa bianco, il Papa nero e il Papa rosso

Una riflessione di Andrea Gagliarducci sull'accentramento in corso che ha portato due ruoli "storici" nella Chiesa a venire oscurati dalla figura del Pontefice.

Borgo Pio 29_02_2024
Vatican Media/LaPresse

C'erano una volta il Papa bianco, il Papa nero e il Papa rosso. Non è una barzelletta, bensì la realtà di tre ruoli di grande rilievo nella Chiesa cattolica, dove il primo ha finito per assorbire i secondi. Ne scrive Andrea Gagliarducci sul suo blog Monday Vatican, tradotto in italiano da Korazym. Chi sia quello bianco è palese, ma non tutti sanno che "Papa nero" era soprannominato il preposito generale dei Gesuiti, che è (era?) eletto a vita, mentre "Papa rosso" era, per via delle ampie competenze estese su vastissime aree geografiche, il prefetto di Propaganda Fide, poi Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, e attualmente...

Attualmente «il Prefetto di Propaganda Fide è stato declassato e ora si chiama Pro-Prefetto, perché il Papa è idealmente il capo del dicastero». Quest'ultimo è il Dicastero per l'evangelizzazione, diviso in due sezioni: la sezione per le questioni fondamentali dell'evangelizzazione nel mondo, con pro-prefetto mons. Rino Fisichella, e quella per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, con pro-prefetto il cardinale Luis Antonio Tagle, ultimo Papa rosso e non più tale. «Il crollo del Papa Rosso racconta di una centralizzazione vaticana che galoppa senza sosta», scrive Gagliarducci, che si addentra poi nella «secolarizzazione della Santa Sede, in un processo che va di pari passo con quello della vaticanizzazione della Santa Sede. Prima della Santa Sede c’è lo Stato della Città del Vaticano».

Quanto al Papa nero risente inevitabilmente della "prima volta" di un gesuita (cioè teoricamente un suo sottoposto) asceso al soglio di Pietro «ed è evidente che per i Gesuiti rappresenta un punto di riferimento più significativo del Generale effettivo». Curioso particolare: vari ordini religiosi aggiungono un quarto voto legato al proprio carisma specifico, oltre ai "classici" povertà-castità-obbedienza. Il quarto voto dei Gesuiti è l'obbedienza al Papa (quello bianco) circa missiones, cioè a recarsi in qualunque luogo e assumere qualsiasi missione assegnata dal Santo Padre. Jorge Mario Bergoglio è pertanto il primo gesuita in tutta la storia che, in virtù del quarto voto, deve prestare obbedienza... a se stesso.