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L'UDIENZA DEL PAPA

"Il perdono di Dio è la vera sazietà"

Nel corso dell'udienza di Papa Francesco la riflessione sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci e la preghiera di benedizione: “Gli stessi segni che Gesù ha compiuto nell’Ultima Cena e che ogni sacerdote compie quando celebra la Santa Eucaristia". Perché "Dio ci sazia con la compassione e il perdono".

Ecclesia 17_08_2016
Papa Francesco

E’ la compassione di Dio di fronte al suo popolo affamato il tema al centro della meditazione tenuta da Papa Francesco nel corso dell’Udienza svoltasi in Vaticano questa mattina. Il Pontefice è partito dall’episodio della moltiplicazione dei pani per una riflessione sul perdono dei peccati che “ci sazia tutti”.

Francesco premette che “Gesù ha appena ricevuto la notizia della morte di Giovanni Battista, e con una barca attraversa il lago alla ricerca di «un luogo deserto, in disparte» ma “la gente però capisce e lo precede a piedi così che «sceso dalla barca, egli vide una grande folla, e sentì compassione per loro e guarì i loro malati»”. “Così era Gesù – riflette il Pontefice -: sempre con la compassione, sempre pensando agli altri. Impressiona la determinazione della gente, che teme di essere lasciata sola, come abbandonata. Morto Giovanni Battista, profeta carismatico, si affida a Gesù, del quale lo stesso Giovanni aveva detto: «Colui che viene dopo di me è più forte di me»”.

Ecco perché “la folla lo segue dappertutto, per ascoltarlo e per portargli i malati. E vedendo questo Gesù si commuove. Gesù non è freddo, non ha un cuore freddo. Gesù è capace di commuoversi. Da una parte, Egli si sente legato a questa folla e non vuole che vada via; dall’altra, ha bisogno di momenti di solitudine, di preghiera, con il Padre. Tante volte trascorre la notte pregando con suo Padre”.
Ma la compassione di Gesù non è un vago sentimento: “Mostra invece tutta la forza della sua volontà di stare vicino a noi e di salvarci. Ci ama tanto Gesù, e vuole essere vicino a noi”.

Prosegue il pontefice: “Dimostrò ad essi che i pochi pani e pesci che avevano, con la forza della fede e della preghiera, potevano essere condivisi per tutta quella gente. Gesù fa un miracolo, ma è il miracolo della fede, della preghiera, suscitato dalla compassione e dall’amore. Il Signore va incontro alle necessità degli uomini, ma vuole rendere ognuno di noi concretamente partecipe della sua compassione”.

Papa Bergoglio si è soffermato anche sul gesto di benedizione di Gesù: “Sono gli stessi segni che Gesù ha compiuto nell’Ultima Cena; e sono anche gli stessi che ogni sacerdote compie quando celebra la Santa Eucaristia. La comunità cristiana nasce e rinasce continuamente da questa comunione eucaristica. Vivere la comunione con Cristo è perciò tutt’altro che rimanere passivi ed estraniarsi dalla vita quotidiana, al contrario, sempre più ci inserisce nella relazione con gli uomini e le donne del nostro tempo, per offrire loro il segno concreto della misericordia e dell’attenzione di Cristo. Mentre ci nutre di Cristo, l’Eucaristia che celebriamo trasforma poco a poco anche noi in corpo di Cristo e cibo spirituale per i fratelli. Gesù vuole raggiungere tutti, per portare a tutti l’amore di Dio. Per questo rende ogni credente servitore della misericordia.

Gesù ha visto la folla, ha sentito compassione per essa ed ha moltiplica i pani. Così fa lo stesso con l’Eucaristia. E noi credenti che riceviamo questo pane eucaristico siamo spinti da Gesù a portare questo servizio agli altri, con la stessa sua compassione. Questo è il percorso”. “Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci – ha proseguito davanti ad una platea attenta di fedeli - si conclude con la constatazione che tutti si sono saziati e con la raccolta dei pezzi avanzati (cfr v. 20).

Quando Gesù con la sua compassione e il suo amore ci dà una grazia, ci perdona i peccati, ci abbraccia, ci ama, non fa le cose a metà, ma completamente. Come è accaduto qui: tutti si sono saziati. Gesù riempie il nostro cuore e la nostra vita del suo amore, del suo perdono, della sua compassione. Gesù dunque ha permesso ai suoi discepoli di eseguire il suo ordine. In questo modo essi conoscono la strada da percorrere: sfamare il popolo e tenerlo unito, essere cioè al servizio della vita e della comunione”.

Da qui l’invito del Papa: “Invochiamo dunque il Signore, perché renda sempre la sua Chiesa capace di questo santo servizio, e perché ognuno di noi possa essere strumento di comunione nella propria famiglia, nel lavoro, nella parrocchia e nei gruppi di appartenenza, un segno visibile della misericordia di Dio che non vuole lasciare nessuno nella solitudine e nel bisogno, affinché discendano la comunione e la pace tra gli uomini e la comunione degli uomini con Dio, perché questa comunione è vita per tutti”.